"The day after"

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Dire che la mattina dopo, il risveglio di Swamy sia stato tranquillo e felice è decisamente lontano dalla realtà.

La ragazza infatti si gira e sente la presenza di qualcuno accanto a sé, cosa che comunque non la sorprende più di tanto: non è raro che dorma con Sweet Pea.

Quindi semplicemente si spinge maggiormente contro il suo corpo e si rannicchia nell'incavo del suo collo. Resta così per pochi secondi; il tempo di realizzare che l'odore che le pervade le narici non è quello del suo migliore amico. Spalanca gli occhi e si scosta dal ragazzo sdraiato al suo fianco.

Quando mette a fuoco il capitano della squadra di football, può assicurare che il battito del suo cuore si blocca per qualche secondo.

Man mano che la sua mente schiarisce i ricordi della sera prima, Swamy sente una sensazione di fastidio e di rabbia nei propri confronti per aver bevuto troppo ed essersi lasciata condizionare dai ricordi e da Reggie e un grandissimo imbarazzo per quello che è successo dopo con Jughead.

Si passa una mano sul viso con fare esasperato. Nota che ha ancora indosso i vestiti della notte precedente, così decide di uscire dalla stanza e andare a farsi una doccia.

È consapevole che ormai non può cambiare ciò che è accaduto e che per quanto lo desidera non potrà far dimenticare magicamente ogni cosa al ragazzo ancora addormentato nel suo letto. Il che fondamentalmente è ciò che la spaventa di più.

Sapere di averlo invitato a dormire con lei, la terrorizza. Non sa perché, non riesce a capire per quale assurdo motivo avrebbe dovuto farlo.

Una vocina nella sua testa le suggerisce che gli ha chiesto di stare con lei per quella notte perché non voleva rimanere sola e si fidava della sua presenza. Scaccia immediatamente questo pensiero. Lei non può fidarsi di un Bulldog, non di nuovo. Non dopo tutto quello che è successo.

Per di più odia pensare cosa lui abbia immaginato quando si è mostrata così debole, vulnerabile ai suoi occhi.

"Porca troia!" sbatte una mano contro la parete di fronte a lei e sospira.

Perché è andata a quella maledetta festa da liceali stupidi? Esce dalla doccia e si passa un asciugamani sulla testa per tamponare i capelli e ne avvolge un'altra intorno al corpo.

L'idea di vestirsi, uscire di casa e non ritornare fino a quando Jughead se n'è andato, la sfiora più di una volta. Però c'è qualcosa che la trattiene: forse il fatto che è convinta che lui sarebbe capace di aspettare il suo ritorno. Sospira pesantemente.

Indossa gli abiti puliti e si siede sulla sedia a dondolo al centro del salotto dopo aver preso il libro che stava leggendo nell'ultimo periodo.

Il silenzio che la circonda diventa assordante e lei si sente sempre più schiacciata dai suoi pensieri. Ha bisogno di distarsi.

Si alza e prende il pacchetto di sigarette dal mobile della cucina; non fuma quasi mai, ma a volte, quando non riesce a far tacere la sua testa, lo fa. Si accende una sigaretta e ritorna sulla sedia.

"Swamy."

La voce di Jughead la fa immobilizzare. Sperava che quel momento non arrivasse mai. Non si volta nemmeno quando gli risponde, non vuole guardarlo negli occhi.

"Jones."

Il suo tono è fermo, calmo. È sempre stata abile a nascondere un enorme tumulto interiore dietro una maschera di compostezza e distacco.

"Come stai?" chiede lui facendo un passo avanti ed entrando nel salotto e nella sua visuale.

Ha la camicia stropicciata, così come i pantaloni. L'unica cosa che resta impeccabile è il cappellino grigio calato sulla testa.

Youth || RiverdaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora