Capitolo Quattordici - Amanda.

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Sì può morire di ansia?
Probabilmente si.

Ho appena finito di fare la valigia e sto ricontrollando, per la seconda volta, la lista che ho scritto per non dimenticare nulla.

Tra una cosa e l'altra guardo l'orologio.

Le 18:30.

Alle 19:00 Daniel mi passerà a prendere con la sua auto e andiamo al tanto atteso matrimonio.
Ha insistito perché andassimo con una auto e non due, secondo lui per non destare sospetti.
Greg e Scarlett, in combutta contro me, erano ovviamente pienamente daccordo con lui.
Okey, lo ammetto, arrivare con due auto sarebbe troppo strano per una coppia.
Oddio una coppia!!

Che sto facendo?

Respiro profondamente.
È stato tutto un errore un fottutissimo errore manovrato dall'orgoglio, quello stronzo!

Quando suonano il campanello quasi salto in aria.

Sulla porta un Daniel vestito casual mi squadra dalla testa ai piedi.
Devo dire che ha un certo gusto il ragazzo, ha una polo nera e dei jeans chiari abbastanza stretti che di certo segnano tutte le sue gambe muscolose e delle sneakers nere.
Sono ancora sotto shock quando lui si avvicina e mi da un leggero bacio sulla guancia.

Ma che diavolo??

<< Dobbiamo fare l'abitudine. >> Dice con un ghigno alzando le spalle, poi entra in casa e recupera la mia valigia sistemata accanto alla porta.

<< Hai solo questa? >> Mi chiede incredulo.

Annuisco << Non è vero che tutte le donne quando viaggiano si portano mezza casa dietro. >>

<< Beh, meglio così. >> Dice avviandosi verso la sua Jeep e sistemando la valigia nel portabagagli.

Lo seguo e salgo sulla Jeep, quanto mi piace  quest'auto.

<< Posso guidare un po' anche io? >> Mi scappa dalla bocca, non volevo davvero dirlo ad alta voce, troppo tardi ormai.

Lui mi guarda con un sopracciglio alzato, mette in moto e poco dopo dice << Nessuno può guidare la mia bimba, e poi è solo un'ora e mezza c'è la faccio. >>

Alzo gli occhi al cielo.
Gli uomini e la fissa per le macchine.
Come non detto.

Mentre ci immettiamo nell'autostrada chiede << Hai pensato alla storia da dover raccontare? >>

No. Non ci avevo pensato.
Dato il mio silenzio aggiunge << Io credo che per farlo funzionare dovremmo almeno raccontare le stesse cose. >>

<< Sì, hai ragione. >> ovviamente Juliett farà tantissime domande e anche mia madre, per non parlare di mia nonna!

<< Allora... Come ci siamo conosciuti? >> Osa chiedere osservando la mia reazione per qualche secondo e poi tornando con gli occhi sulla strada.

<< Potremmo dire un bar. >> Che poi non è una bugia, un anno fa ci eravamo conosciuti proprio in un bar.

<< Si, va bene. >> Acconsente << Ovviamente io ho fatto il primo passo offrendoti da bere. >>

Proprio come quella sera.

<< Okey, abbiamo parlato e poi ci siamo rivisti dopo qualche giorno, e da cosa nasce cosa e ci siamo messi insieme. >>

<< Quanto tempo fa? >>

<< Die mesi? >>

<< Mi porti al matrimonio di tua madre dopo due mesi che ci conosciamo? >> Ride.

E poi sei arrivato Tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora