Capitolo Diciotto - Amanda.

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Ieri sera ho avuto un crollo che nemmeno io riesco a spiegarmi. Sentire dire da mia nonna che secondo lei Daniel è un bravo ragazzo e dovrei lasciarmi andare mi ha non poco scombussolata.

Lei conosce il mio passato, tutto, e sa che non ho molta fiducia negli uomini, ma mi ha fatto promettere che ci avrei provato. Il problema più grande è che se anche le parole di mia nonna mi stanno facendo riflettere e non poco, non ci riesco a lasciarmi andare completamente. Come faccio a sapere che anche lui alla fine scapperà via?
E così mi richiudo in me stessa.

È per questo che non vedo l'ora che la Jeep di Daniel si fermi di fronte casa mia così da allontanarmi da lui il più possibile.
Questo viaggio sembra interminabile ognuno di noi due sta in silenzio con lo sguardo fisso sulla strada senza dire una parola.
Solo quando non sento più nessun movimento noto che la macchina si è fermata. Mi volto sulla destra dove c'è la mia piccola casetta, il mio rifugio, ma prima di scendere voglio chiarire le cose con Daniel, non voglio che continui a cercarmi.

<< Grazie per essere venuto per quest'assurditá del matrimonio.>> Dico fissando l'orologio sul cruscotto, non ho il coraggio di guardarlo negli occhi.

<< C'è dell'altro vero? >> Mi scruta ed io non posso fare che annuire.

<< Quello che è successo tra di noi, il sesso, è stato solo quello...>> Mento anche a me stessa <<...niente di più.>> Finisco di dire.

Lui sbuffa arrabbiato << Non è stato solo sesso, lo so io e lo sai anche tu! >>

Devo concentrarmi ancora di più per dire le parole successive, ma spero siano l'effetto desiderato << Forse hai sentito tu qualcosa di più, ma non io, mi sono divertita è stato bello, ma era tutto lì. >> Appena lo guardo negli occhi me ne pento amaramente perché dalla sua espressione trapela tutto il dolore che sta provando.

Ma non dice niente, scende dalla macchina, apre il bagagliaio che richiude con troppa violenza, e porta la mia valigia fino alla porta, quando torna verso la sua auto scendo e non mi degna nemmeno di uno sguardo.
Non aspetta che entro, dopo che torna al volante mette in moto e se ne va a tutta velocità.

Quando richiudo la porta alle mie spalle mi ci accascio fino a sedermi sul pavimento e li inizio a piangere a dirotto. C'è l'ho con me che non riesco ancora a fidarmi di nessuno, se chiudo gli occhi rivedo l'espressione di Daniel, puro dolore e si, mi ferisce sapere che la causa sono io.

È già pomeriggio inoltrato ed evito di chiamare i miei amici, faccio un bagno caldo invece e cerco di rimettere a posto i miei pensieri. Poi mi metto a letto dove cado in un sonno profondo.

***

Sono già passate due settimana da quando sono tornata da Southampton, i primi due giorni ho evitato di andare a lavoro, ma poi con riluttanza ho ceduto. Daniel, come pensavo, non mi ha inviato niente ed io non l'ho nemmeno cercato, perché in fondo che potrei dirgli?
Quando ho raccontato tutto ai miei amici mi hanno rimproverata e di brutto, dicendomi che non solo sono una stupida, ma mi sto facendo scappare una persona d'oro.

È giovedi e visto l'orario quando Karen entra nel mio ufficio penso che mi stia salutando prima di andare a casa.

<< Disturbo? >> Dice sorridendomi, indossa quei suoi occhialetti rotondi che di solito tiene appesi al collo che le fanno sembrare gli occhi giganti e mi guarda.

<< No, dimmi pure. >> Scaccio con la mano i miei pensieri e mi concentro su di lei.

<< Il capo vuole vederti. >> Mi avvisa.

Ci risiamo.

Stavolta entro direttamente senza bussare perché Karen mi ha già avvisato che è solo.

<< Eccomi qui. >> Dico andando dritta al divanetto.

<< Finalmente ci vediamo, pensavo saresti passata nel mio ufficio la settimana scorsa. >> Noto una punta di rimprovero e subito mi pento di non averlo fatto.

<< Scusami, ma appena sono arrivata ho avuto un sacco di lavoro da recuperare. >> E almeno questa è la verità.
Lui annuisce, poi spara la bomba << Mi ha chiamato l'architetto della casa al lago. >>

Corrugo la fronte. Cosa?
Daniel? Perché ha chiamato lui?

Vedendo il mio silenzio continua a parlare, << Pare che entro settimana prossima i lavori finiranno, quindi poi hai qualche giorno per sistemare la casa prima di consegnarla. >>

<< È già stato deciso il giorno della consegna? >> Urlo, sono su tutte le furie perché su questo si deve accordare con me l'architetto e non con Drew.

<< Mi ha chiesto di chiederti che giorno ti andrebbe bene. >> Poi mi guarda, sinceramente curioso e chiede << Perché ha chiamato me e non te? >>

Beh vorrei saperlo anche io, anche se forse... Ne so qualcosa. Ma è poco professionale.

<< Non lo so. >> Mento, ma ovviamente Drew non se la beve la mia mensogna.

<< Amanda >> mi rimprovera, << ti conosco da così tanto tempo da sapere che stai mentendo. >>

Sospiro, non so davvero cosa fare, se dirgli la verità o inventarmi un'altra storia e sperare che ci creda.
Come ha detto lui, però, mi conosce da molto tempo ed io non sono la migliore a raccontare bugie.
Così decido di raccontargli la verità. Tutta la verità.
Lui mi ascolta paziente ogni tanto annuisce, altre volte invece è chiaramente contrario a quello che dico.

<< Ho avuto paura in fondo. >> Gli spiego << non potrei sopportare il mio cuore che si spezza ancora una volta. >>

<< Capisco. >> Annuisce << ma ti sei comportata male, inoltre cosa ne stai ricavando da tutto questo? >>

<< Niente. >>

<< No, non è vero. >> Sì alza e fa il giro della scrivania per sedersi di fianco a me << Ne stai solo soffrendo, per paura di soffrire! È assurdo. >> Fa una risatina.

Lo guardo negli occhi e capisco che mi sta aiutando, sta cercando di aiutarmi a passare questo ostacolo che sembra così insormontabile per me. Le sue stesse parole me le hanno dette anche Greg e Scarlett ma non gli ho dato lo stesso peso di queste.

Mi ha aiutato così tante volte che credo prima o poi si stufi di me e dei miei problemi, invece c'è sempre. << Dici che dovrei dargli una possibilità? >> Chiedo dopo un tempo incredibilmente lungo.

<< Lo stai dicendo tu, non io. >> Mi guarda negli occhi e poi annuisce.

Ed io non ho bisogno di altro.

Quando torno a casa, quella sera, capisco che dopo tutto sto sbagliando. Ho provato qualcosa con Daniel, è vero e non posso negarlo. L'ho ferito ed ho ferito anche me stessa.
Quell'uomo riesce a farmi stare bene con poco e una cosa del genere non mi succedeva da parecchio tempo, anzi forse non mi è mai successa.
Decido che è giusto darci una possibilità, forse dopo tutto riesco ancora a fidarmi.

E poi sei arrivato Tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora