Tredici

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Dopo quella serata il loro rapporto ritorna ad essere lo stesso di prima. Quando Derek torna a New York, continuano a mandarsi messaggi e continuano a raccontarsi. Derek una sera gli dice di come è stato il suo primo rapporto con un uomo. Aveva vent’anni ed era già a New York, era andato in un locale gay per la prima volta. Era nella grande mela da quasi un anno ed era solo uscito con una ragazza, Jennifer, ma si era rivelata una pazza che voleva già sposarlo, quando lui non voleva nemmeno andarci a letto. Al locale ci era entrato per curiosità, aveva visto il volantino giorni prima, si era seduto al bancone del bar e aveva ordinato un'acqua tonica. Si sentiva a disagio tra tutti quei ragazzi che non avevano paura di dimostrarsi per quello che erano e stava quasi per alzarsi quando gli si mise davanti un ragazzo poco più basso di lui, occhi azzurri e biondo. Gli aveva chiesto il nome e aveva preso a flirtare in modo molto sfacciato, non che Derek non avesse cominciato a fare lo stesso poco dopo. Passati poco più di quindici minuti, il ragazzo, di cui ora nemmeno ricordava il nome, lo aveva invitato a fare un giro in auto. E proprio in quella macchina aveva fatto sesso per la prima volta con un uomo. Racconta anche a Stiles di non essere mai stato passivo, “non credo mi piacerebbe, mi sentirei a disagio” gli dice.

Un sabato pomeriggio, invece, Stiles non gli manda il suo solito messaggio in cui gli racconta come ha vinto contro Scott alla Play, ma Derek comincia a preoccuparsi due giorni dopo, quando il ragazzo non si è fatto ancora sentire. Fa lui il primo passo e gli chiede se sia successo qualcosa, due ore dopo Stiles gli dice che ha un compito di chimica a breve e che non ha studiato un cazzo. Derek decide di non distrarlo e Stiles si fa risentire dopo tre giorni, gli racconta di aver preso una B più e gli chiede di dirgli come glielo prenderebbe in bocca, perché ha bisogno di venire velocemente. 

Stiles da quel giorno gli sembra sempre più nervoso e distante. I messaggi, anche se solo parole scritte, a Derek sembrano freddi perché mancano di sarcasmo e ironia. Probabilmente avrà trovato qualcuno con cui uscire.


Primavera 2012.

Una sera di inizio primavera Stiles sembra quello di prima e Derek ne approfitta per dirgli che da lì a tre giorni sarà a Beacon Hills per le vacanze di primavera. Stiles gli risponde con una richiesta.

(Ore 22:34) Quando atterri, possiamo vederci? Ho bisogno di vederti. SS

Non può che acconsentire. Quando parte, gli manda un messaggio per dirgli a che ora atterrerà, ma Stiles non risponde e lui deve spegnere il cellulare per il decollo.

Non ha avvisato Laura del suo arrivo, quindi noleggia un'automobile e parcheggia fuori la palestra che però è chiusa e non vede nessun'altra macchina nel parcheggio. Due ore dopo del ragazzo non c'è ancora traccia e decide di fare un giro per la città per sbollire la rabbia. 

È dalle parti del parco cittadino quando sul ciglio della strada vede Scott in abiti eleganti che corre e la cosa gli sembra così strana che inchioda con la macchina.

“Scott!”

Il ragazzo blocca la corsa e si guarda intorno fino a vederlo e spalancare gli occhi. “Coach Hale! Cosa ci fai qui?”

“Vacanza. Dove corri?”

Scott sembra pensarci su, ma poi parla. “Cerco Stiles, non è che l'hai sentito?”

“Io?”

“Sì, Derek, tu.”

Scott gli rivolge uno sguardo così…duro che Derek capisce che lui sa. “No, non lo sento da un po', l'altro ieri sera.”

Scott si passa le mani tra i capelli, sembra indeciso. “Cazzo. Okay, mi ucciderà, ma te lo dico. So che lui non voleva, ma forse tu puoi aiutarmi. Vedi, sua mamma era malata, ultimamente era molto grave…” 

Derek nota subito che Scott sta usando verbi al passato, quindi lo interrompe. “Quando?” gli chiede.

“L'altra notte, verso le due. Oggi pomeriggio c'è stato il funerale ma Stiles è scappato appena è finita la cerimonia e-“

Derek lo interrompe di nuovo, “Ti aiuto a cercarlo, chiamami a questo numero se lo trovi, è il mio personale. Io ho il tuo, ti avviso se lo trovo per primo.”

Quando ha già messo in moto, Derek sente Scott ringraziarlo a gran voce.

Derek spera di conoscere Stiles almeno un po' perché altrimenti non saprebbe dove andare. Le luci della palestra sono spente, ormai è buio, e la porta è chiusa. Non si arrende e prende la sua chiave per aprirla. Attraversato l'ingresso comincia a pensare di essersi sbagliato, ma nel buio scorge una figura rannicchiata contro il muro in fondo alla stanza, nell'angolo più all'ombra. Stiles se ne sta seduto con le gambe racchiuse con le braccia e strette al petto la testa bassa. Derek si avvicina lentamente e nota quanto le sue spalle siano scosse da singhiozzi silenziosi. Manda a quel paese la lentezza, Stiles deve aver comunque sentito la porta aprirsi, e a passi veloci lo raggiunge e gli si inginocchia davanti. Derek non sa davvero cosa fare, non le sa fare quelle cose e quindi segue l'istinto e gli prende la testa tra le mani, senza alzargliela, e gli posa tanti baci al centro del capo.  

Stiles singhiozza più forte appena sente quel contatto, le lacrime sembrano non finire e sono quasi due giorni che piange. Non sente più nulla a parte quelle mani forti che sa non dovrebbero essere lì, ma non riesce proprio a dispiacersene. Sente quelle mani accarezzarlo fino alla nuca, sfiorargli la pelle del collo per poi risalire; sente i baci continui, senza sosta e sente Derek tirare su col naso. È quello che gli fa alzare lo sguardo e gli fa incontrare quegli occhi verdi e liquidi. Derek sta silenziosamente piangendo per lui, le lacrime gli bagnano le guance, la barba, ma non sposta le mani per asciugarle. Le sposta solo per asciugare le sue, per passargli i pollici sotto gli occhi sicuramente gonfi.

Derek non sa ancora cosa fare. Vedere gli occhi di Stiles bagnati di lacrime gli ha stretto lo stomaco così tanto che ha avuto un crampo. Non sa cosa dire e continua a guardarlo, è il ragazzo a parlare. “Mamma non c'è più.”

Derek annuisce, per dire che lo sa, e gli bacia delicatamente la fronte. “Lo so che… che tu non dovresti essere qui. Cioè lo so che ti ho invitato, ma erano giorni fa e ora non sapevo dove andare e quei vestiti neri, tutta quella gente e… e DEREK!”

Stiles gli si butta improvvisamente tra le braccia e quasi lo fa cadere all'indietro. Continua a sussurrare il suo nome tra le lacrime alternandolo con “Mamma.”

Derek lo stringe, quasi dondola come se lo stesse cullando e gli accarezza la schiena per calmarlo. 

Stiles si calma dopo qualche minuto, ma non si sposta. Continua a respirare piano nel sul collo, stringendolo con una forza che non avrebbe pensato di avere.  Poi gli fa una domanda a cui Derek risponde con un tono calmo. “Come si fa ad andare avanti? Tu come hai fatto?”

“Il dolore non diminuirà mai. Ci si rassegna, si vive di ricordi e ci saranno giorni in cui non riuscirai nemmeno a respirare, ma si va avanti, si deve andare avanti.”

Stiles sembra pensare ad qualcosa, poi dice qualcosa che fa quasi tremare Derek. “Mi dispiace tanto, se ti avessi conosciuto, ti sarei stato vicino tutto il tempo” e tira su col naso.

Derek non sa cosa rispondere, quindi lo stringe più forte e agisce. Si tira su reggendo Stiles per la vita, gli bacia ancora la fronte e gli fa una richiesta. “Ti va se avviso Scott che stai bene e poi andiamo a casa mia?”

Stiles gli stringe le braccia intorno alla vita e Derek lo sente annuire contro il suo petto. Si toglie la giacca, Derek, e gliela poggia sulle spalle prima di condurlo fuori.   

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