-Capitolo 16-

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Ieri sera Christian sembra aver riflettuto molto sulle parole dette da una me leggermente brilla, ma sospetto che ieri notte un alieno gli abbia mangiato il cervello, visto che oggi è ritornato il solito tutto muscoli senza cervello.

«Dov'eri finita ieri sera?», urla Sophie sbucando dal nulla, «Pensavamo che ti fosse successo qualcosa!»

«Dai Soph non fare la drama queen ora», rido leggermente e vedo spuntare un sorriso sul viso di John. «Ero con Chris sul terrazzo quando mi sentii male. Ho esagerato un po' con lo champagne.. quindi mi ha portata a casa» Entrambi roteano gli occhi e io scoppio a ridere, «È la verità!»

Si uniscono a me e ci dirigiamo verso la prima ora di lezione. Letteratura inglese.
Una volta entrati nell'aula ci sediamo ai nostri soliti posti.

«Buongiorno ragazzi», l'entusiasmo della signorina Fox fa capolino nella classe. L'adoro come professoressa, è molto aperta e ha un modo di pensare molto affascinante e saggio per l'età che ha. Lei infatti insegna anche una delle mie materie preferite. L'etica.

Nell'etica non c'è mai una risposta giusta o sbagliata, a molti potrebbe, quindi, sembrare come materia molto banale.. mentre è l'esatto contrario. Pur non essendoci una risposta giusta o sbagliata, è molto complessa. Quindi le risposte si distinguono tra logiche o non.

Si basa molto spesso sulla filosofia, il modo di comportarsi di un essere umano, se è giusto comportasi in un determinato modo o sull'apprendere il significato nascosto di testi o foto.

«Aprite e leggete pagina 246, dopo di che lavorate sul testo e fatene un piccolo riassunto per capirlo meglio. Avete tre quarti d'ora, ne leggeremo alcuni e poi passeremo al compito successivo», dice sedendosi alla cattedra.

La maggior parte fanno il loro il loro dovere ad eccezione di alcuni, che sono soliti a non eseguire i propri compiti.

Passano i minuti e di rumori si sentono soltanto i respiri dei miei compagni e qualche penna che viene picchiettata sul banco, fin quando non irruppe qualcuno nella classe.

Non alzo lo sguardo, sapendo già di chi si tratti.
«Signorino Anderson, mi pare di averle già ripetuto un sacco di volte, che dovrebbe finirla di venire tardi a lezione»

«Mi scusi prof, è successo un imprevisto», a questo punto alzo la testa e lo osservo. Un livido abbastanza grande è visibile sul suo zigomo. La prof si avvicina a Chris e gli sussurra qualcosa, purtroppo, inaudibile a gli altri, dopo di che si siede al primo posto libero, ovvero quello dietro a me.

Mi giro immediatamente, «Cos'è successo?», chiedo allarmata. «Niente di importante», risponde appoggiando la testa sul banco. «Quei lividi e il tuo naso sanguinante non mi paiono una cosa da niente»

«Mi sanguina il naso?», si tocca il naso dopo di che controlla la mano vedendo sangue, così mi giro e alzo la mano. «Mi scusi signorina Fox? Gli sanguina il naso», dico indicando Chris dietro di me, «È da portare subito in infermeria per fargli controllare il naso e far disinfettare le ferite», così mi alzo e lo guardo aspettando che si alzi anche lui.

Mi riserva uno sguardo da 'ma che mi fai fare' e si dirige verso la porta a passo spedito. Lo rincorro per raggiungerlo. «Perché lo stai facendo?» Lo osservo confusa, «Come perché? Sei stato annientanto da chissà chi, è ovvio che qualcuno ti debba aiutare»

«Ma non tu, perché mai, proprio tu, salteresti la lezione della Fox? Quindi perché lo fai?»
Sussurro un semplice 'non lo so' e continuo a dirigermi verso l'infermeria. Una volta arrivati, busso alla porta semiaperta, ma nessuno mi risponde e così entro, però all'interno nessuna traccia dell'infermiera «Siediti che te le disinfetto io le ferite»

Mi guardo intorno e cerco disinfettante e bande. Una volta trovate mi avvicino al biondino, mi posiziono dinanzi a lui tra le sue gambe e prendo una delle sue mani grandi tra le mie piccoline. Ne verso un po' sulle sue nocche sbucciate e tampono con un po' di cotone. Sento Chris ringhiare per un momento e così mi scappa una risata, il suo sguardo, però, mi incenerisce subito dopo.

