La mattina dell'ultimo giorno la passammo in tranquillità in una bellissima spiaggia vicino l'hotel.
"Ieri mi hai particolarmente sorpresa." Dissi a Gaia, mentre stavamo gustando un gelato.
"Su cosa?" Chiese confusa.
"Non pensavo fossi una maniaca del sesso" e lei affogò col gelato, diventando subito rossa.
"Che c'è, adesso non fai il fenomeno?!" La presi in giro vedendola così.
Lei continuava a tossire, evitando di rispondere.
" Che poi, mi spieghi il motivo di portarsi una corda in vacanza?" Le chiesi davvero curiosa.
"Ho visto un porno in cui la usavano e così ho provato ad imitare." Rispose lei molto imbarazzata mentre rideva.
"Mi lasci senza parole." Era davvero buffa.
"Dai basta, mi imbarazzo." Disse a bassa voce.
Abbastanza soddisfatta di quella presa in giro, cambiai argomento.
Di pomeriggio avremmo avuto l'aereo che ci avrebbe riportato a casa, lasciando indietro quella terra preziosa di cui mi ero innamorata.
Dopo pranzo, andammo in hotel per riposarci un po' e poi sistemarci per il viaggio.
Sarei davvero rimasta lí, avevo tutto ciò di cui avevo bisogno.
La mia paura più grande era che, una volta tornate a casa, la nostra bolla sarebbe scoppiata e non saremmo state felici come lo eravamo in Brasile.
Avevo paura non del nostro rapporto ma delle scelte esterne, che erano più grandi di noi.Dopo aver preso tutto, in taxi andammo in aeroporto e approfittai di quel momento per dare un'ultima occhiata al panorama, per memorizzarlo bene in mente così da ricordare tutto cio che avevo vissuto qui.
Gaia mi prese la mano, appoggiando la testa sulla mia spalla.
"Ti amo." Mi disse.
"Anche io Bibbí." Le strinsi la mano.
**
Così salutammo il Brasile, con la speranza che ci saremmo ritornate insieme.
Passai il viaggio di ritorno a dormire e mi svegliai appoggiata a Gaia, quando ormai stavamo volando sopra l'Italia.
In patria erano circa le 11 di mattina e infatti mi sentivo abbastanza stordita dal fuso orario.
"Rimani a pranzo da me?" Mi chiese Gaia.
"In realtà volevo tornare subito a casa, sto morendo dal mal di testa.Domani devo tornare già in studio."
Le dissi, mischiando un po' di verità e bugia, avevo davvero preso impegni lavorativi.
"Va bene.."
Gaia ci rimase visibilmente male per il mio tono ed io mi sentii già in colpa.
"Ok dai, torno a casa dopo pranzo. Mi accompagni tu alla stazione però."
Sul volto di Gaia comparí uno di quei sorrisi che ti scaldavano l'anima, come non acconsentire ad ogni sua richiesta?
L'aereo atterrò e all'uscita dall'aereoporto c'era suo padre che ci aspettava per portarci a casa loro.
Una volta a casa Gozzi, salutai calorosamente la famiglia della mia ragazza, consegnando loro alcuni pensierini che avevo preso appositamente.
A pranzo la madre ci preparò un bel piatto di pasta. Sicuramente la cucina italiana mi era mancata, anche se quella brasiliana non era per nulla male.
Il pasto trascorse tranquillamente, con Gaia che raccontava allegramente i vari posti in cui mi portò.
"Scusate, noi andiamo sopra un attimo." Disse Gaia alla famiglia, appena finito di mangiare, e mi prese per mano.
"Fate pure, tesoro" le disse dolcemente la madre.
Così mi trascinò sopra, portandomi nella sua stanza.
"Che hai?" Mi chiese una volta entrate.
"Mmh? Cosa?"
"Sei strana e i tuoi silenzi mi angosciano. Oltretutto è da qualche giorno che mi fai discorsi un po' deprimenti." Spiegò lei.
"Ma non ho niente" cercai di negare.
"Non mentirmi." Disse, assottigliando lo sguardo.
Non parlai, perché effettivamente non sapevo che dire.
Si avvicinò a me, guardandomi negli occhi "Parla con me." Disse.
Presi un lungo sospiro, riflettendo sulle parole da usare.
"Penso che dovremmo allentare un po' le cose, ora che siamo tornate." Le dissi in tono pacato.
"Cosa??! Che stai dicendo?"
"Dai Gaia lo hai detto pure tu che dobbiamo essere meno palesi" le dissi un po' demoralizzata.
"Sì ma in pubblico"
"Ma ormai siamo personaggi pubblici, tu il triplo di me. Col gossip che c'è per ora, tutti saprebbero ogni minima cosa."
"Staremo attente" continuava ad insistere
"Sì e che facciamo? Ci chiudiamo in casa per sempre?" Le dissi in tono molto ironico, mentre mi sedetti sul suo letto.
"Perché mi stai parlando così?"
"Perché è la fottuta verità. La favola è finita e siamo tornate nel mondo reale"
Mi alterai, non con lei ma per colpa della situazione.
"E ti arrendi così? Già al primo giorno?"
Lei era palesemente delusa dalle mie parole e questo mi fece stare davvero male.
"Lo sto facendo per te, non lo capisci?"
"No, non capisco. Siamo una coppia ma qua stai facendo tutto tu." Esclamò lei.
"Mi dispiace." Abbassi lo sguardo. Guardarla mentre dicevo queste cose, mi spezzava il cuore.
"Un cazzo. Cos'è successo, per farti parlare così?"
"Niente"
Venne verso di me e mi sollevò dal letto, guardandomi dritta negli occhi mentre io avevo lo sguardo ballerino in tutti i punti della stanza tranne che nel suo volto.
"Guardami, dimmi la verità." Mi chiese e io mi insultai mentalmente per non saper mentire.
"Non fare tutto da sola." Continuava lei a spronarmi.
Presi un bel respiro e le raccontai la verità, cioè di quando l'ho sentita parlare con Carlo, il suo responsabile della casa discografica.
"Che minaccia ti ha fatto?" Era una domanda che avevo fissa in testa da qualche giorno e la cui possibile risposta mi faceva davvero paura.
"Mi ha detto che facendo così comprometto la mia immagine pubblica, venendo meno a qualche clausola del contratto. Il che vuol dire che loro possono essere liberi di non organizzare più instore, concerti e promozione di ogni genere."
Non era possibile. La sua carriera valeva più di ogni possibile rapporto. Era il suo sogno che finalmente aveva raggiunto, dopo anni di sacrificio.
"Ma allora vedi che sto facendo bene."
"No tu stai gettando la spugna al primo ostacolo, è diverso." Adesso era abbastanza incazzata
"MA È PER TE. Non sono un egoista del cazzo, sto pensando alla tua carriera."
A quel punto stavamo praticamente urlando.
"Stai decidendo per entrambe. Proprio perche è la mia carriera, vorrei decidere io."
"Non funzionerà mai se c'è qualcuno che mette dei paletti."
Io insistevo ancora con la mia tesi.
Lei prese un bel respiro, cercando di sbollire entrambi gli animi.
"Per favore, non essere così pessimista."
"Sono realista."
Mi prese il volto, così da incatenare i nostri occhi.
"La faremo funzionare." Disse lei, abbastanza sicura delle sue parole. Avrei voluto avere la sua stessa sicurezza.
"Non posso combattere da sola per noi. Dimmi che sei con me." Proseguì
I miei occhi si inumidirono, non sapevo realmente che fare. Se pensare solo a lei oppure resistere per noi. Pensai che Gaia se lo meritasse avere qualcuno a suo fianco che amava ma allo stesso tempo c'era in ballo la sua carriera.
"Sì va bene, ci possiamo provare." Dissi infine, dopo secondi di duro silenzio.
"Ti prego, non tenerti nulla dentro. Ho bisogno di te che mi parli per capire cosa ti succede. Mi hai fatto promettere tante cose in Brasile, adesso tu promettimi che ti fiderai di me."
Disse lei col groppo in gola. Piano piano avevo mollato le mie idee.
"Lo sto già facendo, fidarmi. Te lo prometto Bí."
Gaia annui, sorridendomi dolcemente.
Catturò le mie labbra in un bacio calmo e pieno d'amore e io trovai lì la forza per non mollare, perché era un sentimento troppo grande per essere gettato via per colpa di qualcun altro.
"Adesso però dovrei davvero tornare a casa." Le dissi sinceramente.
"Va bene, andiamo."
Fece per andare ma io la bloccai e la tirai a me in un forte abbraccio.
"Grazie." Riferendomi un po' a tutto, la vacanza, tutti i bei momenti passati insieme e per la forza che mi aveva trasmesso.
"Non devi ringraziarmi." Rispose lei ancora abbracciata, mentre io le accarezzavo i capelli.
Dopo quel momento, tornammo giù e io salutai la famiglia Gozzi, prima di andare in stazione accompagnata da Gaia.
"Domani devi andare davvero in studio?"
"Sì Bí, ho un album bellissimo da fare uscire, ricordi?" Le dissi ridendo.
In pochi minuti arrivammo in stazione, così salutai Gaia in macchina.
"È stato tutto bellissimo amore."
Mi girai verso di lei, che sorrideva.
"Ci sentiremo sempre ok? E alla prima occasione ci vediamo." Disse lei
"Certo."
"Ti accompagno dentro"
"No, va bene se ci salutiamo qua."
Annuì, dispiaciuta da quella situazione.
"Ti amo." Le dissi
"Anche io scricciolo."
Mi avvicinai e le detti un bacio nella guancia.
Uscii dalla macchina, vedendo lei triste che mi guardava abbracciata allo sterzo.
Quell'immagine mi spezzava il cuore ma decisi per una volta di non pensare subito al peggio. Magari insieme avremmo trovato il giusto equilibrio anche in quella situazione. Forse.Eccoci qui. Non poteva essere mica tutto felice.... Buona prosecuzione 🤗
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E mi ricordo un po' di me
FanfictionFf Beltrozzi, Pov Di Martina. Spero vi piaccia!! Buona lettura, commentate e fatemi sapere insomma, anche eventuali errori ❤️