«Sei stata..», inizia a dire John.
«Straordinaria!» esclama Sophie da vicino a John. «In realtà intendevo dire coraggiosa», finisce il mio migliore amico la sua frase, fulminando la nostra amica.«Perché coraggiosa?», chiedo io, mentre ignoro il loro scontro di sguardi. «Hai detto la verità, gli hai fatto vedere chi ha le palle nei pantaloni davanti all'intera scuola. L'hai spiazzato letteralmente, perché andiamo.. sai perfettamente che Anderson ha sempre qualcosa da dire», mi fa presente John.
«Beh.. non gli ho dato il tempo di replicare, ma presuppongo che hai ragione», ridacchio a mala pena e mi accomodo al mio banco.
«Questa volta a chi buttiamo le palline di carta in testa?», chiedo io mentre mi stiracchio all'indietro dondolando con la sedia.
«Che ne dite del secchione in seconda fila?», propone Sophie.
«Chi? Bill? No quello avvisa subito il prof di matematica», dice John.
«Allora Aaron, che ne di-»Nella classe vuota si apre la porta. Io invece in questo momento mi ritrovo con le gambe all'aria. Come mai? Saltiamo un attimo questo passaggio.
Immaginatevi me con la testa per terra e le gambe che volano che osservo i miei due migliori amici, che a loro volta guardano me e poi il quarto indesiderato, Christian, il quale osserva la scena a sua volta. Ma in particolar modo me.
Tornando al perché io sia caduta è chiaro: dondolando con la sedia, quando si è aperta la porta mi sono spaventata, così ho perso l'equilibrio e la sedia si ritrovò per terra insieme alla sottoscritta.
«Ehm.. Credo che la sedia sia difettosa», mi difendo subito io, alzandomi in piedi. Mi sistemo e ripulisco un attimo i vestiti e inseguito mi gratto la testa in imbarazzo.
Vedo Chris ghignare, cosa non particolarmente rassicurante. «Lo so che la mia bellezza faccia cadere le ragazze ai miei piedi, ma io pensavo tu fossi immune» «Ma se i puoi piedi sono lontani un miglio da me», replico sbuffando.
«Sta zitto, Anderson», interviene John.
Lo osservo, stringe i pugni e aggrotta leggermente la fronte. «Scusami Thompson.. ma toglimi una curiosità», Chris sta osservando John con uno sguardo beffardo sul volto, «perché le pari sempre il culo?», sorride. Lo sta sfidando e non va bene.«Perché i migliori amici ci sono sempre l'uno per l'altro..», risponde Sophie. «Tu perché l'attacchi sempre?», chiede lei a sua volta. Vai Sophie!
Li guardo senza dire niente. Sto in silenzio, perché non saprei cos'altro dire.. Ho già dato abbastanza fiato oggi per quello lì e per di più lo dovrò sopportare da oggi in poi pure a casa.
«Sta conversazione mi sta già stancando, è meglio se vado», così dicendo prende e se ne va di nuovo.
***
Sono finite le lezioni e sto aspettando Christian ormai da quindici minuti davanti al parcheggio in cui ha parcheggiato stamani. La sua macchina è presente, ma nessuna traccia dell'idiota.
Non ho manco il suo numero di telefono, per poterlo chiamare e dirgli ti portare il suo didietro qui..
«Stronzo..», sibilo tra i denti mentre mi appoggio alla sua amatissima auto. I piedi iniziano a farmi male a causa dei tacchi e non resisto ancora allungo.
Mi guardo un po' intorno e ad un certo punto intravedo la sua testa tra le macchine.
Incrocio le braccia al petto quando è a un passo da me. Ha i capelli scompigliati e un succhiotto sul collo.Gli tiro uno schiaffo, «Io aspetto qua ormai da un'eternità, con i piedi doloranti mentre tu stavi chi sa dove a fare cose che neanche voglio immaginarmi? Cazzo Chris, mia madre mi ammazzerà visto che adesso arriviamo molto probabilmente in ritardo»
«Mi inventerò io qualcosa, poi ci vuole almeno un'ora prima che ritornino da Los Angeles», è l'unica cosa che dice prima di aprire la sua Audi ed entrare dentro. Lo seguo a ruota e mi accomodo sul sedile in pelle, nel frattempo lui mette in moto e parte.
Quindici minuti dopo siamo davanti alla sua villa. Ed è a dir poco straordinaria ed enorme.
Parcheggia la sua costosa auto vicino alle altre e scendiamo.Una volta arrivati davanti alla porta, bussa alla porta con tre colpi e una signora di mezza età ci apre.
«Signorino Anderson finalmente! E.. lei presuppongo che sia la signorina Richards», annuisco e le tendo la mano, ma lei mi prende e mi attira tra le sue braccia abbracciandomi forte. «Tua madre ci ha parlato così tanto di te», entusiasta si fa da parte e ci lascia entrare.
«Rosalia», il biondo affianco a me richiama l'attenzione della signora, che penso sia la domestica. «Si signorino?»
«Lascio le chiavi della mia auto a disposizione, ci sono ancora delle cose di Megan sui sedili posteriori. Dì a Anders di portarle in camera sua» Rosalia annuisce. Chris invece mi fa segno di seguirlo.Mi guardo intorno ed è tutto straordinario qui... quadri a destra, quadri a sinistra. Tutto molto luccicoso e.. bianco, a partire dal pavimento alle pareti, tralasciando i piccoli mobiletti che sono ai lati del corridoio che porta verso l'interno della casa. È molto bello qui devo ammettere. Non ho il tempo di continuare che mi fa cenno di seguirlo.
Ci dirigiamo verso una stanza che è molto probabilmente il salotto.
Dinanzi a me c'è una scalinata illuminata da un lampadario molto moderno che cade su di essa. Sotto invece c'è la porta che si affaccia sul giardino, da qui posso scorgere pure dei lettini e una piscina.Alla mia destra, invece, si trova un divano color crema accompagnato da due poltrone del medesimo colore e un tavolino basso bianco.
Alla parete di fronte al divano c'è una televisione, la quale sarà il triplo di quella che possedevo nella mia casa vecchia.Alla mia sinistra si rivela quella che presuppongo che sia la sala da pranzo e un paio di porte chiuse.
Mia madre e il suo futuro marito sono già seduti sulle poltrone ad aspettarci.
«Ce l'avete fatta finalmente» dice suo padre continuando a guardare il suo portatile.«Abbiamo avuto un imprevisto padre»
«Che tipo di imprevisto?», finalmente alza lo sguardo e ci squadra mentre si abbassa di poco gli occhiali da vista e con essi anche il capo.Guardo Chris e lo vedo leggermente in difficoltà, quindi mi intrometto io. «Avendo avuto all'ultima ora buca, sono andata in biblioteca, ma a causa dei tacchi sono caduta e sono rimasta bloccata lì avendo preso una piccola storta. Non possedendo, però, il numero di telefono, non ho potuto avvisare Christian, signore», dico io cercando di risultare il più sicura possibile.
«L'ho aspettata all'entrata ma dopo dieci minuti che non arrivava, sono andato a cercarla»
Suo padre ci squadra come per capire se stiamo mentendo o no. Mia madre continua, invece a leggere la sua rivista come se niente fosse.
«Va bene», finalmente parla, «Chris portala in camera sua e chiama poi il medico per controllare la sua caviglia»«O ma non c'è bisogno..», accenno io. «Un po' di pomata per un paio di giorni e mi passa tutto»
«Fatti comunque portare in camera tua da Christian», dopodiché chiama Rosalia e le ordina di prendere la pomata e di darla al figlio. Lei annuisce, Christian nel mentre mi ha preso a mo di sposa e mi sta portando al piano superiore. «Ti ho salvato il culo, signorino»
Mi ignora, aprendo con il piede la porta della mia futura camera da letto. «Dovresti ringraziarmi..» gli picchietto il petto con un dito e mi appoggia sul letto, dopo aver detto un flebile 'Grazie'.
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-Sealed with a Kiss- [IN PAUSA]
RomanceLei, Megan Richards... Ragazza all'apparenza normale, molto vivace, creativa e solare, con demoni da sconfiggere dentro di sé. Lui, Christian Anderson... Ragazzo dai tanti filtri.. ricco, particolarmente sportivo, stronzo, bipolare e popolare. Non...