Capitolo 11

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"Vostra Altezza, Sua Maestà vi richiede nei suoi uffici." Mi dice una guardia.

"Non si interrompe una partita di carte." Gli risponde Cesare ed io ridacchiando mi alzo e mi scuso con gli altri giocatori incamminandomi verso la meta. Al mio arrivo spalanco le porte trovando mio fratello in piedi che guarda verso la finestra e, al mio buongiorno, si volta sorridente.

"Com'è andata?" Chiede subito.

"Cosa?"

"La prima notte di nozze."

"Ah sì, una gran bella dormita!"

"Eh?"

"Riccardo, non so come dirtelo. Non mi ha toccata con un dito." La sua bocca si spalanca e poi inizia a ridere.

"Dai, sempre che scherzi sei."

"Sono pura e casta come la Madonna."

"Ma che diavolo!" Grida lui.

"Ha preferito la compagnia della Marchesa di Cremona."

"Ma chi? Vanessa?"

"Vedo sia cara anche a te quella donna."

"Molto affascinante." Conferma.

"Tanto da farsi scopare da mio marito la prima notte di nozze." Dico sarcastica.

"Questo è un guaio Debora, il matrimonio va consumato, lo sai."

"Lo so ma non posso mica obbligarlo."

"Ora dov'è?"

"Non ne ho idea."

"Ma cazzo Debora, è tuo marito! Come fai a non sapere dove sia."

"Ti dico che non lo so. Ho visto Alfred stamattina ma di lui non c'è traccia, fosse per me lo rimanderei a pedate in culo in Svezia."

"Hey, il linguaggio." Mi riprende mio fratello.

"Il concetto è quello."

"Beh se forse tu ti dimostrassi più gentile..."

"È lui che è uno stronzo, arrogante e scorbutico."

"Qui ci ero arrivato anche io ma tu devi compiacerlo." Sbuffo.

"Comunque sai se questa sera è di nuovo da lei?" Mi chiede poi.

"Me ne fotto di chi gli svuota le palle."

"Non essere volgare, e comunque cerca di allontanarlo da lei."

"Non che me ne importi molto."

"A me sì." Dice per poi diventare tutto rosso.

"Riccardo, l'ha data al marito della Duchessa Maggiore, non credo sia una donna molto raccomandabile."

"Ma lei è la più bella, dopo di te ovviamente, ma tu sei mia sorella."

"Non ho alcuna intenzione di sentirti ancora, ti prego smettila." Lui ridacchia e mi congeda così decido di cambiarmi con dei jeans e una maglietta comoda e raggiungere le stalle per andare a cavallo.

Quando arrivo però Nils è lì e sta spazzolando il suo cavallo. Vorrei tornare indietro.

"Ti ho vista, non sono a disagio se condividiamo gli stessi spazi." Mi dice così decido di indirizzarmi verso il mio cavallo.

"Neanche io sono a disagio." Cazzata.

"Sento quasi l'odore della paura che hai nei miei confronti."

"Rispetto per tutti, paura di nessuno." Gli rispondo scuotendo le spalle. Monto sul mio cavallo e lo fa anche lui sul suo, trotterellando al mio fianco.

"Sappi che non mi infilerò ancora per molto nel nostro letto." Esordisce.

"Non mi tocca la questione."

"Ti tocca eccome rimanere incinta. Di me ovviamente."

"E sentiamo qual è il motivo della decisione."

"Perché se io mi infilassi nel tuo letto, a breve tu staresti nel suo." Dice riferito a Cesare ed io tossisco imbarazzata.

"Debora, mi credevi così stupido?" Mi chiede.

"Non chiamarmi per nome."

"Okay, Anna. Non sapevo avessi un secondo nome."

"Io lo avevo dimenticato." Il silenzio cala per un po' tra noi due.

"Nils, tu sei più grande di me, hai esperienza nelle cose della vita, posso farti una domanda?"

"Dimmi." Si mostra disponibile.

"È possibile che un grande amore termini? Come se quella persona non ti facesse più lo stesso effetto?"

"Capita, e anche molto spesso, che alla tua età si scambi l'affetto per l'amore. Soprattutto quando una persona ti è molto vicina si è spinti a dire che la si ama quando quella nei suoi confronti in realtà è stima, si cresce insieme e questo porta ad un legame molto forte che, però, non ha nulla a che vedere con l'amore." Risponde saggiamente.

"Credo sia quello che è successo con Cesare. Avevo solo lui oltre mio fratello e per questo non riesco a stare senza, perché lui era l'unico quando avevo bisogno di aiuto, adesso sento che solo lui mi può aiutare e capire perché nessuno mi conosce come fa lui, eppure io non sento bisogni fisici o gelosia o passioni travolgenti in sua compagnia."

"Ripeto è stima, non amore. So che lui ti è rimasto accanto in un momento delicato come quello della morte dei tuoi genitori, è una cosa molto importante per te, questo è innegabile." Capisce.

"Come sai..."

"Mi sono informato." Fa spallucce e io ci rido su.

"Ti rattrista pensare a loro?"

"Non troppo, non sono mai stati genitori presenti, erano molto attivi politicamente, sono cresciuta con e grazie a mio fratello."

"Si vede che avete un rapporto speciale."

"Nils, puoi stare lontano da Vanessa? È la favorita di mio fratello." Lui annuisce.

"Non sarei tornato comunque. Non è troppo intelligente." Dice annoiato.

"Eppure non mi sembra tu fossi schizzinoso ieri sera." Ride di gusto.

"Ad un uomo non fa schifo alcuna donna, ricorda bimba. In guerra c'erano puttane con una gamba sola che venivano usate comunque."

"Che schifo Nils!" Esclamo e lui ride.

"Io non me la sento di mandarlo via però." Dico riferita a Cesare.

"Ma te la senti di tenerlo qui e prenderlo in giro?" Mi guarda intensamente negli occhi ed io abbasso il capo.

"Credo gli parlerò oggi. Ma che sia chiaro, non lo faccio per te."

"Credo tu non faresti niente per nessuno, sei una stronza."

"Da quale pulpito viene la predica." Gli dico superba.

"Beh sì, più o meno, so essere saggio quando voglio, non hai sentito?"

"Mi stupisci ogni giorno di più." Ridacchio per poi aumentare la velocità e tornare verso la stalla.

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