Taglio un pezzo di garza e la metto intorno alla sua mano e poi ripeto il tutto anche con l'altra mano. Poi passo al graffietto sullo zigomo sinistro, nel mentre lo vedo stringere i denti con gli occhi socchiusi.

Mi perdo per un attimo ad osservare il suo viso. «Lo so che mi stai osservando, Clarisse»
«Stavo.. stavo cercando di capire se il tuo naso fosse rotto», dico tutto d'un fiato. Sorride e apre gli occhi e mi osserva dritto negli occhi.

Incantata dai suoi occhi, continuo a guardarlo cercando di entrare in quei smeraldi. Sento il respiro corto e il suo non sembra essere da meno. Poi, tutto d'un tratto, inizia ad avvicinare il suo viso al mio.

Adesso sento il suo respiro solleticarmi gli zigomi e il naso. Mi alzo leggermente in punta di piedi e poso le mie labbra sulle sue, dandogli un semplice bacio a stampo.

Dall'imbarazzo, però, mi stacco subito e mi maledico subito dopo. «Ehm.. mi dispiace, non so che mi è preso. Non capiterà mai più», balbetto e mi scosto leggermente passandomi una mano nei capelli.

Lui nel mentre scende dal lettino su cui stava seduto e mi si avvicina. «Non mi è dispiaciuto il tuo gesto spontaneo», sussurra, poi preme la sua bocca contro la mia. Mi allontano, però, subito dopo spingendolo appena per lasciarmi spazio. «Come ho detto non dovrà capitare mai più e poi, ricordatelo, non sono una delle tante che per un bacio o qualche parola dolce ti correrà dietro»

«Tutto apposto?», mi giro ritrovandomi l'infermiera difronte. «Si mrs. Carris, ho soltanto disinfettato le ferite del signorino Amderson in sua assenza. Il naso lo lascio controllare a lei», le mostro un sorriso di circostanza ed esco da quella stanza.

***

Sono ormai ore che sto seduta sul mio letto dietro ai compiti di letteratura. Semplicemente non riesco a concentrarmi e forse mi sento anche un po' in colpa per aver respinto Chris, visto che sembrò un po' colpito dalle mie parole.

Un bussare alla porta mi risveglia dai miei pensieri, quindi grido un semplice 'Avanti' continuando a guardare la pagina vuota del mio quaderno.

Dalla porta del mio armadio sbuca un Chris con una scatola di cioccolatini in mano. «Volevo scusarmi», dice porgendomi la scatola. La prendo e la apro subito, costatando che sono quelli che mia madre mi comprava da piccola. «Sei andato a chiedere a mia madre, non è così?», chiedo prendendo e spacchettando un cioccolatino.

«In realtà mi ricordavo che ti piacevano, visto che alle elementari ne avevi sempre un paio nello zaino», confessa grattandosi la testa. Gli faccio un sorriso e sposto i libri e i quaderni per fargli un po' di spazio sul letto.

«Scusami tu», sussurro all'improvviso facendo riferimento al bacio che gli ho rubato oggi, «non avrei dovuto permettermi di farlo»

«Perché l'hai fatto se non lo volevi?», sussurra anche lui, come se avessimo paura che qualcuno ci senta. Rifletto un po' sulle sue parole, ma una spiegazione logica non esiste in questo caso.

«Me la sentivo di farlo, non avevo un vero e proprio motivo» Fisso la mia roba sul letto visto che mi vergogno leggermente per la situazione.

Lo vedo annuire e poi fissa anche lui i fogli vuoti sul letto. «Serve aiuto?», alzo lo sguardo e gli mostro un sorriso imbarazzato. «Sono per lunedì, però in teoria si» Ride a sua volta e viene a sedersi affianco a me.

«Grazie», borbotto portando una ciocca di capelli dietro all'orecchio.

-Sealed with a Kiss- [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora