Il tempo si era fermato...tutto era immerso nell'immobilità, nel silenzio. Si sentivano solo i loro respiri.
- Peter, P-peter è l'alcol...lo sai...- un dito sulle labbra la interruppe. – Shhhh- le fece lui.
Fu un istante: i loro visi sempre più vicini, una mano sulla guancia di lei...e poi, gli occhi si chiusero, due labbra si sfiorarono...ed ecco, un bacio. Un bacio che racchiudeva mille cose, mille sapori, mille giorni e mille notti dall'ultima volta che Peter aveva baciato una donna.
E Freddie riprese a cantare Same Old Blues, mentre i due assaporavano le loro bocche, accecati dalla passione. Georgia accolse la lingua di Peter nella sua bocca, sentendo ogni singola cosa, dal calore delle sue mani sulle sue guance, al sapore del brandy delle labbra che stava baciando.
- Peter...non possiamo- disse, mentre l'uomo la metteva a sedere sul divano. – Chi lo ha detto che non possiamo?- ringhiò, e riprese a baciarla con foga, accarezzandole ogni singolo centimetro del suo corpo.
La t-shirt di Georgia volò via da qualche parte nella stanza. Peter, che fino a quel momento non aveva mai smesso di baciarla, le tolse anche il reggiseno, e prese a stringerle i seni con le mani. – Lo so che lo vuoi Georgia, io lo so che lo vuoi- sospirò, scendendo poi a sbottonarle i jeans.
E alla fine, Georgia cadde nella tentazione: quando Peter le infilò una mano nei pantaloni e iniziò a sfiorarla, si lasciò andare. Peter aveva ragione, lo desiderava più di qualsiasi altra cosa, lo voleva. L'adrenalina scorreva nel sangue mista alla passione, e in un attimo, le sue agili mani presero a sbottonare la camicia di lui, mettendo così a nudo i suoi pettorali scolpiti. A quel punto, si fermarono un attimo, e si guardarono negli occhi: -Sei così fottutamente bella, Georgia Williams...- sussurrò Peter, e anche i pantaloni di lei erano ora finiti sul pavimento. Georgia era rimasta solo con le mutandine addosso, ma sapeva chiaramente che ben presto sarebbero sparite anche quelle. Sentì di nuovo le mani calde del ragazzo su di lei, le aveva preso i fianchi.
Il ragazzo la baciò ancora una volta, e poi la spinse violentemente sul divano mettendosi sopra di lei. Le tolse velocemente l'ultimo indumento che le era rimasto, e non ci pensò due volte a metterle due dita dentro. Georgia fu sorpresa da quell'improvvisa sensazione di pienezza, da quei movimenti che alternavano velocità e lentezza dentro di lei. Non sapeva cosa dire: le parole la avevano abbandonata, e avevano lasciato posto ai forti gemiti che in quel momento non le davano tregua. – Non...non...f-ferm...- strinse forte il polso di Peter, prima di urlare ancora una volta. Il ragazzo tolse le dita e baciò ancora una volta le labbra di Georgia, con una foga impressionante. La passione era alle stelle. Peter era frastornato, così come lo era Georgia, ma era totalmente accecato dal piacere che non si sarebbe fermato.
- Ora mi sgriderai...perché...ho una nuova dipendenza, Williams?- le disse, con un sorrisetto malizioso, mettendole una mano sul collo. Il respiro di Georgia era irregolare. – Fottimi- urlò, tirandolo per i lembi della camicia, -Fottimi adesso, se ne sei capace-. Si tirò su con la schiena e raggiunse le labbra di lui. Lo privò completamente della giacca, continuando a baciarlo, continuando a gustare le sue labbra e la sua lingua. Si mise a cavalcioni su di lui, e vide che la sua intimità iniziava a farsi stretta nei pantaloni. Si fermò, ma non per pensare se la cosa che stesse facendo fosse giusta o sbagliata: la lucidità non c'era più. C'erano passione, voglia, desiderio, che spudorati avevano spazzato via il timore e la vergogna.
Peter la spinse di nuovo sul divano, ora era di nuovo su di lei. Si tolse subito gli ultimi indumenti che gli erano rimasti, rimanendo nudo completamente.
Prese ancora una volta i fianchi della ragazza e si chinò su di lei per baciarle il collo; scie di macchie rosse si erano andate formando su di esso, e Georgia non aveva idea del colorito che avrebbero assunto la mattina successiva. Sentì qualcosa sfiorare la sua entrata Peter si appoggiò con le mani al bracciolo del divano, e Georgia in un attimo sentì di nuovo la stessa sensazione che aveva provato due minuti prima, quando Peter l'aveva stuzzicata con le dita. In un momento era dentro di lei, e aveva preso a muoversi velocemente. – Pe-te-r, asp...a-spet...- provò a parlare, ma le sue parole erano spezzate dai gemiti, e Peter non si fermò. – Ho aspettato...a sufficienza- ringhiò, il respiro irregolare, il sudore che colava da ogni parte del corpo, e la voglia che continuava a crescere continuamente. – Mi fai...male...ah!- sussultò Georgia, prendendogli un braccio, ma Peter sembrava non importarsene. – Ti passerà presto, tra pochi minuti urlerai come una pazza per quanto ti piacerà- si limitò a rispondere, senza fermarsi. Rallentò un po' i movimenti, e Georgia iniziò a rilassarsi chiudendo gli occhi e cercando di abituarsi a quella sensazione. Nella stanza riecheggiava il rumore delle spinte e gli ansimi, mentre il fuoco scoppiettava nel camino. Peter prese Georgia in braccio, senza uscire da lei. -Che hai...che hai in...intenzione...di- ma non finì di parlare che si ritrovò nuovamente un dito sulle labbra. – Shh-. Un sorrisetto malizioso si disegnò sul volto di Peter, e Georgia avvinghiò le sue gambe attorno alla vita di lui, che nel mentre si stava spostando verso il suo Steinway. Spostò lo sgabello nero e si sedette lì, con Georgia sopra di lui. – Muoviti Georgia, muoviti- le ordinò. Le diede una sculacciata sul sedere, dove si formò una pacca rossa, e lei iniziò a muoversi lentamente. Ma non c'era imbarazzo, non c'era amore: c'era sesso, piacere carnale, e nient'altro. Peter mise una mano sul seno destro e si morse il labbro, mentre si appoggiava leggermente al pianoforte di nero lucido. Georgia poggiò una mano al bordo del pianoforte e continuò a muoversi, il ritmo che si alternava tra lento e veloce, e la bocca che ancora non era stanca di assaporare i baci di lui. – Merda- disse poi: fu in quel momento che le sue labbra si staccarono da lui. Buttò la testa all'indietro e mise entrambe le sue mani sulle spalle di Peter, le unghie che lo graffiarono un po', e lei che iniziò a gemere ancora di più. – Ringrazia Dio che non ho dei vicini- scherzò lui, ma lei era presa talmente tanto dal piacere che sembrava persino si fosse dimenticata dell'esistenza del ragazzo e sembrava non lo avesse proprio ascoltato. Il momento arrivò: un orgasmo travolgente la fece tremare tutta quanta, dalla testa ai piedi, come se un terremoto le attraversasse il corpo. Nel suo bassoventre si era scatenata una tempesta, e le sue corde vocali si limitarono ad emettere dei flebili rantoli: - Sto...venendo- sembrava volessero dire questo, e Georgia inarcò ancora una volta la schiena. Peter la strinse forte a sé e inspirò forte il suo profumo, poggiando la testa nell'incavo del collo della giovane pianista, che ancora tremava e gemeva totalmente presa dal momento di piacere, e dopo poco anche lui si lasciò andare, uscendo da lei. Riversò copiosamente il suo seme sui seni di lei e strinse una presa salda sui suoi glutei, poi si morse forte il labbro. – Mordi il mio- disse Georgia con tono stanco, ancora scossa e affannata, e le loro labbra si unirono di nuovo in un bacio poco casto, mentre le mani di Peter si divertivano ad accarezzare il corpo della ragazza.
Tornò la quiete: il giradischi che sembrava si fosse fermato, riprese a girare, e Norah Jones cantava Turn Me On. Il fuoco che sembrava divampare, ora si stava spegnendo nel camino. Le luci erano ancora soffuse, i respiri ancora irregolari. Persino l'orologio sembrava essersi fermato, ma il suo ticchettio riprese, e le lancette segnavano le due e trenta della notte. Georgia si poggiò stremata su una spalla di Peter. Si alzò dallo sgabello e la adagiò sul divano, e poi si accasciò vicino a lei. Georgia si sedette pigramente sul divano, e andò di nuovo a cercare le labbra di lui. Da quanto non limonava così, non se lo ricordava, e seguì un'altra mezz'ora prima che smettessero di nuovo di baciarsi.
Il sesso aveva tolto loro tutte le parole: Peter coprì entrambi con una coperta che teneva su una poltrona lì vicino, e senza dirsi niente si addormentarono, scaldati dal fuoco del camino che andava lentamente spegnendosi.
Spazio Autrice
Cari lettrici (e lettori), buonasera a tutti! Come state? Questo periodo è particolarmente difficile, e la mia ispirazione purtroppo è volata un po' via, senza dare segni di vita per un po'...ma pare che questa sera sia tornata!
Come state passando questi giorni di quarantena? Io studio e suono, ogni tanto scrivo un po'! Però sono anche un po' giù, non potendo vedere i miei e mio fratello. Mi mancano tante persone...ma sono sicura che ci riabbracceremo più forte di prima, ne sono certa!
Ho ripubblicato il capitolo, dopo aver fatto delle piccole modifiche! Spero sia di vostro gradimento! Se è così fatemelo sapere con un commento e una stellina se vi va!
Nel frattempo, vi abbraccio...fate molta attenzione! <3
Baci, Alessia. <3
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Mi Scorderò Di Te - [Lontano da me] |Piero Barone|
RomanceLei era tutte le sue canzoni, tutte le sue note scritte sul pentagramma. Era la persona a cui aveva dedicato tutto. Tutto. Le notti intere passate a scrivere testi e melodie a lei dedicate, i viaggi fatti insieme, le cazzate, le mattine a baciarsi...