-Capitolo 2-

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Finalmente la campanella segna la fine delle lezioni per oggi. Esco dall'aula di musica e mi dirigo verso l'uscita e di fronte al cancello ritrovo John in tutto il suo splendore appoggiato alla sua auto.

«Signorina Richards, non ho tutto il tempo di questo mondo...», mi richiama lui con fare arrogante. Se non lo conoscessi direi che è veramente uno snob arrogante, ma so che non è così. Avvolte può essere proprio un tenerone, se vuole...

Non me lo faccio ripetere due volte e salgo, non ho molta voglia di andare a piedi. Lui parte a tutta velocità e in una decina ci ritroviamo sotto il cancello della mia dolce e amata casa.

È piccolina non c'è niente da ridire, però io la amo così com'è. Che poi per due persone è perfetta, ho i miei spazi e mia madre ha i suoi e non dimentichiamoci che non sono una grande fan delle case esageratamente grandi, non lo so mi sembra uno spreco se ci vivono poche persone.

Il mio amico spegne il motore e incita ad uscire «Daii che ho fame!», alzo gli occhi al cielo e decido di uscire dall'auto.
Sempre a lamentarsi sta questo ragazzo...

«Mamma?», chiamo, ma vedendo che non risponde, presumo che sia ancora a lavoro.
Da quando i miei si sono separati, mia madre lavora nell'azienda del padre di quel imbecille di Christian Anderson come contabile. Si, è vero è impegnativo e ti fa arrivare tardi la sera, ma la pausa pranzo di solito la faceva sempre con me. Ultimamente,  però, il lavoro le ruba pure quello.

Apro il frigo quando mi arriva un messaggio da quest'ultima 'scusami tesoro ma andrò a mangiare qualcosa con dei colleghi' pochi secondi dopo me ne arriva un altro 'Tu e John trovate del sugo per farvi della pasta al ragù in frigo' .

«Pasta al ragù o pizza?» mi giro verso il moro dalle iridi di ghiaccio aspettando una risposta. Ci guardiamo per un paio di secondi negli occhi e poi gridiamo insieme «pizza e Netflix!»

***

La sera sono distrutta.. Ho passato il pomeriggio insieme a John e Sophie, che ci ha raggiunti dopo, a guardare insieme a noi Netflix e a mangiare porcherie. Mia madre non è ancora arrivata, cosa a cui sono ormai abituata..

Decido di uscire a fare due passi lungo il mare visto che sono appena le otto e fra un po' tramonterà il sole.

Mi ricordo quando ero piccola la sera passeggiavo sempre con mio padre lungo il mare. Passavamo del tempo insieme, guardavamo il tramonto stesi sulla sabbia e poi osservavamo le stelle comparire finché non mi addormentavo.

Da quando se n'è andato ho iniziato a campeggiare ogni tanto in spiaggia giusto per ricordarmi quei bei momenti. Ma non è mai stata la stessa cosa, adesso lui si preoccupa soltanto di sborsare soldi per la sua nuova famiglia.

Cerco di scacciare via i brutti pensieri e inizio a togliermi i vestiti. A quest'ora non c'è nessuno, quindi perché non fare un bagno?

Mi tuffo e inizio a nuotare, muovo le mani e i piedi in modo sincronizzato. Osservo il sole nascondersi piano piano per poi scomparire... quel mix di colori che si dipinge sul cielo è indescrivibile.  L'ho visto un sacco di volte, ma è come se fosse sempre la prima volta che vedo una cosa del genere.

All'improvviso mi sento cingere i fianchi da una persona a me sconosciuta, cerco di girarmi ma vengo alzata in alto come un sacco di patate e buttata in acqua, tranne che l'unica differenza tra me e un sacco di patate è che io peso decisamente di più.

Ritorno a galla per prendere aria e mi giro per vedere chi è stato, ma intorno a me non c'è proprio nessuno. «Fantastico adesso mi immagino pure le cose», mormoro tra me e me.
Certo perché una forza sovrannaturale ti ha alzata e buttata in acqua, no? Si vede che sei molto intelligente Megan.

«No, non te lo sei immaginata», impossibile non riconoscere questa voce talmente odiosa... «Chris...», ringhio io,  «Si, Megan?» «Sei..decisamente uno.. stro-», non faccio in tempo di finire la frase che vengo buttata di nuovo in acqua.

Riemergo a galla e inizio a nuotare verso la spiaggia. Arrivo al mio asciugamano lo metto sulle spalle e mi avvio verso casa mia che è a due passi dalla spiaggia.

«Che fondoschiena!» e purtroppo solo ora mi rendo conto che non avevo il costume da bagno addosso, ma la mia biancheria intima, «Zitto» urlo cercando di coprirmi con l'asciugamano.

Non ci credo! Non posso credere che lo abbia fatto davvero... Ma come si permette? Non mi pare di essere in tanta confidenza per permettersi di ridire e scherzare con me, per di più guardarmi pure il didietro.

Sono talmente arrabbiata da non accorgermi che sono andata a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. Alzo la testa e vedo mia madre con uno sguardo divertito stampato in faccia.

«Chi era quel ragazzo?», domanda facendomi un sorrisino storto. Oddio non penserà di certo che... «Oh mamma è solo un amico..», neanche penso tra me e me, ma questo lei non lo deve venir a sapere. «Oh ma quello è Chris!»

Non ho il tempo di rispondere che sento una voce alle mie spalle, «Sera signora Richards»
Mia madre lo accoglie in un caloroso abbraccio e poi aggiunge: «Ti ho detto mille volte di chiamarmi Elizabeth» mille volte? Chiamarmi Elisabeth? Ma cosa diamine mi sono persa..

«Ehm... mamma? Vi conoscete?», sputo la domanda velenosa. «Beh amore, lui è il figlio del grande capo, quindi... ci siamo incontrati un paio di volte alle cene fatte dall'azienda.»

Rispondo con un semplice 'ok'.
Ma aspetta aspetta aspetta. Io sapevo che mia madre frequentasse il capo del suo dipartimento, ma dal luccichio che ho visto nei suoi occhi quando ha pronunciato le parole 'grande' e 'capo'  mi fa pensare che mi sbagliavo.

Per tutti i santi! Adesso mi ritrovo soltanto a sperare che sia solo l'ennesima avventura di mia madre.

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Ciao a tutti! Scusate il ritardo, ma ho avuto veramente poco tempo per scrivere siccome ci sono state un paio di cose che mi hanno intralciato il percorso.

Spero comunque che vi sia piaciuto, ovviamente fatemelo sapere con una stellina o un commento.
A presto!

-Sealed with a Kiss- [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora