-Capitolo 13-

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Sono le nove di sera e ormai sto preparando le cose per il giorno dopo, metto tutti i libri dentro lo zaino e poggio i vestiti sulla poltrona vicino al letto.

Subito come si entra sulla mia stanza sulla sinistra si trova la porta della stanza del mio armadio, in cui stranamente si trovano i miei e vestiti da uomo. Infatti in fondo alla stanza c'è un'altra porta. Dove sbucherei, se l'aprirei, non lo so, ma lo scoprirò. Di fianco alla porta del mio armadio sono attaccati al muro due quadri.

Andando avanti verso sinistra è posizionato un letto enorme con due cuscini grandi bianchi come le lenzuola, due medi verdeacqua scuro e uno più piccolino di un beige simile alle pareti in tutta la stanza. Sopra il letto è stato attaccato alla parete un quadro ritraente dei fiori che ha gli stessi colori di tutta la stanza. Ai lati si trovano due comodini, con su ciascuno di essi un abat-jour, ai piedi invece è stata messa una panca beige. Per terra c'è poi un grande tappeto.

Come illuminazione, non ho un lampadario, ma nelle luci bianche impiantare nel soffitto che contornano tutta la mia futura camera.

Verso la parte sinistra della stanza, c'è una piccola toletta in legno marrone uguale ai comodini con un grande specchio circolare e un sgabellino. Sui entrambi i lati ci sono delle piccole lampade a muro.
Mi chiedo a cosa mi servirà tutto questa visto che ho veramente pochi trucchi, dato che non mi trucco troppo, solo per occasioni speciali e poi non ho nemmeno abbastanza spazio per utilizzarla come scrivania.

Spostandoci dall'altra parte della camera, ovvero sulla destra, vicino al letto sono state posizionate una poltroncina e un posa piedi. Poi alla parete che dal al di fuori, c'è un altro quadro, sotto esso una libreria in legno marrone e di fianco, si trova infine la porta della terrazza.

Girandosi, dinanzi al letto, si vede un caminetto e sopra quest'ultimo una televisione. Nell'angolo a sinistra c'è una pianta, che sia vera o sintetica, non lo so.

Dall'altra parte, invece, si trova la porta che dirige al mio bagno, nel quale ci sono a sua volta sulla destra il box doccia, di fronte alla porta due lavandini bianchi. Sotto essi ci sono gli asciugamani e cianfrusaglie varie in una scatola in legno che servono per la cura del corpo e del viso e, attaccanti al muro, uno specchietto rotondo e uno più grande anch'esso rotondo. Sulla sinistra c'è la vasca sulla quale è stato messo un pezzo di legno per poggiare le cose mentre si è nella vasca e, sopra quest'ultima una grande finestra. Affianco, invece, il gabinetto. Tutto è in stile rustico.

Ora mi trovo stesa sul mio letto gigante che guardo sul soffitto a non fare niente.
Se non fosse che non mi piace questo lusso, direi che è veramente comodo qui.

Soffio una ciocca di capelli che è scappata dalle altre per toglierla dal mio viso e mi chiedo cosa potrei fare. Ripenso a quella porta nel mio armadio, non ci penso due volte e mi alzo.
Mi infilo le mie adorate ciabattine rosa ed entro nell'armadio.

Apro l'altra porta nello stesso momento che un'altra persona lo fa e quindi mi va a finire proprio in faccia. Cado per terra e guardo la persona che mi si para davanti e che mi sta tendendo la mano.

Chris. Vedo il ragazzo a petto nudo e con un solo asciugamano bianco attorno alla vita. Capisce che non prenderò la sua mano, quindi la ritrae. Distolgo subito lo sguardo e mi copro gli occhi con entrambe le mani.

«Oddio!», urlo.
«Che ci fai tu qui nel mio armadio!? E per di più mezzo nudo?», chiedo rialzandomi cercando di non guardarlo in faccia.

«Calma ragazzina», ridacchia, «si da caso che questo sia anche il mio armadio e non potevo immaginarmi che un'impicciona volesse intrufolarsi proprio in quel momento nella mia stanza»

Mostra il suo sorriso bianco ghignando. Sbuffo e alzo gli occhi al cielo. Mi giro di scatto per far volare i miei capelli e farli scontare nella sua faccia e vado in camera mia.

Decido di andarmi a fare una doccia calda e dopo venti minuti esco dal bagno con un asciugamano in testa e uno avvolto al mio corpo.

Indosso il pigiama che avevo preparato prima, ovvero una maglia enorme grigia, e scendo al piano di sotto per bere un bicchiere d'acqua.

Entro in cucina e ci trovo Rosalia, che sta finendo di mettere apposto. «Serve una mano?»

«Oh, signorina Megan», si gira verso di me e nega con la testa, «non serve, ce la faccio da sola»

«Ho come l'impressione che non molti ti chiedano in questa casa di poterti aiutare», sorrido amaramente.

«Il signorino Christian, si. Gli altri invece no», mi confessa lei. Sinceramente non me lo sarei aspettata da uno come lui, sorrido involontariamente e lei lo nota sorridendomi, poi, a sua volta.

«Cosa io si e gli altri no?», ci giriamo entrambe di scatto verso la persona che ha parlato.
Davanti a noi si para un Chris con soli pantaloncini corti addosso e afferra una mela.

«Niente di interessante», rispondo io.

Lui annuisce e se ne va, noi ci rigiriamo entrambe e lei torna al suo lavoro.
«Rosa?», lei si irrigidisce e mi chiedo cosa abbia detto di sbagliato.

«Ti prego di non chiamarmi più così..», afferma cortesemente ma allo stesso tempo in modo freddo. Sussurro un semplice ok. «Comunque cosa volevi chiedermi?»

«Ah.. non saprei dove trovare dei bicchieri», lei mi indica uno sportello bianco in alto a destra, lo apro e ne prendo uno.

Apro la bottiglia d'acqua naturale che c'è sulla penisola e verso il contenuto nel bicchiere. Lo bevo tutto d'un fiato data la sete, dopo mi metto ad aiutarla.

***

Sono stata mezz'ora di sotto ad aiutare Rosalia. Quando ritorno in camera sul letto ritrovo una scatola. Mi guardo intorno come per capire da chi è, ma ovviamente nessuno è in camera mia.

La apro e dentro ritrovo una camicia da letto in seta e un pantalone dello stesso materiale in nero. Tocco il tessuto liscio.

Decido di richiudere la scatola e l'appoggio sulla panca davanti al letto, esco dalla mia stanza e mi dirigo in quella affianco alla mia.
Busso tre volte e sento i passi che si avvicinano alla porta per poi aprirla.

«Dimmi», mi incoraggia lui dopo aver capito che non parlavo.
Trovo coraggio e sorridendogli timidamente parlo: «Grazie..»

«Di nulla», afferma lui capendo subito a cosa mi riferisco. Quel pigiama ero uno dei pigiami che mi avevano affascinato subito quando siamo andati a fare shopping, ma che costava troppo per me. E lui l'avrà capito, «Prendilo come un regalo di benvenuto»

Gli mostro i denti e alzo la mano come per dire 'buona notte', mi copia e poi chiude la porta quando vede che mi sto allontanando.

Rientro in camera mia e mi metto a letto dopo essermi lavata i denti, cadendo subito tra le braccia di Morfeo.

Spazio Autrice:
Credo che questo è uno dei capitoli fino adesso scritti, che mi piace di più. Non lo so perché, ma il momento tra Meg e Chris, poi il fatto che sorprendentemente a Rosalia non piace essere chiamata 'Rosa' e la descrizione della stanza di Meg, mi piacciono come le ho scritte.

Voi cosa ne pensate?
Per quale motivo non Rosalia non vuole essere chiamata in quel modo?
Vi piace la stanza?
E poi.. secondo voi Chris si starà addolcendo? Io non saprei...

Beh lo scopriremo più avanti e ne vedremo delle belle tra i due.

A presto!

-Sealed with a Kiss- [IN PAUSA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora