Capitolo 18

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"Buongiorno Duchessa." Una voce maschile mi sveglia ed io spero tanto che sia il mio Nils solo che, quando apro gli occhi, è Stefan che ho davanti.

"Vostra Maestà, ho dimenticato qualche appuntamento?"

"No, non vi preoccupate, volevo portarvi a fare un giro di Stoccolma, se vi fa piacere."

"Sì, attendete che io mi prepari."

"Debora, dov'è mio fratello?" Chiede poi.

"Non ha dormito con me Sire, non saprei dirvi." Lui annuisce.

"Capita anche in Italia?"

"So che non mi è molto fedele ma dorme sempre con me la notte." Confesso omettendo la mia prima notte di nozze.

"È fatto così Duchessa, abbiate pazienza." Mi sorride. Alcune volte ci diamo del voi, altre del tu. Non ho ancora ben capito lo stato di confidenza che c'è tra me e Stefan, semplicemente non facciamo caso a queste cose.

"Debora, ti prego muoviti!" Dice lui ridendo.

"Cinque minuti, giuro solo cinque."

"Accordato." E corro per la camera preparando la mia borsetta. Indosso dei semplici jeans skinny a vita alta con una camicetta a maniche corte gialla, ai piedi ho delle zeppe con la fascia sul piede gialla.

"Eccomi qui. Scusate se vi ho fatto aspettare."

"Non preoccupatevi, alla fine siete sempre una donna."

"Sento odore di maschilismo." Dico con una smorfia.

"Sento odore di verità." Ribatte lui entrando in una magnifica Ferrari.

"Immagino che il tuo garage sia pieno di Ferrari e Lamborghini, sei italiana in fondo."

"Sì, ho una Ferrari ma non ne ho mai usufruito."

"Beh allora venite al posto di guida."

"Sire, non ho la patente."

"Sei con il Re, non credo importi molto ai poliziotti. Dai vieni." Insiste e io cedo.

"Okay, sistema il sedile, lo specchietto retrovisore, quelli laterali. Questa macchina ha il cambio manuale quindi devi cambiare le marce. Metti un piede sula frizione e schiaccia, inserisci la prima, schiaccia piano sull'acceleratore e lascia lentamente la frizione. Quando senti che la macchina accelera premi sulla frizione e aumenta la marcia, per frenare devi tenere premuto freno e frizione." Immagazzino tutte le informazioni e seguo le sue istruzioni stupendomi che effettivamente riesco a partire.

"Ecco, stai andando molto piano per una Ferrari ma non importa, stai imparando." Mi diverto ancora un po' ma poi ci scambiamo nuovamente così che io possa ammirare Stoccolma, tipica capitale dei paesi del Nord. Quando lui parte, sfreccia per le strade e la velocità mi preoccupa un po'.

"Sta tranquilla Debora, non ci schianteremo." Mi sorride lui e sposta la mano dal cambio alla mia gamba afferrando il mio interno coscia. Sono a disagio ma non gli dico nulla in quanto so che è solo un gesto amichevole.

"Mi dispiace non essere venuto al vostro matrimonio." Dice poi.

"Avevate buone ragioni Sire, non ha importanza."

"Mio fratello invece si è infuriato."

"Vostro fratello si infuria per tutto."

"Come sei dolce Debora, Erik non ti merita." Dice dopo un po'.

"E sei anche bellissima." Dice sospirando dopo poco.

"Dove stiamo andando?" Cambio discorso.

"Ad una tenuta che ho fuori città, Erik mi ha detto che vi piace andare a cavallo."

"È così Sire, grazie." Gli sorrido e lui ricambia. Dopo una mezz'oretta buona in macchina finalmente scendiamo in aperta pianura.

"Sire non vi attendevamo!" Dice un'anziana signora in svedese uscendo da una piccola casetta accanto alla stalla e Stefan ha l'accortezza di tradurre per me.

"Scusate Belle, ma vi ho portato mia cognata, la moglie di Erik."

"È molto bella ma non capisce lo svedese, vero?"

"No Belle."

"Di dov'è?"

"È italiana."

"Buona la pizza." Dice subito lei e io ridacchio.

"Belle, noi andiamo ai cavalli." Dice lui guidandomi verso la stalla. Ovviamente il terreno lì non è dei migliori per le mie zeppe e rallento significamente dietro Stefan.

"Debora, che succede?"

"Le scarpe." Ridacchio io. Lui viene verso di me e senza che io riesco ad impedirlo lui mi prende in braccio con un braccio dietro la mia schiena e l'altro sotto le mie gambe.

"Sire, non dovete preoccuparvi." Lui non risponde, solo mi guarda negli occhi e mi poggia dove c'è la legna e riesco a camminare più facilmente.

"Grazie Vostra Maestà ma non dovevate." Lui si avvicina a me e mi bacia in modo passionale. Lo spingo via stranita.

"Ve lo ha chiesto Nils? Vuole vedere se io sono fedele? Ma guarda un po'!" Dico infastidita.

"Sta zitta Debora." Dice lui e si fionda nuovamente sulle mie labbra. Non è famelico come Nils, è dolce e romantico. Non so perché io stia ricambiando, solo lo faccio. Quando slaccia la sua cintura però mi blocco all'istante.

"No Stefan, io sto cercando di rimanere incinta da Nils, non posso." Lui mi guarda senza lasciare la presa su di me, tocca le sue tasche ed esce il suo portafoglio lo apre e compare tra le sue mani un rettangolino argentato. Un preservativo.

"Non lo farò se non vuoi." Si ferma lui.

"Non ti conosco, non so cosa dirai a tuo fratello, non so cosa penserai di me." Confesso.

"Io ti ho scelta per mio fratello sapendo che tu saresti arrivata qui. Volevo vederti, solo una tua foto mi ha reso elettrico. Io sono molto giovane Debora, ho solo 21 anni e sono sposato con una donna che ha 12 anni più di me, che non mi ama e vive per insultare mio fratello solo perché l'ha rifiutata. Sono il Re, ma sono terribilmente solo e quando per la prima volta dopo tanto tempo ho sentito qualcosa dentro di me, con solo un'immagine ho capito che dovevo trovare il modo di guardarti, di parlarti." Le sue parole mi confondono ma non mi allontanano anzi gli accarezzo la barba e penso a concedermi.

Anche se Nils lo venisse a sapere non avrebbe alcun diritto ad arrabbiarsi con me, lui che passa le giornate da una camera all'altra. Suo fratello ha dei sentimenti sinceri per me ed io in modo molto più quieto lo ricambio provando una forte stima per lui e mi basta per dargli ciò che vuole ora. Nils lo fa con me e neanche mi stima.

"Stefan, vieni qui." Dico flebile per poi fiondarmi sulla sua bocca e lui sorride per poi proteggersi ed entrare dentro di me facendomi passare una mattinata più calda di quanto lo sia già a Luglio.

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