Capitolo 13

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"Vostra Altezza, vi prego aprite la porta!"

"Già Duchessa, non fateci preoccupare, ve ne prego!"

"DEBORA! APRI QUESTA FOTTUTA PORTA!"

"Duca! Non siate così burbero! Non vi ascolterà mai così."

"Sono giorni che manca di rispetto a tutti non aprendo quella porta! È casa mia!"

Come mio marito ha già anticipato, sono giorni che ho sigillato ogni entrata del mio appartamento a palazzo affinché quella bestia non ci metta piede e così da poter elaborare in solitudine la partenza di Cesare. Non rispondo e non apro per nulla e a volte godo nel sentire le grida esasperate dello svedese.

"Debora. Apri." Sento la voce di mio fratello e, senza che io riesca a controllarla, la mia mano gira la chiave nella toppa e apre la porta affinché mio fratello entri. Fuori le mie dame, le guardie e mio marito sono scioccati. Mio fratello si fa spazio e chiude la porta dietro di sé.

"Lui aveva ogni diritto di cacciarlo Debora e tu lo sai."

"Avrei preferito lui fosse trattato in maniera più dignitosa."

"Anche io e ne ho già parlato con tuo marito."

"Cosa ti ha detto."

"Che è mortificato e avrebbe voluto scusarsi con te."

"Non lo farebbe mai."

"Non lo puoi tenere fuori dalla tua camera."

"Eccome se lo farò."

"Debora, lui ormai è tuo marito. Io non posso più fare nulla, adesso è un vostro affare. Non metto dito fra moglie e marito." E così va via lasciando la porta aperta. Nils, ovviamente, si precipita dentro chiudendo gli altri fuori.

"Ma pensa quel diamine di cervello che hai in testa?"

"Non ho alcuna intenzione di ascoltare le tue grida, puoi uscire se vuoi solo urlare."

"No, scusami, non volevo." Dice.

"Fare cosa?"

"Tutto ciò che ho fatto, Debora scusami davvero, io non so cosa mi sia preso con te e con quel ragazzo."

"Cesare. E comunque non mi interessano le tue scuse, voglio solo dormire, sono molto stanca."

"Non mangi da giorni, ti faccio portare qualcosa?"

"No, grazie."

"Una torta al limone per la Duchessa."

"Come sapete..."

"Vostro fratello." Fa spallucce.

La torta arriva in men che non si dica ed io la mangio tutta velocemente.

"Volevi un pezzo?" Chiedo notando che mi sta guardando.

"Fortuna che non avevi fame." Ridacchio.

"Non mi conosci proprio Duca dei miei stivali." Lui ride con me ed io spostando il piatto dalle mie gambe mi alzo cercando di combattere con la zip del mio vestito per aprirla. Nils si alza e si pone dietro di me dandomi una mano. Le sue dita lente e calde sfiorano la mia schiena ed una volta finito mi giro bruscamente non degnandolo di uno sguardo, sfilando il mio vestito e rimanendo in intimo davanti a lui. La sua bocca è leggermente aperta, gli occhi sono spalancati e segue ogni mio movimento con lo sguardo, dopo un po' tossisce.

"Cosa?"

"Eh?"

"Perché hai tossito, che hai?"

"È da un po' che non vedo una donna in intimo." Dice guardando in basso e io noto una protuberanza nei suoi pantaloni.

"Non è passato molto dal nostro matrimonio e dalla vostra visita alla Marchesa di Cremona." Debora 1 - Nils 0.

"Ma io ho la donna più bella del palazzo come moglie, come credi non possa farmi effetto?" Mi infilo sotto le coperte e dopo poco lo fa anche lui. Si avvicina a me e sento le sue dita vagare sulle mie cosce.

"Buonanotte Nils." Dico scostando la sua mano.

"Fino a poco tempo fa ricordo tu volevi che io lo facessi."

"Non ho da andare in nessun altro letto ormai." Debora 2 – Nils 0. Si gira di schiena ed entrambi ci addormentiamo.

La mattina dopo la sveglia è dolce con un sole che spacca le pietre e trovo sul mio comodino un cornetto con marmellata di mela, il mio preferito. Dal bagno esce Nils con solo un asciugamano in vita che stranamente sorride.

"Buongiorno Duchessa, si è svegliata finalmente."

"Che ore sono?"

"Le 10:30." Addento il mio cornetto gustandolo da ogni papilla gustativa.

"Lo chef ne ha fatto uno solo, solo per te."

"Grazie Nils."

"Figurati." Mi sorride. Mi alzo e mi avvicino al suo corpo statuario con una camminata decisa e sensuale.

"Se continui farai svegliare qualcun altro." Dice lui con voce bassa e roca.

"Chi?" Dico con voce innocente. Percorro con l'indice le sue labbra, il suo collo, il suo petto, i suoi addominali fino ad arrivare all' entrata dal suo asciugamano.

"Debora, tra poco non risponderò delle mie azioni sappilo."

"Uh, che peccato." Dico con voce bassa. Mi metto sulle ginocchia e mi avvicino ancora di più al nodo che tiene l'asciugamano con la bocca. Nils infila una mano tra i miei capelli accarezzandoli e mi guarda lussurioso.

"Me li mantieni tu?" Chiedo ingenua e lui con un gesto sicuro riesce a raccoglierli tutti intorno al suo braccio.

"Hai esperienza..." Noto.

"E tu?" Ribatte. Con un gesto netto tiro via il suo asciugamano per scoprirlo e con la lingua vado verso il suo pube per poi salire lungo tutta la sua lunghezza e leccare lentamente la punta.

"Dio Debora." Butta la testa indietro ed io lo accolgo dentro di me iniziando a muovere la mia testa avanti e indietro, aumentando la velocità e fermandomi in basso profondamente cosa che lo fa godere copiosamente. Dopo tempo che continuo il mio gioco sento i suoi muscoli contratti dentro la mia bocca e dopo poco si rilassa riversando tutto il suo seme dentro di me ed io, guardandolo negli occhi, lo ingoio per poi sollevarmi.

"Che fantastico buongiorno." Dice lui con voce ancora roca.

"Ma cosa ti è preso?" Continua.

"Mi andava di ringraziarti del cornetto."

"Te ne avrei portato uno molto prima se lo avessi saputo." Mi sorride. Si precipita verso di me e mi prende in braccio facendomi sedere sulla sua spalla e camminando verso l'uscita.

"Nils, sono in vestaglia!"

"Chi oserà guardarti riceverà un bel pugno ma ora ti faccio fare un giro sulla giostra baby." Dice e io rido ad alta voce.

"Vostre Altezze!" Grida Luigia alla nostra vista ma poi ridacchia anche lei. Quando entriamo nella sala da pranzo mio fratello abbassa le pagine del giornale e ci guarda divertiti.

"Sire." Fa un inchino Nils con me sopra. Io mi sbilancio un po' ma lui mi riporta in equilibrio e io rido sempre più rallegrata.

"Mi fa piacere vedervi così affiatati." Ci dice addentando una mela.

"Capita solo a volte quando tua moglie è insopportabile." Gli do un leggero schiaffo sulla testa e lui mi sorride dandomi modo di apprezzare tutto il suo fascino.

"Non sbavare Debora." Mi rimprovera mio fratello e io tutta rossa scendo dalla spalla di Nils ed incrocio le braccia sul petto contrariata dalle loro risate.

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