3 - Un segreto fin troppo grande

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Luce.
Luce che leggiadra va ad insediarsi fra le folte ciglia che sono impiegate a decorare la bordatura delle mie palpebre.

Solo una volta aperti completamente gli occhi, scopro finalmente a che orario risalga una luminosità del genere.
Dannazione, sono di nuovo in ritardo!

Con una velocità mai fin' ad oggi raggiunta e sfruttata, mi ritrovo a prendere le mie cose – di cui vestiti per ora e di ricambio; macchina fotografica e zaino con all'interno tutto il resto delle cose che mi risulteranno utili durante il percorso della giornata – , prendere un cornetto semplice al volo, dalla cucina; mi scambio qualche bacio, anch'essi frettolosi, con mia madre, mia nonna e mia sorella, e poi scappo alla volta della mia macchina.

Cazzo.
Solo le dodici e non sono ancora arrivato allo studio... ho addirittura tre ore di ritardo.

◇~~~~~~◇~~~~~~◇

<<Mah, allora, Bic!>> Pronuncia Tonno, non appena mi scopre in piedi dinanzi alla porta dello studio, indaffarato a cercare la mia copia personale delle chiavi, per entrare.

A quanto pare tutti gli altri componenti dello staff erano occupati nel, probabilmente editare, alla postazione dei computer, subito dinanzi alla porta d'ingresso del locale.

Veloce mi appresto ad entrare, non appena scorgo tutti i miei colleghi all'interno dello stabile, impegnati in qualcosa che, se non fosse stato per il mio ritardo di oggi, avrebbero evitato di fare e si sarebbero impegnati a spostare la data di lavoro ad almeno fra altri due giorni.
Più o meno, mi ritrovo a riconoscere tutti i visi dall'interno, impegnato presso le scrivanie... mancano solo Dario e Cesare.

Okay, almeno una fortuna per oggi...

Un sospiro di sollievo mi assale alla scoperta; ed è inoltre provocato dal mio essere rimasto fuori dallo studio per parecchio tempo ancora: so già che, una volta compiuto effettivamente l'accesso, ed anche già dal secondo stesso che spalancherò quella vitrea porta – composizione alternata a delle placche metalliche, su per le strutture di circoscrizione e delineatura –, verrò immediatamente assalito dallo scontento dei miei colleghi.

Come cavolo posso essere riuscito a dormire così tanto?!

Abbastanza simile è la domanda che mi porge Tonno, una volta apertami lui la porta, poiché a quanto pare ho perso il mio mazzo di chiavi.
Ma è per davvero, non lo trovo più!

Riuscendo infatti, quasi, a distrarlo – dall'incredibilmente corrucciata espressione facciale che attualmente possiede – mi ritrovo a seminare tentativi in ricerca della fantomatica copia di chiavi, mentre sorbisco una ramanzina da parte di Tonno.

<<Ma dai, piantala Tone!
Tu arrivi sempre in ritardo!>> Pronuncia Nelson cercando di placare la sua rabbia, per il mio ritardo decisamente troppo evidente.

<<E tu te ne vai sempre prima. Quindi ora lasciami riprenderlo.>>

<<Tone, vieni un attimo ad aiutarmi?>>
Una calda e tranquilla voce mi salva in corner da quella che ha l'aria di essere fra le peggiori riprese cui sia mai stato sottoposto qui allo studio, per i miei famosi ritardi.

Perché cavolo ho sperato troppo presto?

C'è infatti anche Dario nello studio, e sempre impegnato nella realizzazione di un piatto vegetariano, fra i suoi preferiti.

Ammetto che mi ha provocato un leggero sentimento di desolazione scoprire che non avremmo più potuto condividere i famosi pranzi che mi porto qui in studio giornalmente, fatti da mia nonna; anche perché sia io che Dario siamo da sempre stati ritenuti i maggiori amanti della tradizione culinaria Bolognese, qui nel nostro gruppo.

Amore in silenzio | Dario vs CesareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora