Le chiavi. (Ultimo capitolo)

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"Ma è vivo vero?!?" Chiesi completamente nel panico, vedendo Carlo steso sul pavimento senza sensi.
"Sì Marti tranquilla. So per certo che abbia la testa durissima. Sicuramente sarà stordito, è stata la botta."
Cercava di tranquillizzarmi così Gaia, invano.
L'avevo colpito davvero forte ma in mia discolpa ero convinta fosse un ladro o cose del genere.

Dopo qualche minuto, iniziò a muoversi e, aprendo gli occhi, fece una forte smorfia per il dolore.
"Ma che cazzo!" Esclamò toccandosi la testa.
Si girò verso di me, incenerendomi con lo sguardo.
"Sei stata tu vero?" Chiese, con la voce avvelenata.
"Sei una bimba bastarda del cazzo." Adesso si era alzato e urlava quelle parole contro di me.
"Intanto calmati." Gaia lo trattenne per una spalla e lo costrinse a girarsi verso di lei.
"Sono stata io" disse lei.
La guardai male, non volevo si addossasse la colpa.
Lui la fissò, confuso.
"Perché non avrei dovuto? Mi sembrava fosse entrato un ladro. Ti ho dato le chiavi di casa mia solo per necessità, che sei venuto a fare?"
Gaia era piuttosto arrabbiata.
La tensione si percepiva nell'aria, sicuramente più che motivata, visto l'astio che ormai da un po' provava verso il suo manager.
Lo sguardo di Carlo non era più furioso, adesso era ferito, tradito.
Calò un silenzio imbarazzante in cui il manager alternava il suo sguardo arcigno verso di me e occhiate dolci a Gaia.

"Volevo lasciarti sul tavolo il nuovo contratto ma vista la situazione te lo dico direttamente, non lavorerò più come tuo manager."
Rispose lui docile, abbassando il tono della voce nella parte finale della frase.

'Finalmente' pensai e mi morsi la lingua per non dirlo ad alta voce.
Voleva puntare sulla tenerezza ma né io e né tantomeno Gaia mostravamo segni di cedimento.
La mia ragazza gli annuì, prendendo in mano il contratto che il suo ormai ex manager aveva tirato fuori.
"Hai rovinato tutto" Gaia gli disse aspramente, in collera.
Si riferiva al tour? A noi? Al loro rapporto?
Certo è che Carlo non doveva fare ciò che ha fatto.
Tirò fuori un mazzo di chiavi dalla sua tasca, posandole sul mobile accanto a lui.
Si sistemó la giacca, con fare deciso, per poi voltarsi verso di me.
"Alla fine, hai vinto tu." Si rivolse a me, senza mai perdere quell'acidità per cui l'avevo conosciuto.

Io ribollivo di rabbia.
Ma pensi che Gaia sia un premio?
Come puoi avere così poca considerazione di una persona e allo stesso tempo fare di tutto per averla?
Come se fosse stata una gara fra noi.
Pensavo ma non parlavo e forse era meglio così.

Amor omnia vincit, come diceva Virgilio.
Ho sempre pensato che il destino esistesse e che ci portasse dalla persona con cui eravamo destinate a stare.
Mi piaceva pensare che io e Gaia fossimo l'incarnazione della leggenda del filo rosso del destino e lui era stato solo un ostacolo in mezzo al nostro amore.

Mentre lo guardavo andare via, questi pensieri mi ronzavano in testa e avevo rancore per ciò che ci aveva fatto.
Aveva giocato sporco solo per non ammettere di provare qualcosa per Gaia.
Non si meritava nulla.
Neanche il suo saluto.

Chiuse la porta dietro di sé, lasciando silenzio dentro casa.
Gaia stringeva energicamente la sedia, i suoi occhi avevano una sfumatura di blu intensa.
Un suo sguardo avrebbe potuto uccidere qualcuno in quel momento.
Mi avvicinai cautamente a lei, prendendole la mano stretta a quella superficie di legno.
"Ehi... È tutto finito."
Cercai di tranquillizzarla, intrecciando le nostre mani.
Il suo sguardo era fisso sul pavimento, mentre delle lacrime iniziavano a scendere delicate sulle sue gote.
Mi avvicinai ancora di più a lei, così che lei adesso guardava me.
La strinsi forte fra le mie braccia, le accarezzai i bei capelli che aveva.
"Sono stata..una stupida." Disse fra i singhiozzi.
"Non è vero Gà, è stato lui a fare il coglione."
"Tu hai sopportato tutto da sola e io avrei dovuto capirlo."
Continuava ancora, pensando di essere stata la causa di tutto.
"Gaia, non è colpa tua. Non lo è mai stata."
Continuavo a dirle.
Non avrei permesso che si fosse sentita in colpa per qualcosa che di cui lei non era minimamente a conoscenza.
La colpa era solo di una persona.

Mi sciolsi dall'abbraccio solo per compiere un gesto a cui stavo pensando già da parecchie ore.
Mi avvicinai al mobile del soggiorno, guardando quel mazzo di chiavi lasciati proprio lì.
Presi un grosso respiro, impaurita di come sarebbe cambiata la mia vita e la mia routine da quel momento.
Le afferrai e mi voltai verso Gaia.
"Che ne dici se le prendo io?"
Chiesi.
Sul suo viso comparve uno dei suoi più bei sorrisi e gli occhi che, fino ad un attimo prima erano tristi e angosciati, adesso brillavano di speranza.
"Intendi che ti trasferisci qua?"
"Beh.....Sì" le ricambiai il sorriso.
Si mosse velocemente verso di me per tirarmi fra le sue braccia, sollevandomi pure da terra.
"Aiaaa, le cos..tole!" Esclamai per la sua stretta. "Me le spezzi, troiaaa"

Sto scherzando Gaia, stringimi fino a quando vuoi, fino a quando le costole non si spezzano e non ci sarà più nessun segno della mia gabbia toracica.
Stringimi quanto vuoi, mi arrivi al cuore e da lì non esci più.

"Ti amo"
Adesso mi bacia, afferra il mio viso e sulle mie labbra deposita il suo amore.
Lo custodirò per sempre, Gaia.
"Ti amo anche io, bibbì"
Tanto, infinitamente.

Chissà cosa sarebbe cambiato da quel momento.
Avevo paura? Sì, tremendamente.
Paura che vivendomi 24 ore al giorno avrebbe capito che non fossi la persone giusta per lei.
Allo stesso tempo però, non vedevo l'ora di iniziare quel nuovo capitolo con lei.
Un amore poi maturo.
Insomma, ne avevamo fatta di strada insieme.
Da sconosciute in un talent a conviventi in un appartamento a Milano.
Assurdo come l'amore possa colpire così improvvisamente e profondamente due persone.
Come possa stravolgere ogni sicurezza di una persona sul proprio futuro e su chi ha intorno.
L'amore non ha mai avuto una definizione che fosse uguale per tutti.
Ma per me, la sola e unica definizione porta un nome.
Il tuo.

The End

Bene ragazzi, purtroppo siamo arrivati alla fine di queste storia.
Ho deciso di chiudere qui semplicemente perché non volevo allungare il succo inutilmente.
Chissà, se mi verranno altre idee non escludo che potrò iniziarne un'altra.
Grazie a tutti, a voi che avete letto e avete lasciato bei commenti.
Vi voglio bene
(Non smettete mai di crederci)




E mi ricordo un po' di meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora