Capitolo 4

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"Che dici Luigia? Come sto?"

"Vostra Altezza, siete bellissima! Il Conte apprezzerà di sicuro!" Qualcuno bussa alla porta e la mia dama chiede chi sia.

"Debora? Posso entrare?"

"Certo, vieni pure." Cesare entra, in giacca e cravatta, come credo di non averlo mai visto.

"Sei bellissima, come sempre."

"Io vi lascio. Vostra Altezza, chiamatemi se avete bisogno di me." Luigia fa un piccolo inchino e va via. Appena tutti sono fuori dalla camera Cesare si avvicina a me e mi lascia un delicato bacio sulle labbra.

"Oh Debora, tu non immagini quanto mi sei mancata, quanto ho desiderato vederti, toccarti, parlarti."

"Anche io Cesare, ho fatto di tutto pur di averti qui, con me. Eppure c'è qualcosa che ancora devo dirti." Lui mi guarda e cerca di scovare qualcosa nei miei occhi ma io mi giro e inizio a parlargli.

"La settimana prossima qui arriverà il duca maggiore di Svezia, Nils-Erik Engström."

"Come può tangermi questa cosa?" Mi chiede non capendo.

"Sarà mio marito, lo sposerò l'indomani il suo arrivo." Cesare si accascia sul letto, con la testa fra le braccia.

"E allora? Perché io sono qui se tu devi sposare un altro? Perché vuoi farmi soffrire?"

"No no no." Mi piego sulle ginocchia e raccolgo il suo capo.

"Sarai il mio vero amore, appena lui verrà qui dovremmo passare la prima notte di nozze e da quel punto potrò concedermi a te."

"Cosa? Dovrei mandare giù l'idea che tu abbia la tua prima volta con lui solo perché poi ti avrò anche io?"

"Cesare, non ho altra alternativa."

"La hai, invece."

"Dimmi amore mio." Si avvicina a me e passa le sue labbra sul mio collo.

"Basterebbe tu ti concedessi a me prima del matrimonio, lo svedese non vorrà sposarti e tuo fratello si arrenderà a noi due."

"No, no, io non posso fargli questo. Non posso. Una volta scoperto, mio fratello si arrabbierebbe, ti manderebbe via, o peggio ti farebbe decapitare."

"No se tu facessi la mia stessa fine."

"Ma io non voglio morire."

"Hai detto di amarmi." Si avvicina alla cerniera del mio abito iniziando a tirarla giù.

"Sì ma..."

"Tuo fratello non ti ucciderebbe mai e non farebbe uccidere nemmeno me."

"No, non posso." Con uno scatto la cerniera va giù completamente, lui mi fissa in intimo ma è adirato e correndo verso la porta si pronuncia.

"Tu non mi ami davvero, lo faresti per me." E poi va via sbattendo la porta. Le lacrime iniziano a scendere e Luigia raggiunge la mia camera.

"Vostra Altezza! Ma cosa è successo?" Chiede spaventata. Senza che io le risponda, continua.

"Cameriere! Cameriere! Presto! Preparate la vasca per la Duchessa! Chiamate Sua Maestà!" io la contraddico.

"No, non fate chiamare mio fratello, non è accaduto nulla, farò volentieri il bagno e poi vorrò andare a letto." Dico a Luigia e lei annuendo segue i miei movimenti fino a quando non sono stesa nel letto e lei chiude le tende del baldacchino.

Per i giorni seguenti non vedo Cesare da alcuna parte, sono silenziosa, anche con mio fratello che prova sovente ad intavolare una conversazione con me; il pomeriggio i ministri mi invitano nei loro uffici per parlarmi del mio futuro marito. Non posso negare sia veramente molto bello e mi raccontano sia molto astuto, un grande generale ed elegante. La scelta di mio fratello è stata a dir poco ottima ma i ministri mi hanno detto anche che il suo carattere sia molto difficile, ignorando che a me non importi affatto del suo carattere in quanto vorrei considerarlo mio marito il meno possibile.

Solo una sera, dopo tre lunghissimi giorni, quando mio fratello mi costringe a stare con le dame nei saloni, vedo Cesare circondato da ragazze che lo guardano affascinate. La gelosia mi monta in gola e mi avvicino al gruppetto, tutte si inchinano e mi salutano.

"Conte Minerva, può seguirmi?" Chiedo a Cesare.

"Ovviamente, Vostra Altezza. Se volete scusarmi signore, spero di rivedervi." Le galline, avendo capito che lui sia nelle mie grazie, lo salutano ridacchiando e sperando che lui si scopi qualcuna di loro così da diventare automaticamente mie dame. E questo mi conferma quanto loro siano stupide.

"Ne hai trovate delle altre quando io ti ho negato il mio corpo?" Chiedo subito.

"No, nessuna come te, non potrei nemmeno cercare qualcuna che ti somigli."

"Lo spero."

"Sono disposto ad aspettarti, sono disposto a sopportare tuo marito se questo mi assicura il tuo corpo unito al mio."

"Sarai il mio pensiero già dalla seconda notte, lo giuro." Cesare mi sorride e mi lascia un bacio sulla fronte.

"Tuo fratello, che dice? Ha trovato Regina?"

"Credo sposerà l'erede di Francia, arriverà poco tempo dopo Nils-Erik."

"Tu lo hai visto?"

"Sì, è molto bello e mi hanno detto anche sia molto intelligente, ma tutto ciò non mi scalfisce, è te che amo."

"Sentirtelo dire mi provoca farfalle nello stomaco che fanno festa." Ridiamo insieme.

"È da molto che non vai a trovare i tuoi genitori?" Mi chiede poi.

"Riccardo vorrebbe spostare le loro tombe e portarle qui a Roma ma ci vorrà del tempo, mi mancano così tanto." Le lacrime scorrono dai miei occhi e lui mi abbraccia.

"Lo so, io c'ero quando è avvenuta la tragedia, ricorda che noi non potremmo mai lasciarci, siamo legati da cose forti." Annuisco e lui mi sorride.

"Sono molto stanco, credo andrò a dormire."

"Sì, lo farò anche io. Buonanotte."

"Buonanotte amore mio." Dice prima di sparire dal mio campo visivo.

Io chiamo Luigia per il rituale notturno fino a quando riesco ad addormentarmi. Nel cuore della notte però la porta della mia camera viene spalancata e dei passi forti si sentono per essa, le tende del mio letto vengono aperte e mio fratello è lì che mi guarda con le mani sui fianchi.

"Dov'è Cesare?" Mi chiede.

"Nella sua camera, a letto." Rispondo.

"No, è nelle camere della figlia del mio primo ministro. Digli che se vuole restare a corte non deve portare di questi disonori alle famiglie." Mi dice duro per poi andare via ed io sento il mio cuore che si frantuma in mille pezzi.

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