Laurea

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Ovviamente a pranzo non riesco a mandare giù niente.

'Vitto, mangia qualcosa...soffri già di pressione bassa, non vorrai mica svenire!', mi dice Sami.

Le nostre famiglie hanno preferito lasciarci da soli, in modo da non creare troppo stress intorno a me.

L'appuntamento è per le 15 in facoltà.

Sono le 13, e il mio fidanzato riesce giusto a farmi mangiare una barretta di cioccolato.

'Sami, non ho fame.'

'Lo so e ti capisco, ma senza niente...'

'Ho mangiato il cioccolato....'

'Si, una barretta Kinder, vedi tu...'

'Mi basta.'

'Va bene, non insisto.'

Andiamo di sopra a cambiarci e mi viene da vomitare dall'ansia.

'Vittoria per piacere calmati! Trasmetti ansia anche a me.'

Se c'è un sentimento che Sami non ha mai provato è proprio l'ansia.

Ha una freddezza unica, riesce sempre a calcolare tutto e sul campo, soprattutto, niente riesce a coglierlo di sorpresa.

Ecco perché alla Juventus si è guadagnato un soprannome che lo descrive perfettamente: il professore.

'Scusa amore, lo so...è che davvero, mi sembra di non ricordarmi niente e ho paura di deludere tutti.'

Si avvicina e mi prende il viso tra le mani, costringendomi a guardarlo dritto negli occhi.

'Non succederà niente di quello che hai detto, hai capito?'

'Ma se...'

'Shhh.'

Mi poggia un dito sulle labbra.

In questo momento vorrei tanto baciarlo, ma siamo entrambi (io soprattutto) in preda agli ormoni e non mi sembra il caso di arrivare in ritardo proprio il giorno della mia laurea.

'Va bene, ho capito.'

'Sarà meglio.'

Ci vestiamo insieme, come ogni cosa che facciamo.

Sami è semplicemente perfetto.

E anche io non sono niente male, devo dire.

'Pronta?'

'Pronta.'

Stretta nella mia mano ho la tesi, rilegata con la copertina rossa.

Saliamo in macchina e ci dirigiamo in università.

Ovviamente, manco fosse un rituale, Sami ha la sua mano appoggiata sulla mia coscia sinistra.

Il contatto con lui mi fa sempre sentire sicura, come se niente potesse accadermi.

Arriviamo in facoltà e, come immaginavo, sono già tutti li ad aspettarmi.

Saluto con un cenno della mano, do un bacio a Sami ed entro.

Oggi siamo in 10 a discutere la tesi, ma non conosco nessuno.

Sono seduta quando ad un certo punto entrano tutti, mia nonna ad aprire la fila e, per ultimo, Sami.

'Vittoria Valenti.'

Mi siedo e, dopo aver stretto la mano ai professori, inizio.

Sapere di avere il mio ragazzo dietro di me mi da una forza incredibile che non avevo mai avuto.

Sami, la mia #vittoria più grandeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora