Al risveglio del terzo giorno mi venne in mente un'idea brillante.
Avevo notato che a poche centinaia di metri c'era un negozio di strumenti musicali che aveva messo un annuncio per l'affitto di chitarre.
Quella mattina mi ero svegliata con la voglia di cantare e suonare qualcosa, perciò decisi che mi sarei recata in quel posto.
Era mattino presto e Gaia ancora dormiva avvinghiata a me. Non l'avrei svegliata, così cercai di discostarla nel modo più delicato possibile.
Dopo essermi lavata e preparata, uscii dalla stanza, dirigendomi verso quel negozio.
Lì il proprietario del negozio mi fece vedere le chitarre a disposizione e io scelsi, dopo averle provate un po', quella che si avvicinava alla mia preferita, che avevo lasciato a casa.
Non me ne liberavo mai, la volevo sempre con me, però dovetti rinunciarvi a portarla oltreoceano purtroppo.
Dopo aver pagato, uscii dal negozio e presi il telefono.
Vidi un paio di messaggi da parte di Gaia in cui mi chiedeva dove fossi.
"Sono uscita un po'." Risposi, volendo restare nel vago per farle una sorpresa.
In pochi minuti tornai in stanza. Sentivo rumore dalla doccia, perciò ebbi il tempo di accordare la chitarra e di preparare la canzone che avevo in mente di cantare a Gaia.
Appena uscì dal bagno, mi trovò sul letto, concentrata su quello strumento.
"Ma sei cretina Martinaa." Mi rimproverò, sistemandosi l'accappatoio.
"Potevi avvisare. Mi sembrava mi volessi lasciare e abbandonare qui." Continuò a bacchettarmi.
Così mi alzai dal letto, andando verso di lei. "Buongiorno bibbì, sorpresa. " Le dissi col sorriso, indicandole la chitarra. Le diedi un dolce bacio sulle labbra.
"Stupida." Continuò ad insultarmi
"Dai siediti e goditi il concertino."
In quel momento tornai a letto e presi in mano la chitarra, iniziando a suonare la canzone di Ed Sheeran.We are surrounded by all of this lies and people that talk too much.
You got this kind of look of your eyes, as if no one knows anything but us.
Quella canzone era perfetta per noi, per la nostra situazione, e per lei.You look so beautiful in this light.
Silhouette over me.
The way it brings out the blue in your eyes is the Tenerife Sea.
Mai frase fu più azzeccata e gliela cantai guardandola fissa negli occhi.
Continuai la canzone con l'arpeggio che mi accompagnava.
Should this be The last thing I see. J want you to know it's enough for me. Cause all that you are is all that I'll ever need.
So in love.. so in love. So in love.
Finii la canzone, guardandola intensamente.
Ebbi appena il tempo di posare la chitarra che Gaia si lanciò verso di me, buttandoci sul letto.
"Ma quanto sei romantica" disse, ad un centimetro da me, stringendo le mie guance.
"Solo per te" le dissi a fatica, visto che mi stava stritolando.
"Sarebbe bene farlo solo per me" e mi lasciò le guance. La sua bocca non era più all'altezza della mia ma scese più il basso, lasciandomi dei baci delicati sul collo, poi ancora più giù, discostando la mia maglietta e arrivando vicino al mio seno.
Mi fece sollevare per togliere la maglietta.
"Da quando esci senza reggiseno?"
Disse lei.
"Da quando so che poi lo toglierai."
Risposi. Le afferrai il volto per catturarla in un bacio poco casto.
Invertii le posizioni sopra di lei, copiandole il suo modo di fare.
"Ti voglio, Bì" disse lei.
Senza perdere tempo, abilmente le slacciai l'accappatoio, portando la mia bocca in particolari zone del suo corpo.
Arrivai vicino il suo punto più delicato, mordendole prima l'interno coscia.
Presi un pezzo di carne e lo succhiai prepotentemente, lasciando una bella macchia violacea.
Poi, continuai il mio percorso.
"Dio." Sussultò lei, appena con la lingua le toccai il clitoride.
C'era il fuoco in quella stanza e parole in portoghese che volavano dalla bocca di Gaia.
In pochi minuti, venne presa in preda a degli spasmi potenti, stringendo energicamente le lenzuola.
Venne il suo turno di portarmi in paradiso, anche se già vedere lei perdere il controllo a causa mia era una delle cose più belle che avessi mai vissuto.
Mi portò al culmine, lavorando abilmente con le sue dita dentro me, mordendo prima un capezzolo e poi l'altro. Tremai, portandole la mano sui capelli e stringendole quella chioma selvaggia.
"Adoro ogni parte di te." Mi disse lei, baciandomi delicatamente.
"Ti devo cantare canzoni più spesso se questo significa arrivare a questi orgasmi."
"La tua voce e il tuo corpo sono i miei punti deboli, uniscili ed esce fuori questo." Affermò, prendendomi la mano.
Le sorrisi. Un sorriso pieno d'amore, che so che lei ricambiava.
"Allora, che facciamo oggi?" Le chiesi. Non potevamo stare mica tutto il giorno a scopare come ricci.
"Questo pomeriggio facciamo l'escursione." Disse Gaia.
"Oggi tocca visitare Corcovado, la montagna che offre la miglior vista su Rio ed é il luogo dove é situata la statua del Cristo Redentore."
Spiegava lei, contenta nel farmi vedere i suoi posti preferiti e dandomi curiosità sul posto.
"Che carina che sei quando fai la nerd"
"Io sono sempre carina." Ammiccò lei
"Mmmm. Giusto dai".
***
"No amore ci sono troppo scalini, io torno in hotel" esclamai, ai piedi di quella scalinata.
"Non ti permettere, ti ci trascino per la coda che hai fino a lì sopra" disse lei, tutta dittatoriale.
"Uhh Gozzi Boss, mi piace." La presi in giro, preparandomi a quell'ardua impresa.
Dopo infiniti gradini, tante pause e lamenti soprattutto da parte mia, arrivammo finalmente alla statua, posta a 700 metri dal livello del mare, come spiegava Gaia.
"Madre, fa impressione a quanto è alta." Dissi, apprezzando quel grande simbolo di arte e scultura. Amavo queste opere e vederle così da vicino mi rendeva particolarmente grata.
Mi presi dei buoni minuti per apprezzare bene l'opera, cercando di cogliere ogni dettaglio possibile.
"Vieni da questo lato, ti mostro la cosa più bella che vedrai nella tua vita."
Mi prese per mano e mi portò oltre la statua.
"Chiudi gli occhi." Mi disse, mettendo una mano davanti il mio volto.
Mi lasciai guidare, fidandomi di lei, fino a quando non mi fermò.
"Posso aprire?"
Lei mi abbracciò da dietro, appoggiandosi sulla mia spalla.
"Apri gli occhi, scricciolo."
Guardando dinnanzi a me, avevo la vista più bella della mia vita.
Avevamo tutta la città ai nostri piedi, tutti i palazzi enormi del centro e della costa adesso sembravano minuscoli.
Vedevo le spiagge popolate e l'oceano infinito che nasceva da esse.
Quel mix di verde della vegetazione, di blu del mare, e dei colori della città, era una visione che mi lasciava parecchio estasiata.
E ammirare quel paesaggio con Gaia abbracciata a me, non aveva davvero descrizioni.
"È bellissimo Bibbì." Dissi stringendole le mani.
"Però... Non è la cosa più bella della mia vita." Dissi, girandomi e mi appoggiai alla ringhiera. "La cosa più bella della mia vita l'ho trovata a Roma e adesso ce l'ho proprio davanti." Le accarezzai le guance.
Non disse niente, mi baciò solamente, trasmettendomi tutto l'amore che aveva per me, e io le trasmessi l'amore che avevo per lei.
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E mi ricordo un po' di me
Fiksi PenggemarFf Beltrozzi, Pov Di Martina. Spero vi piaccia!! Buona lettura, commentate e fatemi sapere insomma, anche eventuali errori ❤️