14 - Sentimento di putrefazione

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Uno schiudersi di labbra ed un circondarsi i volti di carezzevoli tocchi di mano; uno stringersi delle spalle, fra delle grinfie voraci, appassionate all'idea di ciò che stia avvenendo ed all'idea di un probabile futuro.

Sguardo d'assuefazione, di un miscuglio fra l'addolcimento delle menti, di entrambi, e dell'eccessiva quantità di alcool attualmente presente nel sangue di entrambi; va a beargli l'animo, con brividi ad attaccare le epidermidi - scariche elettriche che, sprovvedute, vanno ad incespicarsi ad ogni tocco, ad ogni approccio.

Sono brividi come scariche elettriche, che veloci si vanno ad impossessare, per comandare, il controllo di entrambi i giovani.

Uno scontrarsi di lembi di stoffa, contro la carne a ricoprire le mani di Cesare ora poggiate a scontrarsi contro l'effigie della maglia di Nicolas - proprio sulla parte dei fianchi.

...Continuava con i suoi movimenti, ed adagio andava per sovrastare la sua figura.

Un'ombra leggiadra va scontrarsi contro le, di un color panna, pareti. Blocchi gassosi, che con movimenti leggiadri vanno ad incespicarsi fra le plumbee e folte ciglia, richiuse, appartenenti all'assonnato - che, probabilmente, ha incontrato una felicità mai riscontrata per parecchio tempo.

Poi, la reminescenza di ciò che è accaduto la sera prima, va ad imposessarsi dei pensieri di Nicolas, non appena quei raggi solari che, da ormai qualche ora, hanno deciso di occupare la stanza d'albergo; gli stessi raggi che, or'ora, sono andati, scontrosi, a disturbare il suo pesante sonno.

Un rialzamento delle labbra, leggero ma comunque decisamente percettibile - un riverbero che, pian piano, è andato ad orpellare la sua figura: un calore ancora mai assaporato.

Ed è ancora dopo qualche minuto, che risale all'udito un fievole mugolio...

<<Buongiorno!>> La voce delineata dal sonno ancora pressante ed il cui potere sta solo ancora da poco, cessando.

<<Buongiorno Cesare.>>

I due si sono addormentati, stesi abbracciati l'uno all'altro; con il corpo di Nicolas ospite della pesantezza e del calore espressi da quello di Cesare.

Il volto del castano appoggiato sulla spalla di Nicolas, e con un braccio posato ad abbracciargli il petto - calorosi sospiri e refoli di respiro, che da ormai tempo il moro si è sognato di assaporare, di respirare a così stretta distanza.

<<Mi stavi guardando?>> Chiede dopo poco Cesare - giusto il tempo di rimirar, per un'ennesima ed interessata volta, quello che si è permesso di vedere da vicino solo la sera prima.

I due, infatti, sono ancora privi di alcun capo a vestirli; coperti solo di un lenzuolo dal colore pallido, simile ad un bianco cenere.

<<Solo da qualche minuto.>>
Si muove leggiadra la voce, via, per lasciare libere da essa le labbra di Nicolas.

<<Credi che mi offrirai ancora un altro bacio, allora? Mi degnerai ancora di questa possibilità?>>
Dopo qualche attimo di confusione...
<<C-Certo. Perché no?>>

<<Sei rimasto a guardarmi e non l'hai ancora fatto; sembri pensieroso... ieri, in effetti, ci è voluto un pò per baciarci. Ti sei già pentito?>>
<<Cosa?>> È quasi sconvolto da quello che gli è toccato udire.

<<Perché lo pensi?>>
<<Dammi un bacio, allora.>>

Un veloce, leggero ed ennesimo schiudersi di labbra - uno scontrarsi con delle conseguenze inevitabilmente da crearsi, inevitabili.

Amore in silenzio | Dario vs CesareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora