Ventiquattro

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Passano tre mesi da quella sera e Derek, ogni volta che la squadra si riunisce, spera di vedere Stiles, non sa nemmeno perché. Vorrebbe chiedergli scusa, sa che si è comportato da stronzo bastardo, ha detto cose volgari e di cui non aveva nemmeno il diritto di parlare. Ma gli ha fatto male, malissimo vedere Stiles con un altro uomo, vederlo sorridergli e forse solo ora riesce a capire a pieno il dolore che ha provato lui anni prima. 

Hanno appena finito gli allenamenti serali quando Scott gli si avvicina torturandosi le mani. Lo conosce da tanto e sa che sta per chiedergli qualcosa o per dirgli qualcosa di importante, quindi gli fa segno di raggiungerlo sugli spalti.

“Tra due settimane mi sposo” gli dice, ma Derek questo già lo sa e gli ha già detto che non ci sarà, anche se gli dispiace. Gli fa cenno di continuare. “E… e ci saranno Stiles e Cory e io non dovrei proprio dirtelo.”

Derek vede le gocce di sudore scendere sulla fronte di Scott e si preoccupa, ma aspetta che continui. “Cory mi ha detto una cosa, e io ci tengo a Stiles, alla sua felicità e con lui è felice, lo so, ma so anche che con te lo era di più, era felice anche se dovevate nascondervi, ti ha amato disperatamente, Derek, e sono sicuro che ti ami ancora. E la cosa bella è che anche tu lo ami e siete due deficienti e io lo sono più di voi perchè ci spero ancora che possiate essere felici insieme. Quindi ti devi dire questa cosa.”

“La cosa che ti ha detto Cory.”

“Esatto. Okay. Cory, al mio matrimonio, gli chiederà di diventare suo marito e io non voglio che il mio amico finisca per essere felice solo in parte, okay? Te l'ho detto che ho sempre la speranza, quindi mi andava che tu lo sapessi.”

Derek si alza e fa per andarsene, poi dà una pacca su una spalla del suo ex allievo e lo ringrazia. 

Due settimane dopo Stiles è in una stanza dietro l'altare con Scott. È emozionato quasi quanto lui, quasi trema a vederlo lì con quell'abito elegante. È felice che abbia trovato Allison, pensa che magari un giorno i ruoli saranno invertiti. Sta osservando la gente che comincia ad arrivare, dalla finestra, quando Scott gli chiede di parlare un attimo. Si siedono e gli fa cenno di parlare.

“Ho due cose da dirti, non so se siano entrambe belle o entrambe brutte, ma devo dirtelo.”

“Veloce, Scott, sai che non gestisco l'ansia”

“Bene. La prima è che… oggi Cory ti chiederà di sposarlo.”

Stiles quasi cade dalla sedia. Non sa come prendere quella notizia. Non sa cosa pensare, ma vorrebbe ringraziare Scott per avergli dato tempo di pensarci su fino alla proposta. “Okay. Forse sto per morire, ma voglio prima sapere la seconda.”

Scott boccheggia per qualche secondo, poi si alza, prende qualcosa dal tavolo e glielo porge. È un giornale già aperto su una pagina centrale, Stiles rilegge il titolo dieci volte prima di capirlo realmente.

“ESCLUSIVO: GIOCATORE DELL’NBA FA COMING OUT. Derek Hale apre il suo cuore a Vogue”

Sente una mano di Scott su una spalla, ma deve leggere prima di morire e non farcela. 

-Derek Hale, capitano dei New York Knicks, ha scritto pochi giorni fa alla nostra redazione una lettera chiedendo di pubblicarla su questo numero in uscita oggi. Di seguito potete leggere le sue parole.

“Vi ringrazio per lo spazio che mi avete tanto gentilmente concesso, ve ne sarò riconoscente in eterno. Ho deciso di scrivere per avere un contatto diretto con le persone che mi conoscono, i miei fan, le persone che mi seguono, tutti. Ho deciso di farlo per raccontarmi, per raccontare chi è davvero la persona che da anni vedete sul campo e della cui vita privata avete letto troppo spesso. Derek Hale è un ragazzo cresciuto in una piccola cittadina della California, amato dalla propria famiglia e dai propri genitori che purtroppo lo hanno lasciato troppo presto. Ha vissuto fino ai diciotto anni con le sorelle migliori del mondo, due persone che hanno sempre saputo chi fosse davvero e che l'hanno sempre accettato, senza riserve. Derek ha sempre mantenuto le distanze da tutti, non ha mai voluto stringere legami, ma si è sempre sentito fuori posto. Ha vissuto per questo una vita non sua, riuscendo ad essere se stesso solo in rare occasioni, in rare occasioni felici. Conoscete però il Derek che gioca tutte le partite senza saltarne una dimostrando la sua passione per il lavoro che fa, quello vi assicuro che è vero, è una rappresentazione del vero Derek. 

Quello che invece è finto, è solo un fantoccio privo di sentimenti, è quello che vedete sui tappeti rossi, alle feste vip, quello che vedete abbracciato a sua moglie. 

Ho vissuto troppi anni in una specie di film, avete presente The Truman show? Solo che a compiere le scelte che conducessero la mia finta vita ero io. Mi sono fatto del male da solo, più di una volta, facendone di conseguenza ad altri. Ho fatto così male ad una persona, accecato dalla paura, che solo a pensarci vorrei morire. Proprio lui una volta mi ha regalato una bussola, sopra c'era scritto Trova la tua strada, ed io solo ora mi rendo conto che l'avevo già trovata, ma mi sono perso in deviazioni, sentieri, che mi hanno portato via dalla via principale. Mi piace immaginare che magari tutti questi cambi di direzione mi porteranno comunque allo stesso punto di arrivo, ma sono ben consapevole che si tratta solo di un mio sogno. 

Ho vissuto, in parte, una vita non mia, ma non riesco a pentirmene del tutto. Lungo tutta questa messa in scena sono stato fortunato. Non solo ho trovato qualcuno da amare, ma sono stato amato con intensità ancora maggiore. Ho avuto esperienze, con uomini e donne, ma mai nessuna è stata così totale, così travolgente. Nonostante sia finita, credo che lui sarà per sempre l'amore della mia vita, l'unico amore della mia vita. Nonostante ora sia tra le braccia di qualcun altro, nonostante mi odi con ogni cellula del suo corpo, non smetterò mai di pensare a lui come a quel ragazzino che mi provocava, che mi prendeva in giro e che, soprattutto, mi amava. 

Ringrazio voi che siete arrivati alla fine di questa lettura, so che potrebbe risultare confusionaria, ma non sono decisamente bravo con queste cose e negli ultimi giorni sono successe troppe cose nella mia testa e nella mia vita. Non me ne dispiaccio, perché finalmente posso dire di essere libero, di essere me stesso.

Vostro, per sempre, Derek.

P.s. Se tu hai letto, se ci sei ancora, se vuoi essere ancora la mia strada, ti aspetto al nostro posto alle 17 di Sabato 23 Maggio. Scusami, per tutto. 

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