Sollievo

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Sentivo le braccia molli, anche se forse era la stana sensazione che mi dava essere rilassato e sciogliere i muscoli dopo ore ad averli tenuti contratti. Mi sentivo leggero come una piuma sdraiato su quel materasso morbido e accogliente che mi aveva sempre accompagnato nelle notti, proteggendomi con calde coperte.

Tuttavia ora la protezione che mi avevano sempre offerto sembrava nulla rispetto all'enorme felicità e serenità che provavo nel stringere tra le mie braccia l'esile corpo di Emma. La sua testa era appoggiata al mio petto, dove il cuore nonostante il tanto tempo passato non aveva voluto accennare a rallentare il suo battito, e respirava lentamente assaporando ogni più piccola parte di quell'atmosfera che si era creata. Ero felice, stranamente felice, mentre fissavo le lunghe assi di legno che sovrastavano la stanza imponenti. Ma quella piccola vocina che fin dall'inizio aveva continuato a sussurrarmi all'orecchio non se n'era ancora andata.

"sarebbe sbagliato, illegale" diceva, e in qualche modo non potevo ignorare la verità che stava dietro quelle parole.

-secondo te cosa dovremmo fare ora?- le chiesi in dubbio. Strinsi involontariamente più forte le braccia intorno al suo busto appoggiando una mano tra i suoi capelli.

-non lo so... tutto e nulla, credo- sentii mugolare. La sua risposta rispecchiava appieno i miei presentimenti. Inconclusivi, misteriosi e che un po' facevano anche paura, i miei pensieri sul futuro erano simili. Avevo perso la cognizione del tempo durante quegli attimi interminabili. Il sole doveva ormai essere tramontato del tutto, non lasciando più la possibilità di pensare di schiarire un po' quella coltre buia che inglobava la stanza, se non accendendo l'accecante luce, troppo lontana anche solo per pensare di farlo. inoltre avrei dissolto tutta l'atmosfera intima che si era creata, anche se per certi versi imbarazzante a volte per la vicinanza inusuale tra noi due.

Il buio era fatto un po' così a parer mio. Riusciva a intensificare emozioni e stati d'animo con la sua sola presenza, accentuando le profonde sensazioni che si creavano. Era una sorta di aiuto a esternare veramente e ad ampliare il nostro bagaglio emotivo, accompagnandoci come un fedele amico. perché così lo vedevo, quando mi trovavo al buio mi sentivo protetto dagli sguardi e dalle voci della gente.

Sollevai distrattamente un braccio verso dove teoricamente ci sarebbe dovuto essere il mio comodino, con sopra il mio telefono. Quanto era passato da quando eravamo tornati? lo accesi e un bagliore accecante mi fece strizzare gli occhi, ormai abituati alla stanza scura.

erano le 7.00 circa, il che significava che tra poco sarebbero arrivati anche i miei genitori. Feci qualche calcolo veloce. erano passate due ore e mezza dal nostro arrivo a casa, il che significava che in circa poco più di due di queste la mia vita aveva fatto un enorme capitombolo e si era subito rialzata più forte di prima.

"due ore... non pensavo sarebbe bastato così poco tempo per sconvolgere i miei sentimenti"

Lo spensi nuovamente e spostai lo sguardo su quello di Emma, che ora poco sotto di me mi fissava dolcemente e un po' assonnata. Sorrisi a quel piccolo viso angelico e le schioccai un leggero bacio sulla fronte.

-secondo te è tanto sbagliato?- chiesi poi mettendo una mia mano sul suo viso ad accarezzarle una guancia. Ero tormentato da questo pensiero pesante in mezzo alla leggerezza che mi avvolgeva. Finalmente ero libero di esprimere veramente il mio amore per lei, e doveva esserci comunque qualcosa a stonare in mezzo a quella spensieratezza.

-non lo so...- mi rispose -non so neanche cosa potrebbero dire i nostri genitori... e poi anche tu sei consapevole dell'unica cosa che potrebbe salvarci-

I suoi occhi luccicavano nel buio, il colore dell'iride nascosto dall'oscurità, e abbassò lo sguardo un po' affranta. Si nascose sotto la presa del mio braccio e inspirò profondamente prima di rilassarsi un poco nella mia stretta.

A Piccoli Passi / Nishinoya YuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora