- Siete dei falliti!-
- Ma tornatevene a casa!-
- E questa sarebbe l'orchestra che dovrebbe rappresentare Seattle? Razza di incapaci!-
Al centro del palcoscenico, Georgia era rossa come il fuoco e piangeva per l'imbarazzo, mentre il pubblico continuava ad urlare insulti. Arrivavano lamentele da ogni parte del teatro, mentre gli orchestrali uscivano, delusi da lei, che aveva sbagliato qualsiasi cosa in tutti i brani suonati. Si sentiva di nuovo soffocare, la testa le martellava...e poi all'improvviso tossì, e aprì gli occhi.
Inzuppata di sudore, con il respiro affannato, si guardò intorno. Ringraziò Dio di essere nella sua stanza innumerevoli volte, poi accese la lampadina sul comodino e prese l'inalatore, lo scosse un po' e fece uno spruzzo. Fece un po' di respiri profondi e cercò di tranquillizzarsi un po', poi gettò un'occhiata alla sveglia che segnava le tre e ventidue. Sbuffò e scese dal letto: avrebbe sicuramente fatto fatica a riaddormentarsi tranquillamente, dopo quell'incubo. Le era sembrato talmente vero, al punto di agitarsi come se avesse già fatto il concerto. Sentiva la testa esplodere, e pensò che andare in cucina a prendere un antidolorifico non sarebbe stato poi così male.
Percorse le scale per andare al piano inferiore, e poi accese le luci del soggiorno: padrone della stanza era il suo Steinway Spirio, un bellissimo pianoforte nero, lucidissimo, regalo dei suoi genitori per la sua laurea. Georgia lo guardò e sorrise: le sembrava ieri quando il giorno della sua laurea, dopo aver dato gli esami, si ritrovò uno Spirio modello M in casa, del costo di ben ottantaquattromila dollari. Ne fu così felice che scoppiò in lacrime, e ora a ripensarci le venivano gli occhi lucidi. Dimenticandosi completamente dell'antidolorifico, andò verso lo strumento. Aprì la coda, sulla quale si specchiava la luna, e rimosse il panno rosso dalla tastiera.
Le sue dita toccarono il fa e il la bemolle, e una dolce melodia iniziò...era il Chiaro Di Luna di Debussy. La notte iniziò a colorarsi di note: non era più scura e fredda, ora una luna luminosa la abbagliava e la scaldava. Georgia suonò, lasciò che quella melodia cancellasse ogni suo pensiero negativo, lasciò che la musica curasse tutta la sua tristezza.
E quando il brano finì, lei si sentiva così appagata, così felice, emozioni che solo chi suona può provare. Gli occhi divennero lucidi di nuovo, e appoggiò la sua testa sul leggio del pianoforte.
Com'è bella la musica. Colei che non ti tradisce, colei che trasforma il dolore in calde armonie, colei che ti è vicina e non ti lascia. Georgia, ancora una volta, si sentì fortunata di averla scelta...e se avesse dovuto, l'avrebbe scelta ancora mille altre volte.
La sveglia di Georgia suono alle sei come ogni mattina. Lei si era rimessa a letto senza però riuscire ad addormentarsi: aveva speso tutta la notte a leggere e rileggere l'Adagio Sostenuto di Rachmaninov e il concerto per pianoforte di Chopin, e ora le era tornata ansia di nuovo. Il giorno delle prove generali era arrivato, e non sapeva se dire "finalmente" o "sfortunatamente". Si alzò e infilò le ciabatte, andò verso la finestra e aprì le tende, e la camera fu inondata dall'abbagliante luce del sole.
Velocemente, scese le scale e raggiunse la cucina per preparare i suoi soliti pancake, e nel mentre ascoltava il telegiornale in tv. Prese tutti gli ingredienti necessari e iniziò a preparare l'impasto, e una volta terminato scaldò una padella imburrata per iniziare a cuocerli.
- E ora, la nostra inviata Kate Robinson in diretta dal Fifth Avenue, dove tra una settimana si eseguirà il concerto di beneficenza...-.
Georgia lasciò cadere il mestolino pieno di impasto a terra, e incollò gli occhi al televisore.
- Si, buongiorno a tutti, alle mie spalle potete vedere il teatro in cui la prossima settimana si terrà un concerto di beneficenza, evento organizzato dalla più prestigiosa azienda di New York. L'orchestra si esibirà con due meravigliosi concerti, diretti dal maestro Davidson...-
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Mi Scorderò Di Te - [Lontano da me] |Piero Barone|
Storie d'amoreLei era tutte le sue canzoni, tutte le sue note scritte sul pentagramma. Era la persona a cui aveva dedicato tutto. Tutto. Le notti intere passate a scrivere testi e melodie a lei dedicate, i viaggi fatti insieme, le cazzate, le mattine a baciarsi...