«Sono pronta per l'inferno», dico subito appena entrata nell'auto, «Tra te, i tacchi e la noiosità della serata programmata non so cosa sia peggio» Uno sguardo divertito spunta sul suo viso. «I tacchi mia cara»
«Oh no, credo che quelli siano la cosa più innocua tra tutte. Forse», ridiamo stranamente insieme e poi mette in moto.
Tre quarti d'ora dopo ci ritroviamo nel parcheggio di una villa, la quale è forse il doppio se non il triplo rispetto a quella in cui viviamo.Si affaccia sulla spiaggia e sul mare. La vista è a dir poco stupenda. «Vi appartiene?», sussurro osservando la maestà di questa casa.
«Si, ci vivevamo prima qui. Ora la utilizziamo solo per feste come questa o per qualche scappatella quando ci si vuole isolare un po' visto che è circondata soltanto da ville per le vacanze»
«E come mai non abitate più qui?», chiedo e noto come stringe i pugni. A quanto pare tra oggi e ieri sto ponendo troppe domande scomode. «No. Tranquillo, non mi devi rispondere. Se non te la senti non è un problema, scusami per averti messo oggi quasi tutta la giornata a disagio», gli accarezzo la mano, che è posta ancora sul volante e poi scendo.
Lo sento sussurrare un semplice 'grazie' e poi scende anche lui.
L'arietta fresca della sera si fa sentire, così mi stringo nel mio vestito. Chris mi fa segno di prenderlo a braccetto per incamminarci verso l'entrata.
Faccio un po' fatica a camminare con i tacchi sul terreno non asfaltato, ma cerco comunque di impegnarmi a non cadere o peggio a non prendere una storta. Per davvero questa volta.
«Signorino Anderson, suo padre e la signora Richards sono già dentro», la guardia della sicurezza avvisa il biondino affianco a me, dopo di che si sposta per poter farci entrare.
Una grande sala con molte persone e una scala che conduce al piano di sopra è la prima cosa che vedo, a destra, invece, un grande banchetto, in un angolo un piccolo palco e noto anche un paio di porte chiuse. Non mi soffermo sui dettagli.
Camerieri con vassoi girano in continuazione tra la gente a offrirle dello champagne. Poco dopo, un cameriere viene verso di noi. Christian ne prende due, porgendomene uno. Sussurro un 'grazie' e ne bevo un sorso.
Per fortuna il liquido non brucia tanto in gola.«Il caro Christian Anderson!» Entrambi ci giriamo e ritroviamo un uomo sulla trentina con una donna al suo fianco anch'essa più o meno della stessa età. «Daniel, Kat.. lei è Megan», mi porgono la mano, così la stringo a tutti e due.
«Megan, loro sono mia zia e mio zio», mi avvisa lui. «Da parte di chi?», domando io a mia volta e nuovamente si paralizzano tutti.
Mi sento veramente a disagio.I due uomini iniziano a parlare, mentre io mi ritrovo un po' in imbarazzo visto che non sono una delle migliori a fare conversazione con persone che non conosco.
Mi guardo un po' intorno e intravedo i miei amici all'entrata. Mi giro verso il mio 'accompagnatore' e lo avviso che torno subito.
Lui annuisce soltanto e io mi avvio verso John e Sophie.«Wow», dico vedendo il bel vestito di Soph, poi scannerizzo John dalla testa ai piedi. Purtroppo ho avuto poche occasioni per vederlo vestito in smoking. Certo non si veste male nella quotidianità, però è raro vederlo così.
«Anche tu non sei male, giovanotto», ridacchio spostando il mio sguardo sul mio amico, dopo di che lo stringo forte tra le mie braccia. Lui mi posa, poi, anche un bacio sulla tempia, così passo a salutare la mora.
«Tu sei veramente stupenda nel tuo vestito» Sophie non perde tempo a farmi anche a me un complimento, mentre John annuisce sorridendo.
«Mi costa dirlo, ma.. è anche merito di Chris e della commessa», metto un sorriso amaro su e mi giro verso di lui. Sta ancora chiacchierando con i suoi zii.
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-Sealed with a Kiss- [IN PAUSA]
RomansaLei, Megan Richards... Ragazza all'apparenza normale, molto vivace, creativa e solare, con demoni da sconfiggere dentro di sé. Lui, Christian Anderson... Ragazzo dai tanti filtri.. ricco, particolarmente sportivo, stronzo, bipolare e popolare. Non...