Capitolo Sette - Daniel

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Da quella sera in cui ho dato di matto al bar con Amanda non sono riuscito più a controllarmi.

Penso a lei ogni fottuto istante.
Soprattutto mentre sono sotto la doccia. L'immagine di quelle gambe toniche che si muovevano su e giù insieme alle sue braccia mi provoca puro piacere.

E vederla baciare quel tizio mi ha provocato una fitta di.. gelosia? Rabbia? Stupore? Insomma non pensavo che potesse frequentarsi con qualcuno, eppure...

Adesso sono sopra la mia Jeep diretto al suo ufficio.
Il traffico di Londra a quest'ora non è tantissimo quindi anche essendo distante, arrivo comunque in una ventina di minuti.

Non l'ho chiamata, non l'ho avvertita che sarei arrivato.
Voglio vedere come reagisce vedendomi all'improvviso.

Quando entro nell'atrio, dietro alla scrivania c'è una donna che mi saluta educatamente e riconoscendomi dice << Signor Woods >> è chiaramente sorpresa, << Ha un'appuntamento?>>

<< Salve. >> Ricambio il saluto.
E poi senza dire niente mi precipito dritto verso lo studio di Amanda, che so esattamente dove si trova perché l'altro giorno l'ho intravisto.

Quando entro chiudendomi la porta alle spalle la vedo seduta dietro la sua scrivania.
<<Karen, non si....>> Poi si blocca non appena mi vede.
<<D-daniel?>>

Subito entra la segretaria << Scusami Amanda, sì è fiondato dritto qui dentro. >>
È veramente dispiaciuta e spero che quello che ho appena fatto non le crei problemi.

<< Non è colpa sua. >> Mi affretto a dire << Se lei ti avesse detto che ero qui probabilmente non mi avresti voluto vedere. >>

Amanda sospira, probabilmente indecisa se buttarmi fuori o meno, e sinceramente lo capirei, ma io spero di no.

<< Ok Karen. >> Dice infine << sentiamo cos'ha da dire il signor Woods. >> Indica una sedia di fronte alla sua scrivania ed io mi ci siedo mentre sento Karen uscire dalla stanza e lasciarci soli.

Adesso potrebbe succedere di tutto.
Ha i capelli legati in una lunga coda di cavallo e indossa degli occhiali neri che la rendono più sexy del dovuto.

<<Allora, che vuoi? Fare un'altra scenata come settimana scorsa?>> Mi punzecchia lei.

Sorrido << Mi dispiace, non era mia intenzione. Avevo bevuto... >> do la colpa all' alcool.

<<Ah no?>> Fa il giro della scrivania per bloccarsi di fronte a me

Io resto senza fiato.
Indossa una gonna nera di pelle che le arriva non poco più sopra al ginocchio, di sopra ha una camicia bianca con delle maniche larghe, ma quello che mi fa impazzire sono le sue scarpe con un tacco che credo sia almeno dodici.  Delle decolté nere con alla caviglia una chiusura alla schiava.

Quando si siede sembra tranquilla << E cosa aveva intenzione di fare quando mi ha portata fuori? Eh signor Woods?>>

Deglutisco perché in questo momento potrei benissimo eliminare la distanza minima che c'è tra di noi e baciarla, ma mi stupisce e prima che me ne renda conto il suo viso è a un millimetro dal mio << Sei fortunato che ho convinto il mio ragazzo a non farti nulla.  >> mi dice spostandosi velocemente da me.

Ecco, questo è proprio quello che volevo sapere. Quindi è fidanzata o per lo meno frequenta qualcuno.

Cazzo.

Faccio un ghigno << Sicuramente quello che sarebbe rimasto illeso sarei stato io. >> Mi avvicino a lei quel tanto basta per essere di nuovo alla distanza di poco fa.

Lei pare non sapere cosa fare << Non... sai di che parli... >> La vedo deglutire a fatica, beh può essere fidanzata quanto vuole ma io le provoco un certo effetto.
Questo è poco ma sicuro.

Siamo praticamente ad un millimetro di distanza quando improvvisamente la porta si spalanca.

<< Oh cazzo!>> Bisbiglia Amanda.

Una donna, più o meno della stessa età di Amanda, è in piedi che ci osserva, ci studia.
Ha i capelli biondi raccolti in uno chignon elegante, ed indossa un tailleur beige con scarpe dal tacco basso abbinate che nemmeno mia nonna indosserebbe.

Karen spunta subito dopo << Amanda.. >> inizia a dire con il fiatone ma lei la zittisce alzando l'indice.

<< Tranquilla Karen, Juliett rimarrà qui solo qualche minuto. >>

Quando Amanda cammina in direzione della bionda è sicura di sé e determinata.
Wow.

<< Qual buon vento... >> Quelle sue parole non emanano nessuna emozione << Ti sei forse... persa?>>

Sicuramente non è felice di vederla. Che sia sua sorella? Nah troppo diverse.
Una vecchia amica, forse?
Non saprei.
Non so così tante cose di lei.
Eppure cavolo, vorrei conoscere.

<< Oh mi fa piacere anche a me rivederti! >> dice sarcastica Juliette. Poi si rivolge a me dicendo << Mi dispiace se ho interrotto qualcosa... >>

Io sto fermo guardando la scena, ma impercettibilmente mi sono avvicinato ad Amanda ed ora sono quasi dietro di lei.

La bionda, torna a guardare Amanda.
<< Sono passata solo ad accettarmi che non verrai al matrimonio. Ovviamente non è bello partecipare ad un matrimonio quando sei single, ma ti potrei sistem... >> Non finisce di parlare che viene zittita da Amanda.

<< In verità dovevo chiamare mia madre e dirle che vengo. Ma visto che sei qui meglio ancora. >> Poi aggiunge << E vengo con il mio fidanzato. >> Sì volta verso di me << Daniel. >>

Resto di sasso.
Cosa?
Cosa sta succedendo??

Lei ha un fidanzato! Perché ha detto che sono io?

Sembra che a restare di sasso siamo in due perché anche Juliett fa una faccia cadaverica.

Le tengo il gioco e ne approfitto della situazione.
Se vuoi giocare, giochiamo!

Passo il mio braccio attorno ai fianchi di Amanda provando una bella sensazione nel toccarla.
<< Piacere >> dico alla bionda << Daniel. >>

<< Io sono Juliett Moore, la cugina preferita di Amanda. >> Mi porge la mano che io stringo gentilmente, e menomale altrimenti avrei anche potuto rompergli un osso visto la sua stretta floscia.

<< Allora... Ehm.. segno due persone. >> dice lei guardandomi prima uno e poi all altro. >>

Amanda annuisce << Bene, adesso se non ti dispiace io e Daniel stavamo parlando.>> Le mette un braccio sulla spalla per farla voltare ed accompagnarla alla porta.

Poco dopo quando ritorna è incazzata nera. Ed anche confusa.
Un po' come me.

<< Si può sapere a cosa ho appena assistito? >> Le chiedo tra il confuso ed il curioso.

<< Complimenti, hai appena vinto l'invito ad un matrimonio! >> Sì sforza di sorridere.

<< Matrimonio di chi? >>

<< Di mia madre. >>

Ottimo.

<< Ed il tuo fidanzato? >> chiedo incrociando le braccia al petto.

<< Lui... non potrà venire. >> è chiaramente una bugia ma faccio finta di niente.

<< E tu sai se io voglio o posso venire? >> le chiedo adesso arrabbiato.

<< Puoi e vuoi venire? >> mi chiede senza avere troppo entusiasmo.

<< Verrò ma alla condizione che io posso trattarti come vera fidanzata quel giorno. >>
La guardo mentre riflette a quello che ho detto << con baci annessi e tutto quello che ne consegue. >>

Lei alza gli occhi al cielo << dovremmo stabilire delle regole, ma d'accordo ci sto. >>

Perfetto.
Avevamo un patto.
E fidanzato o non i patti si rispettano.

E poi sei arrivato Tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora