Ormai è sera e sono appena uscita dalla vasca, dopo avermi fatto un lungo bagno per rilassarmi. Mi servirà molta pazienza questa sera. Avvolgo il mio corpo in un morbido asciugamano e lo stesso faccio anche con i capelli.
Apro un po' la finestra, dato tutto il vapore che si è accumulato, ed esco portando con me l'asciugacapelli.
Apro l'armadio per vedere cosa potrei mettere questa sera, purtroppo mi accorgo troppo tardi che non ho niente da poter indossare per un ristorante da ricchi sfondati.
Sento bussare alla porta, «Signorina Megan, posso entrare?», una voce a me sconosciuta parla da dietro la porta della mia stanza.
Non avendo alcuna risposta da parte mia, continua il suo discorso. «Il signor Anderson mi ha ingaggiato per portarle il suo vestito per stasera, conciarle i capelli e truccarla.», fa una piccola pausa, «Sua madre mi ha lasciato una copia delle chiavi di casa vostra, perciò sono entrata»Annuisco come se lei mi potesse vedere, per assimilare anche queste informazioni. Adesso mi ritrovo pure una ragazza che mi prepari in casa. Altre ragazze sarebbero entusiaste, ma tutto questo non fa per me.
Sussurro un lieve 'Entri pure' e dopo pochi secondi dalla porta sbuca una giovane ragazza.
È bassina e ha delle lentiggini. La trovo alquanto carina, non avrà più della mia età e ispira molta tenerezza e dolcezza.«Allora signorina Megan, io inizierei con i capelli. Sua madre mi ha chiesto esplicitamente di farle dei leggeri boccoli raccolti in una coda alta e per il trucco ci pensiamo subito dopo...-» la fermo un attimo, dato che mi stava parlando troppo velocemente e se continuava, sono sicura che non avrei capito niente.
«Per prima cosa, ti prego dammi del tu», inizio io, «Avrai la mia stessa età e poi mi a me non serve tutta questa cordialità» Le spiego con un sorriso confortante che lei ricambia.
«E seconda cosa ti prego, parla un po' più piano.. stavo avendo dei piccoli problemi a starti dietro», ridacchio lievemente e la vedo arrossire. «No no no... non era mia intenzione imbarazzarti o altro, scusami davvero..»«..Josephine» sussurra talmente piano che mi viene difficile da credere che lo abbia sentito.
«Hai davvero un bel nome.. adesso ti lascio fare il tuo lavoro»***
Dopo circa un'ora sono pronta. Mi sto guardando allo specchio e non posso credere ai miei occhi. Meno male che doveva essere qualcosa di elegante ma non troppo.
Sembro una principessa. Il trucco è leggero ma il rossetto rosso fuoco sulle mie labbra si nota subito.
Come vestito ho un abito celeste in seta con del tulle che ricopre tutto il vestito e forma delle maniche. Possiede uno spacco laterale che non è troppo esagerato e una scollatura squadrata su cui sono sparse perline bianche qua e là e con tantissimi fiorellini che seguono il margine della scollatura. Infine è stata legata una cintura anch'essa con delle perline poco sopra dei miei fianchi. È molto carino ma troppo per me, fin troppo. Non sono abituata a tutta questa sfarzosità.
Prendo la pochette del medesimo colore del vestito e ci metto dentro il minimo indispensabile come telefono, cuffie, caricabatterie, il portafoglio e un pacchetto di fazzoletti e, quando sento il campanello suonare, scendo le scale su dei tacchi bianchi che richiamano il colore delle perline sulla cintura e sulla scollatura.
Impossibile non dire che non sono per niente abituata e che non ho dovuto tenermi stretta al corrimano delle scale, perché purtroppo è la realtà.
Una volta giù cerco di stabilizzarmi sui miei piedi e di camminare fino alla porta. Una volta fuori e dopo aver chiuso la porta a chiave, mi ritrovo davanti una limousine e l'autista che mi tiene la porta aperta.
Mentre mi dirigo verso essa metto il piede male rischiando di cadere e prendermi una storta, però qualcuno mi cinge i fianchi tenendomi ferma.
«Stai attenta cara, i tacchi mi sono constati fin troppo e non ti voglio avere neanche sulla coscienza» Mi giro di scatto nelle sue braccia rischiando ancora una volta di cadere. Lo vedo squadrarmi e poi fare un piccolo ghigno.
«Sapevo che ti sarebbe stato magnificamente questo vestito», dice stavolta un po' più serio.
«Quindi.. sei stato tu a comprarmi questi trampoli e questo abito fin troppo principesco per i miei gusti? E per di più mandarmi Josephine?», alzo la voce per poi sussurrare più a me che a lui, «Pensavo fosse stato tuo padre..»«Ti ricordo che anche io possiedo il nome Anderson», me lo fa presente, mentre mi porge il suo braccio in modo tale di poter arrivare alla limousine senza rischiare di rompermi qualcosa.
Adesso che lo guardo non sembra il solito Christian.. è molto più elegante. Indossa dei jeans neri e una camicia blu notte, della quale i primi tre bottoni sono sbottonati. Difficile da ammettere, ma è sexy.
Una volta in macchina mi sorge una domanda. «Come mai sei qui?» Sul suo viso spunta un sorriso, «Beh.. tua madre si voleva assicurare che tu venissi veramente a cena e non sgattaiolassi fuori di casa prima che arrivasse l'autista.»
«Cioè, tu mi vuoi dire che mi hai controllata tutto il tempo?» chiedo io.
«Sì, in pratica non proprio...» allora si o no? Deciditi ragazzo. «Sono arrivato dieci minuti prima che Josie finisse il suo lavoro e ho aspettato qui sotto mentre fumavo una sigaretta»Mormoro un 'fumare fa male' mentre il suo sguardo mi trucida.
«Vedi di comportarti bene...», inizia lui. Cerco di ribattere però lui mi ferma, «Tua madre ci tiene molto, non rovinarle la serata per il tuo semplice egoismo. E poi i miei fratelli ne risentevano del fatto che non hanno più una madre e da quando la tua di madre è entrata nella loro vita li vedo più contenti, più solari...», mi spiega più calmo guardando tutto il tempo davanti a sé.Non avevo idea che non avesse più una madre o che abbia dei fratelli. Dalla sua indifferenza si potrebbe credere che non gli importa niente di loro, ma so che se non ci tenesse a loro, non me lo avrebbe mai detto. «Si va bene, ma ad una condizione», un sorriso sfacciato è comparso sul suo viso. «Sarebbe?», domanda piegandosi leggermente verso di me.
«Non mi dovrai dare fastidio fino al matrimonio» la butto lì così. Dovrò guadagnarci anche io qualcosa no?
«Okay ci sto. Ma...», fa finta di pensare portandosi una mano sul mento e sfregandolo.
Non dice niente per un po' e sta cosa inizia ad innervosirmi. «Ma?»«Per stasera dovrai fare tutto quello che ti dico io e non potrei mai dire no. Per nulla al mondo. Ci siamo capiti?» Rimango all'inizio scoccata dalla proposta. Solo per stasera non è una tragedia. «Ci sto»
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Spazio autrice:
Bene bene bene. Ecco il nuovo capitolo, un po' corto. Avrei voluto farlo un po' più lungo ma ho deciso di pubblicarlo lo stesso.Come sempre spero vi sia piaciuto. Se è così fatemelo sapere con una stellina e un commento.
Alla prossima!
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-Sealed with a Kiss- [IN PAUSA]
RomanceLei, Megan Richards... Ragazza all'apparenza normale, molto vivace, creativa e solare, con demoni da sconfiggere dentro di sé. Lui, Christian Anderson... Ragazzo dai tanti filtri.. ricco, particolarmente sportivo, stronzo, bipolare e popolare. Non...