Ricatto

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Sveglia alle 7.

Colazione, capelli, vestiti. Tutto si ripete come ieri mattina.

Scendo e Antonella si è appena svegliata.

'Ehm Anto, non aspettarmi per pranzo. Vado con Sami.'

'E me lo dici così? Sei proprio una stronza Vitto, quando pensavi di dirmelo? Qua la cosa si fa seria e l'unica che non se ne rende conto sei tu.'

'E' solo un'uscita per pranzo...come ''colleghi''....'

'Ma cosa dici? Colleghi di cosa? Di labbra? Come mimino stasera me lo ritrovo in camera tua..'

'Anto piantala. Ci sentiamo dopo.'

Esco incazzata da casa, e sbatto la porta. La mia migliore amica pensa questo di me? Solo perché una volta dopo il mio diciannovesimo compleanno ho portato a casa sua a 'dormire' un ragazzo che avevo conosciuto in discoteca non significa che debba farlo con tutti.

Si, Antonella viveva già da sola a 19 anni. Non ha avuto una vita molto facile e una volta compiuti 18 anni ha lasciato casa sua. Il suo nuovo appartamento era diventato una sala feste, facevamo di tutto lì dentro.

Mi avvio al center, entro e Andrea mi saluta con la mano.

'Hey, com'è andata ieri? Ti ho vista uscire molto contenta'

'Ehm, bene...mi sono ambientata subito, mi piace il contatto con i giocatori.'

'Bene, sono molto contento! Buona giornata.'

'Anche a te.'

Mi avvio al piano superiore e la biondina mi fa un sorriso con disprezzo.

Vorrei tanto farle il dito medio ma sono a lavoro e non ho intenzione di cacciarmi nei guai il secondo giorno.

Arrivo e, mentre mi sto avviando nella mia stanza, mi sento toccare i fianchi da dietro e qualcuno mi sbatte contro il muro.

'Ma sei scemo o cosa?'

Federico Bernardeschi mi zittisce con un dito sulle labbra e mi fa entrare nella mia stanza.

'Si può sapere cosa vuoi da me?'

Chiude la porta a chiave e si siede sulla scrivania.

'Forse non te lo ricorderai, ma io e te ci siamo già visti.'

'Scusa? Ti prego, se è una di quelle frasi penose tipo 'nei tuoi sogni' te le puoi anche risparmiare, ho da fare'.

'Mmh no, non sono il tipo. Beh, mi tocca rinfrescarti la memoria mia cara Vittoria.'

'Come fai a sapere come mi chiamo? Ieri non te l'ho detto.'

'Giusto, non me lo hai detto ieri. Ma 4 anni fa, in discoteca.'

Aiuto. A quelle parole capisco subito dove vuole andare a parare.

'Non mi ricordo.', mento.

'Ah no? Peccato, perché invece io mi ricordo tutto nei minimi dettagli...'

Non lo lascio finire di parlare e gli urlo contro.

'Ognuno di noi ha il proprio segreto, direi che siamo pari no? Tu non dirai niente, altrimenti tutti sapranno quello che ho visto ieri.'

Federico si alza e si avvicina a me. Lo spingo via ma la mia forza paragonata alla sua vale zero.

'Carina, tu non hai capito con chi hai a che fare. Io non voglio raccontare niente a nessuno. Io voglio te e basta.'

Aiuto.

'Carino, mi sembra che tu una ragazza già ce l'abbia e io sono impegnata.'

'Khedira non è il ragazzo che pensi tu.'

Ma questo è un giocatore o un agente dell'FBI?

'Come dici scusa?'

'Vi ho visti ieri.'

'Siamo solo andati a prendere un caffè, nulla di che. E poi non sono affari tuoi.'

'E invece secondo me lo sono. Brutta cosa neh se il direttore della società venisse a sapere che uno dei suoi ragazzi esce con la piccola e tenera dottoressa che si occupa della nostra salute. Il tuo posto qua potrebbe saltare, e anche quello di Sami nella prima squadra.'

'Che cos'è, un ricatto?'

'Chiamalo come vuoi. Hai 24 ore per lasciar perdere Khedira, oppure tutti sapranno che uscite insieme. E farai tutto ciò che dico io.'

Non ho il tempo di replicare che Federico si avvicina e sfiora le sue labbra contro le mie. Un contatto leggero che mi fa perdere l'equilibrio, e mi ritrovo così in braccio a lui.

'Esatto, di solito l'effetto che faccio alle ragazze è questo. Cadono tutte ai miei piedi.'

Mi mette giù, mi accarezza la guancia e non ho la forza di replicare.

Esce dalla mia stanza, mi siedo e le lacrime iniziano a farsi strada sul mio viso.

Federico, sei proprio uno stronzo.

Fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate! 🥰

Sami, la mia #vittoria più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora