Capitolo 20

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"Oh sì, Stefan, ci sono quasi." Ansimo.

"Cristo Debora." Gocce di sudore scivolano dalla sua fronte mentre mi guarda con la bocca schiusa. Dopo poco l'orgasmo ci travolge e lui si stende accanto a me circondami le spalle con il suo braccio e poggiando il capo sulla testata del letto.

"Quanto ho dovuto aspettare." Dice prima di poggiare un leggero bacio sulle mie labbra facendomi arrossire e sorridere.

"Tra meno di un mese te ne andrai." Riflette facendo cerchi sulla mia coscia con il suo indice e tenendo la testa bassa.

"Sapevamo sarebbe finita così." Gli dico semplicemente e lui mi guarda dispiaciuto.

"Già."

"Stefan, io vorrei che le mie dame mi trovassero nel mio letto domani mattina." Gli dico un po' in colpa per lasciarlo qui.

"Certo, va pure Debora, ci vediamo domani mattina?"

"Ti faccio sapere." E poi noto che non ho il suo numero. Lui mi legge quasi nel pensiero prendendo un foglietto.

"Tieni, è il mio numero, scrivimi domani mattina. Spesso dimentico appuntamenti e non vorrei darti buca se ci organizziamo." Dice grattando la testa e ridendo facendo ridere anche me. Mi rivesto e mi dirigo lentamente e silenziosamente verso i miei appartamenti. Chiudo la porta dell'ingresso cauta preparata al mio freddo e vuoto letto ma quando entro in camera, Nils è sveglio, con il telefono in mano.

"Oh sei sveglio. Come mai?"

"Non riuscivo a prendere sonno." Annuisco e mi infilo sotto le coperte.

"Buonanotte." Dico dopo.

"No buonanotte un cazzo, dobbiamo parlare noi due."

"No e se proprio vuoi dirmi qualcosa fallo domattina, ora sono stanca."

"Beh ci pensavi prima di fare una grandiosa notte di sesso, ora stai sveglia." Sbuffo irritata quando inizia a scuotermi e mi giro verso di lui.

"Cosa avete fatto?"

"Abbiamo giocato con le bambole Nils, ora dormi."

"E se il figlio non sarà mio."

"Non c'è dubbio, ci proteggiamo." Lo rassicuro e lo vedo tirare un sospiro di sollievo.

"Non credevo tu fossi fatta così." Dice a voce bassa.

"Così come?"

"Così stronza."

"Non lo sono Nils, anche tu lo fai con me e anche con molte più donne." Rido nervosa.

"Sì ma io sono un uomo Debora."

"E quindi?"

"E quindi tu devi farti entrare bene l'idea che sei la mia cazzo di moglie e devi finirla di comportarti come se non fossi sposata." Mi rimprovera.

"Penso nel bene della mia nazione, rafforzo le alleanze." Gli dico ironica.

"Cosa ha lui più di me?"

"Mi rispetta, è gentile, è dolce, ci posso parlare senza rischiare che mi gridi in faccia e prova sentimenti per me. È un galantuomo."

"Anche io sono tutte queste cose ma tu, Debora, riesci sempre e solo a tirare fuori la parte peggiore di me." E ammetto che questa frase un po' mi ferisce.

"Mi dispiace Nils, non lo faccio apposta se può consolarti."

"E allora divorziamo."

"Non funziona proprio così."

"Funziona che vai da chi devi andare e divorzi."

"Nils, hai solo sonno per me, dormi."

"No, cazzo, non è giusto. Lui ha sempre quello che spetta a me!" Sbotta all'improvviso e io sto zitta sapendo che continuerà.

"Lui ha il mio trono, lui ha il mio regno, lui ha la mia promessa sposa e lui adesso ha anche mia moglie."

"Ma sei tu che ti fai terra bruciata intorno! Parli di cose che erano tue e a cui tu hai rinunciato! Sei tu che distruggi ogni cosa che incontri!"

"Come sai?" Mi chiede stranito.

"La gente parla Nils cazzo, come credevi che non lo sarei venuta a sapere? Ora spegni questa cazzo di luce e dormi." E per la prima volta si fa gridare contro.

"Debora, mi dispiace."

"Non mi interessa della tua vita Nils."

"Credi di essere incinta?" Cambia discorso.

"È presto per dirlo."

"Vorrei fosse femmina." Dice.

"Io maschio così non dovrei più stare nel tuo letto." Sputo velenosa e so che anche se non lo dimostra, è colpito dalle mie parole.

"Debora, non riusciremo mai a vivere così. Dobbiamo essere civili." Dice.

"Tu che hai cacciato un ragazzo a calci in culo dal mio palazzo, tu che hai passato la mia prima notte di nozze con un'altra, tu che non mi degni di uno sguardo se non per disprezzo mi parli di civiltà?"

"Sì lo faccio, sono stufo di avere a che fare con i tuoi capricci, hai capito?"

"Io capricciosa? Ma non ti permettere! Io sono figlia di persone che sono morte in battaglia per costruire il mio Regno. Nelle mie vene scorre sangue aggressivo, bellicoso, tenace. E non sarai tu maritino stanco a farmi stare buona. Sono stata sufficientemente chiara? Non lo ripeto più." E incrocio le braccia sul mio petto.

"Okay, allora basterà ignorarci ma non farmi stare più come questa sera, ti prego. Torna sempre nel nostro letto."

"Solo se lo farai anche tu." Ribatto.

"Certo che tu sei un tipetto."

"Come sei stato questa sera?" Chiedo curiosa.

"Non sono affaracci che ti riguardano." Si mette subito sulla difensiva ed io alzo le mani.

"Allora? La finirai di mettere incinta ogni mia dama?" Gli chiedo.

"Mai fatto."

"Chiedilo a Clara." I suoi occhi si spalancano terrorizzati.

"Stavo scherzando ma dovevi vedere la tua faccia." Rido.

"E ti sembrano scherzi da fare? Comunque non ti ho chiesto di non tradirmi, ti ho chiesto solo di passare ogni notte con me."

"È già qualcosa." Rifletto e accetto.

"Il vestito ti stava proprio bene ieri sera." Dice a voce bassa.

"Cosa? Alza la voce."

"Hai sentito benissimo, non lo ripeto, non faccio complimenti." Io ridacchio furba.

"E invece me ne hai appena fatto uno."

"Che tu sia molto bella è oggettivo, non sono il primo a dirtelo."

"Grazie Nils. Da te vale certamente di più." Lui mi sorride.

"Perché vale di più?

"Perché sei mio marito e a quanto pare dormirò ogni notte con te."

"Ammettilo che ti piaccio."

"COSA? Sei impazzito?"

"Piaccio a tutte, non ti devi vergognare dai ammettilo."

"Buonanotte Nils." Dico ridendo e lui mi accompagna.

"Buonanotte Debora." Spegniamo gli abat-jour e io mi giro di schiena ma il sonno non arriva. Dopo poco tempo il suo respiro caldo è sul mio collo e le sue mani fredde, anche a luglio, accarezzano il mio ventre e capisco che si è steso accanto a me, di lato, abbracciandomi da dietro.

"Debora, piccola Debora, se tu sapessi in quanti pezzi è stato fatto il mio cuore, saresti l'unica in grado di rimetterli insieme." Dice e poi non sento più nulla. Lui si è addormentato ma ha pronunciato parole che annullano completamente il mio sonno.

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