Quindici

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Quando Stiles si sveglia sente gli occhi gonfi e attaccati tra loro e ha un forte mal di testa. Cerca di stropicciarsi gli occhi e quando riesce ad aprirli si guarda intorno abituandosi alla luce. La prima cosa che vede sono le lenzuola bianche che gli ricoprono le gambe e una maglia larga e rossa che indossa. Spostando lo sguardo osserva la stanza: non è molto grande, a parte il letto c'è un armadio, una scrivania su cui sono impilati dei libri e un computer portatile e uno specchio sull'altra parete. Continua a guardarsi intorno fino a quando da una porta che non aveva notato esce Derek con addosso solo i pantaloni di una tuta, i piedi scalzi: dev'essere il bagno. Il più grande fa per avvicinarsi, ma quando sta per parlare vengono entrambi spaventati da un rumore e un urlo. 

Il rumore dev'essere stata la porta della dépendance, l'urlo è più facile da capire da chi è arrivato.

"ZIO DERDER!"

Vicky entra correndo nella camera e salta con un unico slancio tra le braccia di Derek che la solleva, Stiles cerca di sparire tra le lenzuola, nonostante sia ancora intontito.

"Vic, si bussa quando si entra in una stanza che non è la propria, ricordi?"

"Scusa, zio, ma mamma ha detto che forse eri arrivato e io sono corsa via e volevo dirti ciao!"

"Beh, sta attenta la prossima volta. Comunque, ciao a te."

"Quando sei arriv- Oh. Lui è...è...il signore degli acquerelli!"

Stiles vorrebbe sprofondare nel terreno. Per fortuna Derek rimedia. "Sì, ma ti va di salutarlo dopo? Ora va a fare colazione, dai."

"Va bene."

La bimba scocca un bacio sulla guancia del più grande ed esce correndo come è arrivata. Derek si siede sul lato opposto del letto e guarda Stiles. "Mi dispiace, di solito trova sempre solo me qui dentro. Ti stavo per chiedere se vuoi un'aspirina."

Stiles annuisce e si alza, cercando i propri vestiti, ma Derek lo precede. "Il tuo... i tuoi vestiti li ho messi in quella sacca, prendi questi, starai più comodo."

Il ragazzo sussurra un grazie e indossa la tuta e la t-shirt che gli sono stati appoggiati di fianco, beve l'aspirina che Derek nel frattempo gli ha preparato e dondola sulle punte dei piedi non sapendo cosa dire.

"Metto le scarpe e ti accompagno?" lo precede ancora una volta Derek.

Escono in silenzio, della bambina non c'è traccia, ma Stiles vede distintamente quella che deve essere Laura Hale passeggiare lungo il viale con il giornale tra le mani. È quasi sicuro sia lei, l'ha vista qualche volta in giro. 

Derek gli fa segno di salire in macchina, ma la voce di Laura li fa fermare. "Ehi, fratellino, vieni qui e nemmeno saluti?"

Derek si avvicina a sua sorella dandole un bacio su una guancia. "Ciao, Laura. Ti dispiace se parliamo dopo? Accompagno Stiles a casa."

Laura, che sembrava non aver visto ancora bene il ragazzo, si gira verso di lui e Stiles la vede irrigidirsi. È il figlio dello sceriffo, sa di essere conosciuto. "Ciao Stiles. Andate pure, tranquilli, state insieme tutto il tempo che volete" dice sorridendo dolcemente.

Stiles pensa che Laura sembra davvero simpatica, gli piacerebbe conoscerla, ma le parole di Derek gli gelano il sangue. "Lo accompagno e torno, non preoccuparti."

Entrano in auto e non parlano per tutto il tragitto. 

Derek guida fino a casa dello sceriffo, sul vialetto è parcheggiata l'auto di ordinanza insieme ad una Jeep color puffo. Accosta e si gira verso Stiles per chiedergli almeno come sta, se ha bisogno di qualcosa, se ha fame. Ma il ragazzo ha già aperto la portiera e mentre scende gli parla senza nemmeno guardarlo. "Grazie per aver finto stanotte, buona giornata, Derek."

E a Derek sembra di aver ricevuto uno schiaffo in pieno volto perché lui non ha finto: tutto quello che ha fatto gli è venuto naturale, forse fin troppo. Ma preferisce che il ragazzo continui a pensare che sia così.

Derek non sente più Stiles per un'intera settimana. La voglia di sapere come sta è tanta ma ha paura: sa di essersi esposto molto quella notte, e non se ne pente, ma non vuole che Stiles possa pensare che la loro QualunqueCosaSia si stia evolvendo. Laura non gli ha fatto domande, ma il suo sguardo gli ha fatto capire che ha intuito qualcosa e questo lo blocca ancora di più. Due giorni prima di partire si decide a mandargli un messaggio.

(ore 18.36) Tra due giorni parto. Come stai? DH

(ore 18.49) Vuoi vedermi? SS

(ore 18.51) Sì, mi piacerebbe. DH

(ore 19.00) Perfetto. Stasera alle nove in palestra? SS

(ore 19.02) Va bene. A dopo. DH

E a Derek un po' dispiace che abbia scelto ancora la palestra e non abbia nemmeno provato a proporre casa sua ma forse è meglio così.

Alla sera si vedono e sembra che quella notte non ci sia mai stata. Derek nota gli occhi rossi e gonfi di Stiles, ma vede anche lo sforzo che il ragazzo sta facendo per sorridere e così non gli chiede niente. Si limitano a sfogare le loro voglie e poi restano abbracciati, in silenzio. Si salutano un paio di ore dopo con un veloce bacio. Derek torna a New York due giorni dopo.

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