L'indomani mi risvegliai con un peso sul mio petto che solo dopo qualche secondo riconobbi essere di Gaia.
La luce filtrava dalla finestra e il fresco mattutino mi portava a stringermi ancora di più a lei.Riabbracciarla era come tornare a respirare, come una boccata di ossigeno quando stai per annegare.
L'accarezzai dolcemente, lasciandole dei disegni immaginari sulla schiena fino a salire sui capelli morbidi e profumati.
Sentii poco dopo il suo respiro cambiare, segno che si fosse svegliata, però continuava stare in quella posizione, immobile.
"Lo so che sei sveglia" le sorrisi, dandole un bacio in fronte.
Ancora, rimase ferma come una statua.
"Buongiorno bì"
Senza dire nulla si strinse a me ancora più forte, come se avesse paura che sarei scappata.
Ma io non vado da nessuna parte, Gaia.Dopo parecchi minuti di dolcezza mattutina, coccole e carezze, decise di alzarsi e insieme ci eravamo accordate di fare colazione fuori.
Il caldo estivo si faceva sentire anche nelle prime ore del giorno, così con l'aiuto di Google Maps, avevamo deciso di andare verso il mare, per goderci quel sole così splendente.
Avevamo scelto un bar vicino al porto, uno di quelli che all'esterno sembravano sempliciotti ma che poi al suo interno aveva una quantità industriale di dolci e pasticcini.
"Mmmm. Sto godendo." Senti dire a Gaia, con la bocca piena e le labbra cosparse di zucchero a velo.
Avevamo preso un cornetto l'uno e dei cartocci piccolini, tanto per non rischiare di morire di fame.
"Wow, stai perdendo tutta la tua eleganza" ridevo, vedendola in quelle condizioni. "Mangi peggio dei bambini."
"È tutta colpa del pistacchio. Dio mio, ti prego assaggia, è buonissimo"
Sporse il cornetto verso di me ma io mi scostai velocemente.
"No grazie, preferisco leccare la mia marmellata."
"Preferisci leccare altro, in realtà."
Mi affogai per quelle parole inaspettate e perverse.
Entrambe ridemmo alla mia reazione, sicuramente io ero rossa dall'imbarazzo.
"Sei sempre così carina quando reagisci alle battute porno."
"E tu sei carina sempre." Le dissi di getto, non perdendo la mia abilità nella sottonaggine.
Sorrise dolcemente alle mie parole, abbassando lo guardo e sistemandosi dietro l'orecchio quei ciuffi che le cadevano davanti gli occhi.
Rimasi ad ammirarla per un po', dimenticandomi del buon cibo che avevo davanti. Guardare lei, era molto più bello.Avevamo finito di mangiare, così mi preoccupai di pagare il conto per poi uscire dal bar con Gaia.
Camminavamo in silenzio verso il porto, guardando il mare vicino a noi, le navi enormi da un lato e le barche più piccole dall'altro.
Fu lei ad interrompere quel momento di calma, per affrontare l'argomento per cui era venuta da me.
"Marti..."
Senza dire nulla e intuendo le sue intenzioni, la guidai verso una panchina vicino al molo, così da concentrarmi nel raccontarle la verità.
"Allora.. beh non so da dove iniziare esattamente, è tutto complicato e io non voglio perderti e ho paura..."
"Ehii Marti per prima cosa stai calma. Io sono qui. Ho bisogno solo di sapere la verità" Mi prese la mano e me la accarezzò, mi sistemò un po' i capelli passandoci le sue dita delicatamente, com'era solita fare quando io ero nervosa.
La guardai intensamente e presi un grosso respiro, consapevole che da quel momento sarebbe dipeso il nostro futuro insieme."Come hai facilmente intuito, la storia del tradimento era una cazzata. Non l'ho fatto, non potrei mai..."
La mia voce si fece debole e gli occhi si inumidirono. Odiavo essere così sensibile.
Sospirai nuovamente per poi proseguire.
"Ricordi l'ultima mattina in cui ci siamo viste, da te a Milano?"
Lei annuì lievemente invitandomi a continuare.
"Il tuo manager sotto casa tua mi ha fermata, per dirti di doverti lasciare."
Gaia chiuse gli occhi per un attimo, allontanando la sua mano dalle mie.
Quando li riaprii, aveva uno sguardo arrabbiato e anche ferito.
"Vai avanti" pronunciò poi a denti stretti.
"Inizialmente, com'è ovvio che sia, mi ero rifiutata perché dicevo: chi cazzo è lui per dire cose del genere?"
"Eh, appunto" disse lei, furiosa.Mi sentivo intimorita dal suo sguardo, sembrava stesse per ammazzare qualcuno talmente aveva il volto incupito. Neanche con la Berté l'avevo vista così furibonda, ed è quanto dire.
"Comunque, lui a quel punto inizia a minacciarmi dicendo che se avesse voluto, avrebbe fatto saltare il tour, perché c'era qualche clausola di questo genere sul tuo contratto."
"CHE COSA?!" Gaia si alzò in piedi dalla panchina, iniziando a sbraitare e a muoversi vertiginosamente.
"Io non ricordo nessuna clausola del genere" sbuffò.
"Come no?? E allora è stato un bluff?"
Chiesi scioccata.
Non accettavo tutta quella presa in giro.
"Devo controllare prima di esserne certa, è passato un po' di tempo da quando ho firmato, potrebbe essermi sfuggito"
Sospirò, lasciandosi cadere afflitta nella panchina.
"E quindi tu gli hai dato ascolto, no?"
Chiese acida, girandosi verso di me.
"Eh direi, ho pensato prima a te, alla tua carriera. So quanto tu avessi paura di fallie nuovamente, non volevo essere io la responsabile. E poi non capisco nulla di contratti, pensavo dicesse la verità"
"Avresti dovuto dirmelo fin dall'inizio."
Abbassai lo sguardo. Se avessi avuto la possibilità le avrei già raccontato tutto il primo giorno disponibile.
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E mi ricordo un po' di me
FanfictionFf Beltrozzi, Pov Di Martina. Spero vi piaccia!! Buona lettura, commentate e fatemi sapere insomma, anche eventuali errori ❤️