Palermo

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Le settimane passavano e sia io che Gaia stavamo terminando i nostri impegni lavorativi.
Mancavano gli ultimi giorni e poi saremmo state finalmente libere di parlare e io avrei avuto la possibilità di raccontarle tutto.
Ci sentivamo spesso nei messaggi, ogni tanto insisteva per farsi raccontare tutto ma io le dicevo sicura che avrebbe dovuto aspettare.
Ogni tanto parlavo anche con Laura ed era capitato che venisse ad altri miei eventi al Nord Italia.
Eravamo semplicemente amiche anche se capitavano quei momenti di broccolamento reciproco che però non portava a nulla.
Io non le avevo mai detto nulla su Gaia ma sapevo che lei fosse a conoscenza di qualcosa.
Apprezzavo il fatto che non mi avesse  mai chiesto direttamente di lei anche quando ero di pessimo umore.
Quella situazione con Gaia mi rendeva ancora più instabile di quanto non fossi normalmente. Non poter stare insieme ma volerlo più di qualsiasi altra cosa, dover aspettare e non poterle dire subito la verità, erano cose che mi logoravano dentro e mi rendevano parecchio nervosa.

Poi mi scriveva Gaia e tutto passava, come una bambina felice con un giocattolo nuovo tanto desiderato.
Ci scrivevamo tante cose dolci ma erano pure molte le volte in cui litigavamo, per lontananza, stress, gelosia...
Alla fine di ogni giornata capivamo sempre più però, che nessuna delle due poteva fare a meno dell'altra e io mi ero convinta del fatto che fosse un periodo di passaggio in attesa di quel momento in cui saremmo state di nuovo insieme e felici.

Gaia stava avendo quella sera il suo ultimo concerto a Firenze mentre io avrei avuto gli ultimi eventi nel Sud Italia.
"Sì bì, da una parte sono stanchissima per questi mesi intensi ma ovviamente sono anche grata, non mi aspettavo tutto ciò."
Disse Gaia dall'altra parte del telefono.

"Te lo meriti tantissimo Gà.
Comunque, dopo la fine del tour che programmi hai?"
"Dovrei tornare a Milano perché abbiamo delle riunioni con la casa discografica, Carlo preme per il rinnovo del contratto."
"Minchia, manco il tempo di finire."
"Ma infatti non so perché non vuole farmi respirare."
"E lui continuerebbe ad essere il tuo manager?"
Le chiesi curiosa, insultando mentalmente quel coglione.

"Sì, credo. Cioè, se firmo, sì."
"Ma come si comporta con te??"
"Te l'ho detto, ogni tanto sembra non volermi lasciare sola neanche per 5 minuti, ma penso che lo faccia per me e per il mio futuro."
"Oppure perché è un maniaco depravato" sputai fuori abbastanza nervosa
"Non credo Marti."
"Sì Gaia, è un complottista del cazzo"
Mi morsi la lingua subito dopo aver detto quelle parole, parlo sempre troppo.
"Perché dici questo?"
Lei mi chiese abbastanza colpita dalle mie parole.

"Lui non è come credi. Comunque non voglio rovinarti l'ultimo giorno di tour, te lo devi godere al massimo. Appena finisci tutto e prima del nuovo contratto, parleremo. Voglio che tu sia al corrente di tutto."
"Ti odio. Se mi dai segnali, poi mi fisso e ci penso tutto il giorno."
"Lo so ma lo faccio per te e per metterti in guardia. E voglio dirti la verità solo dopo aver finito il tour"
Continuammo a parlare al telefono per un po', fino a quando arrivò l'ora di staccare per i vari impegni.

L'indomani pomeriggio mi ritrovavo a Palermo, capoluogo siciliano, per svolgere una delle mie ultime tappe.
Non ero mai stata in Sicilia, perciò quella terra a me nuova mi sorprese davvero tanto.
Durante gli spostamenti tenevo gli occhi fissi sul mare, ammirando quella distesa blu che circondava l'isola.
I ragazzi presenti all'instore furono super carini e lasciarono vari sacchetti con del cibo dentro.
"Siamo molto orgogliosi della nostra terra.  Dovresti ssaggiare i nostri prodotti. Ti vogliamo bene." Lasciarono scritto in un bigliettino.
Dei fan non potevo mai lamentarmi, erano sempre dolcissimi con me.

La sera tornai in hotel con una valigia piena di arancine, cannoli, vari tipi di dolci e tavola calda.
C'era cibo in quantità per sfamare l'intero edificio, tant'è che avevamo organizzato un mini festino alla hall per mangiare tutto quel ben di Dio.
L'indomani avrei avuto un giorno libero, perciò lasciarsi un po' andare quella sera sarebbe stata cosa buona e giusta.
I dipendenti dell'hotel si unirono a noi e da loro prendemmo qualche bottiglia di alcool. Anche qualche cliente si unì a noi e la serata passò davvero in una bella atmosfera movimentata.
Era mezzanotte inoltrata e avevamo abbassato di molto il volume, per ovvie ragioni.
Ero un po' brilla, non che avessi bevuto tanto, solo che non sono famosa per le mie grandi capacità di resistenza all'alcol.
Mentre continuavo a muovermi senza senso in hall, due mani da dietro mi si posero dinnanzi agli occhi non facendomi vedere nulla.
Sussultai a quel tocco.
Potevo essere pure brilla ma avrei riconosciuto quel profumo a chilometri di distanza.
"Sorpresa Bì" sussurrò la mia voce preferita al mio orecchio.
Mi girai di scatto, con gli occhi emozionati, per vedere dopo tanto tempo quelle iridi blu di cui ero innamorata.
Con un sorriso davvero da ebete, mi gettai su di lei, stringendola forte forte.
"Mi sei mancata tanto" le dissi piano, con la voce tremolante e gli occhi lucidi.
"Anche tu piccola" mi sorrise, anche lei con gli occhi lucidi,  ordinando i miei ciuffi ribelli.
"Che ci fai qui? Avevi detto che avresti dovuto avere le riunioni."
"Lo so, ma prima dovevamo parlare, ricordi? E poi volevo troppo vederti. Non riesco più a starti lontana sapendo che c'è qualche verità importante sotto."
Continuava a sorridermi e ad accarezzarmi. Chiusi gli occhi un attimo, per godermi quei momenti.
"Vieni, saliamo in stanza" le dissi, prendendola per mano.
Mi era mancato quel semplice gesto d'amore, il suo tocco, la sua pelle morbida.
Salimmo in stanza, mentre cercavo di recuperare lucidità così da affrontare l'argomento con Gaia.
Aprii la stanza, la invitai ad entrare.

"Dunque, è arrivato il momento della verità" le dissi, mentre lei era di spalle cercando di appendere il giubbotto.
"Non l'ho mai voluto io, non avr-"
Venni interrotta da lei che in due secondi si avvicinò rapidamente a me e mi baciò.
Rimasi scioccata, piacevolmente, perché l'avevo sognato da settimane ma mai avrei immaginato di poter provare tutte queste sensazioni in pochi secondi.
Non so cosa eravamo in quel momento, l'avevo lasciata ma per lei il sentimento non diminuì mai, anzi, la lontananza lo fece solo maturare.

Baciava bramosa le mie labbra e io risposi prontamente al suo desiderio.
Mi chiese immediatamente l'accesso, confermando che non volesse un bacio soft.
"Parliamo dopo" disse staccandosi un attimo per prendere fiato.
Mi spinse e io fui costretta ad indietreggiare fino a quando non toccai la scrivania.
Le afferrai i fianchi saldamente tirandola più a me.
Le alzai leggermente la maglietta, volendo toccare la sua pelle scoperta.
Le mie mani bruciavano, amavo la passione che c'era sempre stata fra noi.
Nel mentre, continuavamo a baciarci e io stretta tra il suo corpo e la scrivania.
Con uno scatto invertii le posizioni, afferrai Gaia appena sotto il sedere e la sollevai verso la scrivania.
Qualche cosa cadde a terra, probabilmente si ruppe, ma in quel momento non mi importava di nulla se non della ragazza che stavo baciando.
"Ti voglio Marti."
Disse nel secondo esatto in cui si staccò dalle mie labbra, per poi rifondarsi subito dopo.
La portai più verso il mio corpo.
Dove finivo io, iniziava lei, come un tutt'uno.
Le tolsi il top che portava, facendole alzare le braccia.
Rimasi due secondi a fissare ciò che non vedevo da troppo tempo, ricordandomi quanto mi fosse mancata.
"Vieni qui." Mi tirò a sé, facendo scontrare nuovamente i nostri corpi e le nostre labbra.
Dopo pochi secondi scese dalla scrivania per guidarmi verso il letto.
Mi spinse violentemente su di esso, facendomi eccitare molto di più di quanto non fossi già.
Senza perdere tempo si mise a cavalcioni sopra di me.
"Cazzo, quanto sei bella" le dissi, presa dalla visione del suo sguardo lussurioso e dei suoi capelli scombinati.
In risposta si scaraventò sul mio collo, mordendolo e succhiandolo mentre le mie mani palpavano ogni centimetro del suo corpo.
In pochi minuti eravamo entrambe nude, dandoci quel piacere reciproco che ormai mancava da tanto tempo.
Ci mordevamo, ci torturavamo, ci baciavamo a vicenda.
Gli orgasmi non tardarono ad arrivare, spingendoci in un'altra dimensione.
Mi era mancata lei, il suo tocco quasi magico, la sua voce che urlava il mio nome quando veniva e le sue mani che mi portavano al culmine.

Tutto di quella notte fu perfetto.
Rimanemmo nude e lei si addormentò tra le mie braccia.
Stare con lei così mi riportò indietro col tempo, quando stavamo in Brasile e per una settimana ogni mattina avevo lei di fianco a me.
Ricordai quei momenti con un velo di tristezza e malinconica, pensando che forse quelli furono i giorni migliori della mia vita, passati con l'unica donna che davvero avessi mai amato.
Speravo con tutto il cuore di sistemare le cose con lei, non desideravo altro che passare il resto dei miei giorni in compagnia sua, senza nessuno che ostacolasse il nostro amore.
Chiusi gli occhi definitivamente, pregando che l'indomani, una volta detta la verità, sarebbe andato tutto bene.


Ehii scusate l'assenza.
Oggi regalino per le siciliane come me.
Era doveroso fare un omaggio a Palermo 😂😍
Allora ditemi, che ne pensate?

E mi ricordo un po' di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora