Animo

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Due giorni, in cui non avevo fatto nulla, passati velocissimi sotto il naso senza che me ne accorgessi, neanche il tempo di pensare che era già finito tutto.

Due giorni uguali, senza svolte, e senza aver preso una decisione. Mi tormentavo continuamente con il pensiero se diventare una manager o meno e puntualmente non arrivavo a nessuna conclusione facendomi venire solo mal di testa. Ma non era l'unico pensiero che mi stava bruciando tutti i neuroni.

Ero amareggiata, perché l'unica settimana in cui avrei potuto godermi appieno la presenza di Yuu me l'ero rovinata con un unico punto fisso nella mia mente: era giusto quello che stavo facendo?
La chiamata con Elisa mi aveva indotto a rimuginarci sopra continuamente, facendomi isolare.

In men che non si dica mi ritrovai di nuovo sul sedile del pulmino, a fissare fuori dal finestrino il lungo paesaggio che si stanziava attorno a noi. L'unica differenza era che ero rimasta da sola, Yuu non si era messo di nuovo vicino a me. Ma pensai fosse un bene.

Avevo il tempo per ragionare su tutto quello che mi passava per la testa.
Principalmente tra quei sette giorni mi concentravo su quello di cui ancora mi mancava un pezzo che non riuscivo a riempire, e mi stavo torturando da un po'. Nonostante tentassi di farmi spiegare cosa fosse successo la sera prima che io stessi male, sia Yuu che Asahi facevano finta di niente sviando il discorso, lasciandomi anche un po' delusa.

Avrei voluto riempirlo in qualche modo, mi dava fastidio non essere in grado di farlo, ma sapevo che a meno che non mi fossi ricordata da sola nessuno mi avrebbe aiutata... e non ne capivo neanche il motivo. Che c'era da nascondere?

Scossi la testa esasperata, massaggiandomi le tempie. Sforzarmi a ricoprire quel buco me lo faceva venire spesso e decisi di accantonarlo per un po', almeno fin quando non mi fosse passato.

Ripresi la questione della manager. Non avevo ancora capito se mi piaceva l'idea di tornare nel mondo della pallavolo in quel modo oppure no nonostante mi fossi concentrata principalmente su quella decisione. Ero tanto in conflitto, non riuscivo a comprendere il mio volere e la cosa mi dava tanto fastidio da farmi venire il nervoso.

Appoggiai il mento sulla mano con il gomito sul duro bracciolo del sedile e osservai il sole che velocemente iniziava ad alzarsi mentre il guardrail sfrecciava ad alta velocità sotto il mio sguardo. Chiusi gli occhi facendo sfumare le immagini che mi assillavano i pensieri e mi calmai.

Non riuscii a prendere sonno durante il lungo viaggio, ed ero talmente concentrata che ringraziai che nessuno fosse venuto a disturbarmi, altrimenti avrei perso il filo del ragionamento e quella poca tranquillità che avevo guadagnato.

Prima che potessi rendermene conto mi ero già ritrovata sul cancello di casa con le chiavi in mano. Era passato tutto troppo velocemente, e in quel tempo erano successe tantissime cose che talvolta non riuscivo a collegare l'una con l'altra.

Mentre sentivo un sonoro click provenire dalla serratura in cui avevo inserito la chiave mi voltai a guardare mio fratello con la coda dell'occhio. Aveva lo sguardo volto verso un piccolo stormo di corvi che sopra di noi stava volano in modo scomposto, e non potei fare a meno di pensare che tutto ciò che avevo passato durante i giorni precedenti era in qualche modo collegato a lui.

Entrammo senza salutare. La porta era chiusa a chiave e la macchina mancava, quindi i nostri genitori non sarebbero tornati presto.
Mi avviai verso la camera posando il mio borsone senza dire una parola mentre con passi pesanti sulle assi di legno scuro sentii Yuu dirigersi verso il bagno. La porta venne sbattuta sbadatamente e l'acqua cominciò a scendere a fiotti irradiando il suo rumore nelle altre stanze.

Mi sedetti sul letto e sospirai.
Ora potevo pensare finalmente da sola e fare chiarezza con me stessa.

Quante cose erano successe? Pensavo ancora che il mio amore/cotta per Yuu fosse giusto? E poi cosa cavolo poteva essere successo quella notte?
Provai a fare delle ipotesi, ma sembravano una più assurda dell'altra.
Ero perfettamente cosciente che qualcosa fosse andato storto perché ricordavo di sapere di alcool, quindi era ovvio che in qualche modo l'avevo assunto.

A Piccoli Passi / Nishinoya YuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora