Capitolo Ventitré - Amanda

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Stupida.
Sono una stupida.
Ecco cosa sono.

Ho pensato che Daniel fosse andato via, ho pianto perché stamattina ho pensato di averlo perso per sempre.
Ho pensato che anche lui, stanco di me, fosse scappato.
Invece no, eccolo che viene verso di me.

Mi ha detto tutte quelle parole bellissime ed io cosa ho risposto? Nulla! Non ho saputo rispondere nulla.
Zero.
Nada de nada.

Mi fa rabbia questo perché in quel momento avrei tanto voluto buttargli le braccia al collo e baciarlo.
Ma la mia stupidità me lo ha impedito categoricamente.

Quanto mi odio per questo!
Lui ha davvero dimostrato di volerci essere ed io ancora non mi fido abbastanza.

Ma adesso basta, ha ragione la mia amica, quando ci teniamo tutto dentro rischiamo di ferirci noi stesse, e ne soffriamo solo noi.
Devo parlare con lui.
Adesso.
Dirgli le cose come stanno e poi se vorrà andare via lo accetterò.
Non posso fare altro, in fondo.

Così mentre stiamo mangiando il cibo che ha comprato prima, dei panini al salmone, tra un morso e l'altro gli dico << Dobbiamo parlare. >>

Lui si blocca.
Mi osserva e poi annuisce.
<< D'accordo. >>

Terminiamo di mangiare in un silenzio tombale, e poi gli chiedo di uscire fuori.
Non so perché ma guardando il mare mi sento meglio mentre parlo del mio passato.

Mi siedo sulla sabbia e lui mi copia mettendosi a qualche centimetro di spazio tra di noi.
Poi sta in silenzio aspettando che sia io a parlare, come è giusto che sia.

<< Non ho avuto un'infanzia facile >> attacco, se devo dirgli tutto allora conviene farlo dall'inizio << mia madre mi ha avuta a sedici anni, ed avere una figlia e prendersene cura era l'ultimo pensiero che aveva. >>

Prendo fiato << Da che ne ho memoria mi sono sempre occupata di me stessa, mi preparavo da mangiare, lavavo i vestiti, pulivo la mia camera persino, lo facevo perché forse così lei sarebbe stata contenta >> Faccio un sorriso amaro ai ricordo che tornano impertinenti << Ovviamente mio padre non ne ha mai voluto sapere niente di me, ma io me lo ricordo perché veniva a casa nostra, ubriaco, delle volte anche fatto... Sì scopava mia madre e poi se ne andava, senza degnarmi di una parola o uno sguardo. >>

Vedo la mascella di Daniel irrigidirsi, forse non si aspettava una storia del genere o forse sì, ma non era preparato << È per questo che non hai rapporti con lei, vero? >>

<< Sì, a modo suo ha cercato di esserci negli ultimi tempi, dopo essersi disintossicata... >> Continuo la mia storia << ...una sera quando quell'uomo venne a casa nostra era ubriaco, io avevo sei o sette anni non ricordo e fu la prima volta che si accorse di me. >> Una lacrima mi riga la guancia << all'inizio ero stata contenta, avevo pensato che forse mio padre stava cambiando, ma poi... >> Mi si blocca la voce e provo a mandare giù il nodo che ho in gola senza riuscirci perché un singhiozzo esce dalla mia bocca.

Non so dire quando Daniel si sia avvicinato a me, ma adesso mi stringe tra le sue braccia ed è tutto così bello.

<< Non devi continuare se non vuoi, io... Posso aspettare. >>

Faccio no con la testa, perché ormai devo andare avanti << Quella sera lui e mia madre si chiusero in camera e dopo qualche ora lui uscì di nuovo, aveva il viso rosso e gli occhi lucenti di rabbia, mi prese dal divano dove ero raggomitolata e mi portò nel mio lettino... >> Non riesco più a continuare , ma Daniel ha bisogno di sapere, con questo pensiero mi costringo a continuare << dove mi ha violentata. >>

Daniel stringe i pugni e si trattiene dal dire qualcosa.
Sta in silenzio e non sapere cosa pensa mi uccide.

<< Mia madre mi accusò di averlo provocato, era ubriaca e fatta e non sapeva quello che diceva, io andai a vivere con i miei nonni per i due anni successivi, il periodo più bello della mia infanzia. >> sorrido al ricordo.

<< Il periodo in cui tua madre si stava disintossicando? >> chiede lui.

<< sì, andò in una clinica, e infatti quando tornò io tornai a vivere con lei, fino ai miei 18 anni. >>

Lui annuisce, sa che a 18 anni sono andata a vivere con Scarlett e Greg.

<< Io... Amanda.. mi dispiace.>> Riesce a dire infine e finalmente alzo il viso sul suo e mi accorgo che il suo dispiacere è reale. Che sta provando lo stesso dolore che sento io, come se gli appartenesse anche a lui.

<< È passato >> mi stringo nelle spalle e mi abbraccio le ginocchia.

<<Io.. non sono riuscita a fidarmi mai delle persone >> attacco di nuovo << Una volta l'ho fatto, e ci sono rimasta fregata... Un ragazzo...>> Deglutisco << pensavo che mi amava, mi diceva che voleva stare con me per sempre, che io ero l'unica... Ed invece ho scoperto che io non ero l'unica, ma ce n'erano altre due, in un letto, tutte insieme a lui. >>

Stavolta Daniel si sposta dietro di me e mi riscalda con tutto il suo corpo, improvvisamente mi accorgo che stavo tremando.

Restiamo un po' in silenzio a guardare le onde del mare infrangersi.
E sto così bene.
Sento il respiro caldo di Daniel sul mio collo e questo mi fa fremere.
Vorrei tanto potermi fidare di lui.
Ma non so cosa pensa in questo momento non ha ancora detto nulla su tutto.

<< Forse dovrei lasciarti del tempo...>> Dico alzandomi improvvisamente <<... Per pensare. >> Mi giustifico.

Lui mi segue a ruota e mi blocca prendendomi per un braccio << Io... Non ho bisogno di pensare. >> Adesso le sue mani sono sul mio volto, i nostri occhi gli uni dentro gli altri << Quello che ho detto prima non cambia. >>

E per un momento mi sembra vero, mi sembra possibile che qualcuno possa tenere a me veramente.

Sfuggo alla sua presa << Io sono rotta!  Sono sbagliata! Tu non puoi volermi.>> Urlo ed inizio a correre verso dove non lo so, ma voglio fuggire perché stare ancora accanto a lui è difficile.

D'un tratto però me lo vedo correre accanto e poi di fronte e non riesco a fermarmi e sbatto contro il suo petto. Il suo odore.
E lui mi abbraccia, mi tiene stretta ed io non posso fare altro che piangere.

<< Perché devi essere testarda! >> Dice un misto tra l'arrabbiato ed il dolce. << Amanda guardami >> mi costringe ad alzare lo sguardo, con i pollici mi asciuga le lacrime che continuano ad uscire e poi mi dà un bacio su una lacrima e subito dopo un altro e poi un altro.
Scende piano fino ad arrivare agli angoli della mia bocca ed io impercettibilmente apro le labbra.
Mi chiede il permesso con la lingua prima di entrare e aspetta paziente, solo quando io tocco anche la sua si lascia andare.
È un bacio dolce, supplichevole, non pretende niente anzi mi dà tutto il suo amore. E nessuno mai mi ha baciata così, giuro.

Quando si stacca da me ne sento subito la mancanza, appoggia la fronte alla mia << Io ho intenzione di stare con te, e non mi importa che tu sia rotta, ti prego Amanda, ti prego permettimelo >>

E resto sconvolta perché dai suoi occhi stanno scendendo delle lacrime, ma non le asciuga le lascia scorrere.

E si in questo momento decido di fidarmi di lui. << Va bene. >> annuisco.

Nel suo viso si allarga un sorriso ed è la cosa più bella che io abbia mai visto.

Quest'uomo piano piano è entrato nella mia vita e adesso è difficile da farlo uscire, ma non voglio, voglio che rimanga dentro il mio cuore. Sempre.

E poi sei arrivato Tu.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora