Ricordo

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Yuu's pov
Mi mancò il respiro.

Il mio cervello si spense. Tutti i miei muscoli si allentarono senza avere più un briciolo di forza. Dai miei capelli ancora bagnati scendeva qualche gocciolina che fredda scivolava percorrendo il mio collo, provocandomi qualche brivido.

Lo aveva fatto di nuovo. Lo stava facendo di nuovo. Ma ora per quale motivo mi stava baciando?

Quando si staccò mi sembrava come se il tempo si fosse fermato. Avrei voluto che continuasse, perché fermarsi significava affrontare la realtà dei fatti per entrambi. E ora?
Rimasi pietrificato, esattamente come la prima volta. L'unico problema è che ora non c'era nulla che avrebbe potuto salvarmi da quello che era appena successo.

Non riuscii a spicciare parola, sentii soltanto la porta sbattere violentemente e la sua corsa all'interno della casa. Appena realizzai che fosse scappata via il mio cuore perse un colpo.
Che si fosse ricordata di quella sera?

No era impossibile, allora perché avrebbe dovuto disperarsi, per poi farlo ancora da cosciente?

Il panico mi assalì e istintivamente portai una mano a coprirmi la bocca, dalla quale ormai uscivano solo gemiti sconnessi mentre tentavo di trattenere il pianto per poter ragionare ancora un poco lucidamente.

Nell'arco di mezzo secondo era riuscita a disordinare tutto quello con cui avevo fatto chiarezza dentro di me, oltre alla mia volontà di mantenere segreto il mio sentimento. Mi accovacciai a terra tremante.

<<sei tu la causa di tutto questo>>

L'avevo appena persa del tutto?

Non stavo capendo. Cosa aveva mosso tutto questo?
Il mio cuore si strinse improvvisamente in una morsa di dolore a quel pensiero. Non potevo accettarlo, non potevo far finta che non fosse mai successo nulla, non potevo ignorare la sua esistenza.
Non potevo più amarla?
Ma allora perché mi aveva baciato?

Sentii il mio petto diventare sempre più caldo mentre un istinto interno mi diceva di stringermi in me stesso per chiudere quel dolore che cercava di uscire dal mio petto.

"Si, credo di averla persa, anche se non so come, ne perché"

Finalmente le lacrime iniziarono a cadere, calde e veloci al contrario di quelle che gocciolavano dalla mia capigliatura, una dietro l'altra che si chiamavano complici.
Sentivo il mio petto voler aprirsi in due e lo rinchiusi più che potevo tra le mie braccia per evitare di perdere tutto, anche la speranza.

Ma quanta me ne rimaneva effettivamente? Ne avevo ancora di speranza, o era solo un'altra illusione che cercava di convincermi fosse così?

La verità era che non si poteva più parlare di speranza. Ora avevo giocato realmente tutto contro la mia volontà. Anche se era stata lei a farlo, anche se non ero io ad aver preso l'iniziativa, tutto ormai era teso su un lungo filo che ci legava e che il destino stava scegliendo se spezzare o meno con le sue forbici affilate.

Tutto dipendeva da lei. Io non potevo fare nulla. Non potevo scusarmi. Di cosa? O cadevo da una parte o dall'altra, e davanti ai miei occhi entrambe le alternative erano dolorose.

Se andava male, soffrivo. Lei non mi avrebbe più guardato con gli stessi occhi, il nostro rapporto si sarebbe sciolto completamente tanto da non considerarsi più neanche conoscenti, e il solo pensiero mi distruggeva.
Se andava bene, che poi definibile così non lo era, lei avrebbe ricambiato i miei sentimenti di cui però non era a conoscenza, quindi si sarebbe solo pentita del suo gesto e sarebbe finita esattamente come nel primo modo.
Anche se avessi chiarito ciò che provavo per lei, non sarei arrivato da nessuna parte. Anche se lei avesse ricambiato, sarebbe stato punto a capo.

A Piccoli Passi / Nishinoya YuuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora