Capitolo 30

32 2 0
                                    

"E quindi gli austriaci vogliono prendersi il Veneto." Mio fratello annuisce alla mia deduzione.

"Non capisco perché passino dalle Alpi."

"Ovviamente vogliono approfittare della situazione e prendere più territori possibili." Mi spiega mio marito.

"E quanti uomini abbiamo perso fino ad ora?"

"Uomini e donne. Cinquemila comunque." E sento una lama trafiggere il mio petto.

"C-Cinquemila? Oddio Riccardo." Dico con una mano sulla fronte e l'altra sul petto, gli occhi sbarrati e sgranati e la bocca che forma una perfetta 'o'.

"Piccola, è una situazione complicata, io e tuo fratello stiamo cercando di aggiustare la cosa nel migliore dei modi e arriveremo presto ad una soluzione in modo diplomatico." Nils mi sorride e mi chiama con quel nomignolo come fa da qualche mese dato che la mia gravidanza lo ha sicuramente addolcito nei miei confronti, cerca di rassicurarmi ma lo fa solo in parte.

"Vostra Maestà, io sto riponendo la mia cara Italia nelle vostre mani, non fatemene pentire." Affermo formale e patriottica prima di lasciare l'ufficio di mio fratello.

Ovviamente mi reco nella stanza di Vittorio e passo un po' di tempo a cullarlo, allattarlo e coccolarlo fino a quando anche Nils mi raggiunge e noto che indossa ancora l'alta uniforme. Non posso fare a meno di notare quanto lui sia bellissimo e affascinante. È evidentemente stanco poiché ha passato una nottata scomoda e soprattutto non so da quanto tempo si occupa della questione che di sicuro lo stressa.

"Le mosse militari dell'Italia non ti riguardano, non capisco perché tu affianchi mio fratello." Esordisco infatti.

"La guerra è affar mio da sempre, purtroppo non riesco a stare lontano dai campi di battaglia. Sono pur sempre un generale." Mi risponde fiero.

"Debora io..." Lascia in sospeso la frase e io lo guardo in attesa che continui.

"Io, sì, insomma, volevo, sai, volevo-"

"Ti ringrazierei se finissi la frase prima di questa sera." E cerco di trattenere le risate mordendo il mio labbro inferiore che lui guarda malizioso come sempre.

"Beh senti non lo faccio da un po' di tempo." Lo guardo stranita.

"Volevo chiederti se ti andasse di venire a cena con me. Vittorio ha la balia e tuo fratello mi ha consigliato un ristorante davvero carino."

"Vacci se vuoi provarlo." Lo provoco.

"No, voglio che tu venga con me." Si gratta la nuca imbarazzato ed è la prima volta in quasi un anno che lo vedo in questo stato.

"Mi stai invitando ad un appuntamento Nils?"

"Sì, potrei averti invitata ad un appuntamento."

"E hai la benedizione di mio fratello?" Lo prendo in giro ancora un po'.

"Lascia stare, che idea di merda, fa come non avessi detto nulla."

"Dai Nils scherzavo, certo che ci vengo a cena con te. A che ora devo essere pronta?"

"Alle nove di questa sera passo dalla nostra stanza, adesso ho qualche discorso in sospeso con Aurel."

"Aurel?"

"Sì, sta cercando di insegnarmi una di quelle robe francesi. Bon ton se non sbaglio. Cose da ristorante."

"Va pure, gli ormoni della gravidanza probabilmente le consiglierebbero di sbranarti se non la assecondi." E insieme ridiamo lasciando Vittorio nelle mani di Nadia, la balia che abbiamo assunto per lui.

NILS-ERIK ENGSTRӦM POINT OF VIEW

Mi mangiucchio le unghia delle dita come se tornassi ad avere diciassette anni e chiedessi a Camille di sposarmi, ma non è così. Sto semplicemente aspettando quella che voglio specificare è già mia moglie, e non devo dunque conquistarla, mentre lei come suo solito canta sotto la doccia stonata come una cornacchia; questa volta però non mi infastidisce e la ascolto ridacchiando mentre lei fa ascoltare tutto il repertorio a shampoo, balsamo e bagnoschiuma, ignara della mia presenza. Io mi preparo già per l'appuntamento poiché non voglio vederla e voglio avere un effetto sorpresa, porto con me infatti solo il portafoglio e la boccetta della mia colonia per metterla all'ultimo minuto.

Intanto, non sapendo cosa fare nell'attesa, vado da Vittorio ma la balia mi chiede educatamente di andare poiché si è appena addormentato dopo un bel po' di pianti e non vuole rischiare si risvegli, dunque mi siedo semplicemente sul sofà dell'ingresso del mio appartamento e gioco con lo smartphone perdendo cognizione del tempo.

"Nils? Andiamo?" Grida Debora dalla camera da letto e io come un lampo metto la colonia per poi vederla arrivare. Lei raccatta le chiavi e le ultime cose da mettere nella sua borsetta come se stesse naturalmente uscendo per andare a cavallo ma io non muovo un muscolo, non riesco a respirare e credo proprio che l'aria mi manchi.

"Terra chiama Duca! Ci sei?" Mi chiede lei agitando una mano davanti al mio volto ma io non le rispondo e la squadro. I capelli sono raccolti in uno chignon basso un po' spettinato che lascia sfuggire qualche ciuffo a contornarle il viso, le ciglia da cerbiatta sono ben aperte e le intensificano lo sguardo ammaliante, le labbra sono colorate da un rossetto rosso che mi verrebbe da togliere a suon di baci. Il vestito rosso di seta ha le bretelle sottili e una scollatura a triangolo dove una collana sottile le scende nello spacco del seno, libero dal reggiseno, più prosperoso a causa della gravidanza, una fascia bianca le va sulla vita e la stringe poco dato che la linea è ancora un po' cedevole e lei non vuole sottolinearla, la gonna scende morbida e dritta fino alle caviglie ma ha uno spacco da metà coscia che ogni tanto lascia intravedere le sue gambe magre e mi fa deglutire a fatica, la sua figura è slanciata da tacchi a spillo bianchi.

"Sei bellissima, davvero Debora. Sei splendida." E lei arrossisce appena, lo fa molto di meno ormai e credo di essere stato io purtroppo ad indurirla. Debora è una di quelle bimbe che da piccola sognava il principe azzurro e che ci ha creduto fino a relativamente poco tempo fa con quel Cesare e poi a diciotto anni si è ritrovata sposata con uno come me, più grande di otto anni, con il cuore spezzato, circondato da spesse mura di cemento e freddo come il ghiaccio artico. E mi dispiace perché adesso che inizio ad apprezzarla davvero e a trovarla una donna brillante oltre che bella, rivorrei la ragazzina che si è presentata a me la prima volta con quel vestito rosa cipria super accollato. E farò di tutto per riaverla, tanto abbiamo tutto il tempo per risanare la cosa, più o meno una vita intera insieme. È questo che mi ha spinto ad invitarla a cena questa sera, voglio corteggiarla e conquistarla come si aspetta, come merita e come avrei dovuto fare dal primo giorno.

"Grazie Nils, dai andiamo, dobbiamo passare anche da Vittorio."

"Sono già passato io e la balia ci prega di non raggiungere le stanze del piccolo perché è appena riuscita a farlo addormentare."

"Ah! Una vera furia quel bimbo! Chissà da chi avrà preso." Commenta ironica.

"Da entrambi." Rispondo e lei scuote la testa divertita. Quando le apro la porta per uscire come un vero galantuomo, noto che ha una scollatura profonda anche sulla sua schiena che è nuda e non ha nemmeno i capelli a coprirla dato che sono raccolti. Questa sera, questa ragazzina, mi farà impazzire. 

The New Kingdom #Wattys2020Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora