Rivoli Parte 1

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Era passata qualche settimana e con Gaia stava andando tutto benissimo.
Non c'eravamo viste molto perché entrambe avevamo impegni lavorativi, io ad esempio ero impegnata a registrare l'album, mentre lei doveva programmare il tour in giro per l'Italia.
Quella mattina sarebbe venuta a Rivoli, disse che si trovava nelle vicinanze e voleva vedermi. In realtà ci credetti ben poco, visto che non ero a conoscenza di qualche studio Sony nei pressi di casa mia, pensai. Comunque qualunque fosse la verità, ero davvero felice di vederla e non poteva essere altrimenti.
Mi mandó un messaggio dicendomi che stava per arrivare, così scesi davanti al portone per aspettarla e darle la giusta accoglienza.
Giù non c'era nessuno, perciò aspettai lì passando tempo col telefono.
Quel momento venne interrotto da una macchina che si fermò davanti a me, solo che non era Gaia, era Daniela.
"Dani.. ciao." Le dissi, un po' confusa di trovarmela sotto casa. "Che ci fai qui?"
Lei abbassò il finestrino, spegnendo la macchina.
"Ogni tanto passo da qui prima di andare a lavoro. Ricordi? Ti passavo a prendere e andavamo a fare colazione insieme. Devo ancora abituarmi alla nuova situazione."
"Già.. ascolta, dovresti evitare di farlo. Non per me, ma per te. Non ti fa bene."
Le dissi molto sinceramente. Non aveva senso continuare quello che stava facendo, non avrei cambiato idea e lei non doveva aspettarmi.
Scese dalla macchina e si mise di fronte a me.
"Lo so ma in realtà mi illudo sempre di trovarti e vederti qui fuori, come oggi."
"È che sto aspettando Gaia, oggi viene qui." L'ho colpita proprio lì, nel punto debole, avrebbe capito?
Da parte sua ricevetti un assenso e dopo di che si fiondò su di me, abbracciandomi.
La strinsi, sapevo che volesse significare quel gesto: mi stava lasciando andare.
In quel momento preciso, notai l'arrivo di un'altra macchina e vidi subito Gaia parcheggiare, e lei vide me.
Dani si staccò, stava piangendo e a me si stava spezzando il cuore.
"Ciao Marti." E senza guardarmi, ritornò in macchina, andando via e scomparendo dalla mia vista.
In quel momento mi mossi verso Gaia, che mi stava aspettando appoggiata alla sua macchina.
"Ciao amore??" Le dissi un po' timidamente, mi aspettavo già il cazziatone.
"Mmm ciao" disse lei scrutandomi e rimproverandomi con lo sguardo. Mi fece sentire più in colpa di quando mia mamma mi guardava dopo aver rotto qualcosa a casa.
"Posso spiegare amore, dai, andiamo dentro."
"Dimmi che non hai passato la notte con lei." Niente, voleva parlare lì fuori.
"Cos-No, no per nulla, in realtà è stata qui due minuti. Ha detto che non ha perso l'abitudine di farlo, passare da me a quest'ora intendo. Io ero scesa per aspettarti e la sono ritrovata davanti. E poi mi ha abbracciata piangendo."
"E tu l'hai abbracciata" rispose secca.
Normalmente avrei sclerato di brutto, impaziente quale sono, ma in quel momento capii che la ragazza di fronte a me aveva bisogno di comprensibili certezze. Così, mi avvicinai a lei, prendendole le mani.
"Lo sai che è stata importante per me e poi non ho motivo per trattarla male, lo sai, sono io la cattiva della sua storia. Stai tranquilla, okay? Anzi le ho detto di non venire più."
Sembrava essere più tranquilla adesso. Forse parlare in tono pacato aiuta tutto sommato, visto che mi dicevano che sbagliassi sempre i modi.
"Okay dai è comprensibile, ma alla prossima volta ti taglio le braccia."
"E io come ti tocco??" Le dissi, a pochi centimetri dalla sua bocca.
"Ci sono altri modi, amore." Mmmm agguerrita la Gozzi.
"Allora.. mi fai entrare a casa tua o rimaniamo qui fuori a dare spettacolo?"
"Vuoi negare al mondo lo spettacolo Beltrozzi??" Le chiesi dandole un veloce bacio sulle labbra
"No ma vorrei baciarti molto approfonditamente senza la paura dei giornalisti stalker."
"Se vabbè non siamo così famose, come Cara e Ashley"
Nel frattempo la condussi verso casa mia.
"Tu forse no, io invece sì, ho pur sempre vinto Amici." Lei rise, esaltandosi ironicamente.
"Ah certo, tu sei la tizia che canta quella canzone in lingua incomprensibile che passano ogni mattina in radio."
"Sì proprio quella, visto che sono famosa."
Nel frattempo entrammo in casa e le feci fare un piccolo tour.
"Quindi, devo credere che sei a Rivoli per lavoro oppure mi dici la verità?" Le chiesi, una volta in salotto. Quella mattina non c'era nessuno a casa, i miei erano a lavoro e Nico era con i suoi amici.
"Mmm in realtà Giorgia doveva venire a Torino per cose sue e io volevo venire da te. Quindi ho deciso di prendermi una giornata libera, accompagnare mia sorella e stare con te qui."
Che carina, palesissimo che voleva vedermi, Gaia sottona del mio cuore. Non che io stessi vivendo benissimo la lontananza, non mi sentivo completa senza lei accanto.
"Sono felice che tu sia qui sai.. però pomeriggio devo registrare un brano, vuoi venire con me?" Le chiesi, non avevo problemi a condividere il mio lavoro con lei, d'altronde lei mi conosceva per quello ed era cominciato tutto con la musica.
"Certo, perché no.. amo passare del tempo con te, in qualsiasi modo possibile."
Sottona pt.2
"Dai vieni con me in stanza."
Mi alzai e la condussi di sopra, dove avevo la mia chitarra.
"Accomodati pure"
Mi misi di fronte a lei e accordai la chitarra.
"Sappi che ti ho dedicato mezzo album, anzi tre quarti. Però niente spoiler, per adesso ti canto solo un pezzo che sai benissimo."
Le cantai la canzone che avevamo scritto insieme a Stefano
Ti ricorderai di me quando ormai sarò distante, quando avrai tante cose da raccontarmi e io non ci sarò più.
La cantai con la stessa intensità ed emozione della prima volta, guardandola dritta negli occhi.
Lei cantò la sua parte.
Sai di nuvole e paranoie, sai di schiena nuda nella notte.
E continuò, con la stessa voce soffice e delicata della prima volta.
"Mi è mancato sentirti cantare. La tua voce è la mia preferita." Disse lei, una volta finita la canzone.
"E la tua è la mia." Risposi di rimando.
"OHMIODIO CHE BELLO." Urlò mentre stavo posando la chitarra, e infatti saltai in aria per lo spavento.
Mi girai per sgridarla ma mi fermai vedendo Gaia che accarezzava Nathan, il mio cane.
"Piano con lui, è mio, sono gelosa." Le dissi scherzando.
"Con lui?? E con me no?"
"Non posso essere gelosa di più cani contemporaneamente." Ops, ma che ho detto?
"Cos? Mi stai dando della cagna Martina?"
"No, no era una battut-AIUTOOOO." Si alzò dalla sua postazione per afferrarmi e io per riflesso scappai, andando verso il corridoio.
Corridoio che non raggiunsi mai perché Gaia mi afferrò il braccio e mi mise a faccia contro il muro.
"AIA STRONZA." Chissà che bel bernoccolo sarebbe spuntato in piena fronte.
"Io? Mi hai insultata." Continuava a tirare il braccio e spingere la mia faccia verso il muro.
"Ma stavo scherzando Bibi"
"Sei una troia" era incazzatissima, a me veniva troppo da ridere ma decisi di non peggiorare la situazione.
"Mmm sì Gaia insultami." Le dissi con tono provocatorio, visto che non potevo fare altrimenti.
Finalmente mi lasciò andare e stavo per parlare quando mi ritrovai di nuovo sbattuta verso il muro, questa volta di schiena, con le sue labbra che cercarono rapidamente le mie. Eccitante.
Iniziammo a baciarci molto, molto energicamente, con lei che scese sul mio collo e io che le afferrai i fianchi, avvinghiandola a me. Con le mani scesi verso il suo sedere atomico, portandolo più verso me.
Nel frattempo Nathan, presumo molto spaventato, scappó dalla stanza. Meglio, non gli si bloccava la crescita così.
Gaia iniziò a mordermi, a succhiare pezzi di lembi e cercando di arrivare ad ogni centimetro possibile di quel tratto.
Le misi le mani sotto la maglietta, alzandogliela e col suo aiuto gliela tolsi.
"Sei bellissima Gà." Le dissi, ammirando per la prima volta quella visione davanti a me. L'avevo già vista in quelle condizioni, quando eravamo ad Amici. Ma adesso, era tutta un'altra cosa.
"Anche tu, amore." Si fermò da qualsiasi cosa eccitante stesse facendo, per guardarmi negli occhi mentre diceva quelle parole.
La ringraziai fiondandomi sul suo collo, poi sul suo seno, liberandola dal reggiseno. Mi soffermai lí, giocando con i suoi capezzoli, li morsi, li succhiai e feci tutto ciò che c'era da fare.
Scesi più giù, fino ad inginocchiarmi. Adesso avevo la testa precisa di fronte il suo basso ventre. Ho aspettato questo momento per mesi. Le baciai la zona inferiore all'ombelico, aiutandomi con la mani a scendere la cerniera dei suoi pantaloni. Ricevetti, in cambio di quel lavoro, dei versi sicuramente positivi.  Man mano che la zona era più libera dagli indumenti, ebbi più libertà di baciarla mentre lei con le mani mi spingeva la testa.
Improvvisamente mi tirò su, baciandomi voracemente.
"Non hai idea di quanto tu sia eccitante inginocchiata a me." Mi disse, stringendo i miei fianchi.
Così anche lei mi aiutò a togliere la maglietta e per comodità la condussi sul letto.
La feci coricare e ripresi a baciarla davvero dappertutto, togliendole i pantaloni, mentre lei cercava invano di ricambiare.
Arrivai nel suo punto più sensibile e le lasciai dei baci delicati, prendendomi del tempo per godermi quella parte.
"Marti, non ti fermare." Mi disse la dittatrice. Invece di assecondarla, salii verso la sua bocca e le lasciai dei baci veloci, scendendo poi verso il collo.
Gaia, impaziente, invertì le posizioni, posizionandosi questa volta sopra di me.
Arrivò a baciarmi il seno, scendendo verso il basso, lasciandomi morsi sparsi per tutto l'addome.
Mi tolse la tuta e gli slip in un colpo solo.
"Dillo che sei venuta qui per scopare." Le dissi sorridendo.
"Mmm anche." Rise, legandosi i capelli.
Questa volta cambiai io le posizioni, posizionandomi a cavalcioni nella sua coscia destra.
"Oh Dio." Ottenni quel verso dalla sua bocca ansimante.
Iniziai a strusciarmi su quel punto, "Vuoi che faccia cosí?"
Tra gemiti e tremolii presumo che il suo fosse un 'si', così continuai a stuzzicarla.
"Marti, ti prego."
Soddisfatta, questa volte le detti ciò che voleva. Le tolsi gli slip e passai la mia lingua sul suo clitoride, lavorando come piaceva a me. Inserii gradualmente una, due, tre dita e pochi minuti dopo, con un urlo soffocato, Gaia iniziò a scuotersi sotto il controllo della mia lingua.
Pochi secondi dopo essersi ripresa, mi tirò a sé e con le sue mani arrivò al mio polo sud, entrando con le sue dita.
Con la bocca scese verso i miei capezzoli, mordendoli, mentre con le dita spingeva dentro di me.
Cazzo, ero in paradiso.
"Continua Bi...bi."
Così, in poco tempo anche io arrivai al culmine, sfinita da quella nostra prima volta parecchio intensa.
"Aiuto Gesù" esclamai, coricandomi su di lei, attenta a non farle male.
"È stato.. wow, Bì." Disse lei, ansimando ancora.
"Sei perfetta." Le dissi, accarezzandole i capelli.
"Dici così perché ti ho donato un orgasmo." Rispose sarcastica.
"No amore, sei bellissima, sublime, eterea, boh non so come definirti più."
Lei alzò lo guardo, guardandomi con gli occhi pieni di emozione, e mi lasciò un soffice bacio sulla guancia. Si posizionò sull'incavo del mio collo, rilassandosi addosso a me.
"È da novembre che sogno le coccole post-sesso fatte da te." Disse lei, iniziando a parlare più lentamente.
"Sognavi pure la parte 'solo sesso'??" Le chiesi ridendo.
Non ottenni risposta, si era sicuramente addormentata. Come biasimarla, eravamo distrutte, così mi appisolai pure io.

E mi ricordo un po' di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora