CARLOS SAINZ

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📍Madrid, Spagna

4 maggio '19

Casa di Carlos è stupenda, situata nella campagna spagnola con le vigne circostanti da una vista spettacolare, ancora di più al tramonto con le luci della piscina accese e un'immensa distesa di colori dall'arancio al rosso dinanzi a noi. Siamo seduti a bordo piscina con le gambe nell'acqua.

"Grazie ancora Carlos, è stupendo qui"
"Figurati niña, è un piacere per me. Spero solo che la mia famiglia non ti abbia spaventato"
"No no, solo tuo papà mi intimorisce un pochino ma tua mamma e le tue sorelle sono molto dolci"
"Mio padre è fatto così, prima ti studia e poi si apre, tra l'altro hai un punto in meno perché sei in Mercedes e in testa al campionato ma gli ho detto che non mi interessa perché l'amicizia è una cosa e la formula uno una completamente diversa"
"Già, all'inizio ero intimorita di non farmi amici anche se conoscevo la maggioranza dei piloti ma poi basta solo essere gentili e non falsi, quando ti ho incontrato in aereo ero super felice, almeno qualcuno con cui condividere tutte quelle ore"
"Ero felice anche io e lo sono tutto ora Jas, grazie di essere qui"

Gli do un bacio sulla guancia e restiamo in silenzio a guardare il tramonto.

"Carlos è pronta la cena", urla sua mamma e entrambi ci alziamo e andiamo a tavola.

La cena è andata meglio del previsto e sua padre si è rivelato molto simpatico pronto a mettere in imbarazzo Carlos con le sue avventure da piccolo e da adolescente. Dopo che ho aiutato a sparecchiare, siamo rimasti tutti a chiacchierare in giardino fino a mezzanotte e dopo siamo andati a letto. Ho appena finito di farmi la doccia e mi sto mettendo la crema quando sento un lieve bussare alla porta. Apro e c'è Carlos.

"Oddio Jas scusami, passo dopo", dice frettolosamente e fa per andare via ma lo trascino in camera e chiudo la porta. "Mi hai già vista in costume, non fare il melodrammatico", dico perché avevo indosso una maglietta e uno short in felpa. Sorride e si siede sul letto.

"Hai bisogno di qualcosa?"
"Carlos va tutto più che bene", dico finendo di mettermi la crema per poi appoggiare il barattolo sul comodino - "Ma dimmi era una scusa per venire da me?", dico mettendomi davanti a lui.
Ci stiamo guardando negli occhi e quello sguardo mi accende qualcosa dentro che percepisce anche lui prendendomi la mano avvicinandomi a se. Decido di lasciarmi andare poggiando un ginocchio alla volta al lato dei fianchi di Carlos e sedendomi sopra di lui.

"Come faccio a resisterti così", sussurra a un centimetro dalle mie labbra.
"Non farlo"

Incolla le mie labbra con le sue e allaccio le braccia attorno al suo collo mentre le sue mani si infilano sotto la mia maglietta abbracciandomi la schiena. Ho i brividi, mi chiede l'accesso con la lingua che non nego e in un attimo sono sotto di lui senza staccare le mie labbra dalle sue, ma non calcoliamo lo spazio visto che eravamo sul bordo del letto e cadiamo per terra scoppiando a ridere smettendo solo quando sentiamo battere sul muro.

"Dimmi che è tua sorella"
Annuisce e si alza porgendomi la mano. Mi tira e finisco tra le sue braccia.

"Domani parliamo okay? Buonanotte tesoro", mi da un bacio sulla guancia e sta per andarsene quando lo tiro per un braccio.

"Resta"

Ci mettiamo a letto e stretti uno tra le braccia dell'altro ci addormentiamo.

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