Capitolo sei.

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Non ho sentito né visto Daniel da quel pomeriggio, il che  è un bene perché il giorno dopo non avevo fatto che pensare a lui.

E questo non andava affatto bene. Avevo raccontato tutto a Greg che al solito suo mi aveva detto "io sono stato a bere tanti caffè con persone di cui adesso non ricordo niente, succederà anche a te tranquilla."

Beh, non ero assolutamente sicura di ciò.
Ancora adesso, a distanza di una settimana avevo ben impresso in mente il suo sorriso, i suoi occhi e persino il suo fisico da urlo.

Adesso sono seduta in un divanetto di pelle bianca in un negozio dove non mi sarei mai immaginata di entrare.

E' un negozio di abiti da sposa.

E sono con mia madre.

Insomma il fatto che ti offrono pure lo champagne è sicuramente un ottimo punto a favore.

Rispondo in fretta al messaggio che mi ha mandato Scarlett per sapere come andava, così anche a quello di Greg.

"Come procede?"

"Non ci siamo ancora uccise, quindi bene, penso."

E ci credo, in fondo ero felice di poter essere lì.

"Ottimo allora, ci vediamo stasera."

Mia madre esce dal camerino con un sorriso a trentadue denti sul volto.

Ed io non posso far altro che fissarla e ricambiare il sorriso.

Indossa un abito a sirena che le fascia il corpo facendo risaltare tutta la sua forma snella.

E' un abito semplice se non fosse per il corpetto ricoperto da minuscoli brillantini dorati.

<<E' stupendo. >> le dico mentre l'osservo.

<< Lo è. >> dice guardando la sua immagine riflessa allo specchio << Credo che sia lui il mio abito. >> dice mia madre decisa sia a me che alla commessa accanto a lei.

Si, lo credo anche io.

L'ora successiva la passiamo a provare scarpe, guanti, velo e persino una tiara.
La commessa, una donna sulla quarantina con dei capelli rosso fuoco, è intenzionata a far comprare tutto a mia madre.

Quando riusciamo ad uscire con l'abito e delle scarpe semplici bianche, quasi esulto dalla felicità.

Credo che questa è la prima volta di tutta la mia vita che esco con mia madre a fare shopping o che comunque passo un pomeriggio intero con lei.
E devo ammetterlo, non è stato poi così male.

Mentre l'accompagno alla stazione, in auto, restiamo entrambe in silenzio. O almeno io resto in silenzio. Mi costringo ad annuire o sorridere ogni tanto quando lei mi racconta della scelta dei fiori oppure della location del ricevimento che si terrà in spiaggia.

Si sposa a Southampton, dove vive e dove vivevo anche io prima di trasferirmi a Londra.

Quando arriviamo mi afferra la mano e dice << Sono contenta che tu sia venuta con me oggi. >>

<< Lo sono anche io mamma. >> e sono sincera.

Poi diventa triste << Verrai al matrimonio, vero? >>

Dopo aver passato un pomeriggio così traquillo con lei non ho voglia di mentirle, così trovando una scusa le dico << E' meglio se vai adesso, rischi di perdere il treno. >>

Lei annuisce e silenziosamente scende dall'auto.

Prima di scomparire mi saluta con la mano ed io ricambio.

E poi sei arrivato Tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora