Il passato torna sempre Pt.2

671 31 6
                                    

"Ti ha minacciato?"

Veronica la guarda con una nuova consapevolezza negli occhi. Ora capisce il perché delle sue azioni.

"Tecnicamente ha minacciato voi" le fa notare Swamy.

"Cosa intendi fare?" domanda allora Betty.

"Assolutamente nulla."

"Stai scherzando, Swe?" le chiede immediatamente Fangs con una punta di incredulità nella voce.

"Non farò nulla. Nessuno di voi farà nulla. Non sono affari nostri."

Jughead la guarda male.

"Mi prendi per il culo? Tu odi i northsiders, faresti di tutto per farli finire nei guai e ora vuoi arrenderti così, senza combattere?"

"Forse, Jones," inizia Swamy puntando gli occhi in quelli del ragazzo. "Ci sono giochi che non valgono la candela. E io stessa so quando è necessario fermarsi."

"Stranamente mi trovo d'accordo con il northsider," afferma Sweet Pea incrociando le braccia al petto e sistemandosi sul divanetto. "Tu non ti arrendi mai senza combattere."

La bionda lancia un'occhiata a Toni come in cerca di un qualche tipo di supporto, ma la ragazza inarca un sopracciglio e scuote la testa.

"D'accordo, siete tutti impazziti." Swamy sbuffa sonoramente. "Vi rendete conto che ha minacciato anche la vostra incolumità e libertà, sì?" chiede quindi come se stesse parlando con dei bambini particolarmente stupidi.

"Non lo farà davvero. Ciò che ha detto, non lo farà. Non-"

"Taci, Andrews." La principessa dei Serpents lo fulmina con lo sguardo. È così innocente quel ragazzo. È incredibile. "Lo farà-"

"Come puoi esserne così sicura?" inizia allora Jughead. "E cosa vuol dire che lo sai perché è già successo?"

L'occhiata che le rivolge è una sfida implicita. Quella di dar loro una ragione per crederle.

Swamy si sente a disagio dopo quella domanda e lancia un'occhiata agli altri Serpents in cerca di aiuto.

"Devi dirglielo. Non ha senso nasconderlo ancora." Toni prende la parola e risponde a quella richiesta d'aiuto mai posta. "Ora ci sono dentro quanto noi."

Fangs e Sweet Pea annuiscono, mentre i northsiders si guardano confusi.

"Cosa devi dirci?" La voce di Betty fa sì che la giovane Karden punti i suoi occhi su di lei.

"Cosa c'entri tu in tutta questa storia?" continua Veronica con fare sospettoso.

Swamy sospira. È davvero arrivato il momento. Preferirebbe morire piuttosto che raccontare quella storia, ma... sa di doverlo fare: quel senso di protezione che ha sempre avuto nei confronti dei Serpents ora si è esteso anche a quei quattro northsiders seduti di fronte a lei e sa di doverlo fare, per tenerli fuori dai guai. Aveva sperato non servisse raccontare la storia, ma... a quanto pare, deve.

"Diversi anni fa," inizia quindi Swamy passandosi una mano sul viso. "Conobbi un ragazzo, un northsider, un Bulldog," specifica con un sorriso amaro. "All'epoca non avevo problemi con... loro e me ne innamorai. All'inizio sembrava andare tutto alla grande fino a quando una sera mi convinse a provare una pasticca. Era una droga nuova, una di quelle non ancora in commercio." Gli occhi bassi mentre racconta. "Dopo quella volta, ne prendemmo ancora e ancora, era divertente. I problemi sparivano e il sesso era fantastico. Un giorno eravamo ubriachi. Eravamo andati ad una festa e avevamo bevuto così tanto. Mi disse che era brutto che tenevamo per noi quella droga fantastica, che dovevamo darla anche ad altre persone. Ed io ero stupida, innamorata e ubriaca e quella proposta mi sembrò geniale. Quindi presi qualche bustina e la diedi ad alcuni ragazzi che erano a quella festa." Swamy si passa una mano a coprire il viso, non vuole guardarli in faccia quando dirà ciò che ha distrutto per sempre la sua adolescenza. "Fu divertente e loro sembrarono apprezzare quel gesto. Da allora io e quel ragazzo iniziammo a..." Si morde il labbro sospirando. Quanto pagherebbe per non doverlo dire. "Spacciare. Lui mi dava la roba, non so da chi la prendesse, e io la distribuivo in giro. Era divertente avere quel brivido ogni volta, mi piaceva. E soprattutto sembrava andare tutto alla grande: eravamo Bonnie e Clyde praticamente. Ma un giorno iniziò ad andare tutto a puttane." Swamy sospira e chiude gli occhi. "Un ragazzo a cui avevamo dato quella roba si sentì male, andò in ospedale, stette di merda per un po'. Non sapevamo da cosa dipendesse, ma io iniziai a credere che era colpa della droga. Il, diciamo, mio fidanzato di allora mi disse che era una sciocchezza e non dipendeva da quello. Così continuammo. Ma poi un sacco di altri ragazzi a cui spacciavo si sentirono male. Volevo tirarmi fuori da quella situazione, non mi piaceva più, ma... quando ci si invischia nella malavita è difficile uscirne... vivi almeno," sorride amara dopo le ultime due parole. "Iniziò a minacciarmi dicendo che se avessi smesso, il tipo per cui lavoravamo mi avrebbe fatto finire nei guai. Non potevo tirarmi indietro. Così da idiota qual'ero non lo dissi a nessuno e continuai a farlo, fino a quando successe l'unica cosa che non volevo accadesse, mai. Una partita che diedi in giro era avariata, tagliata male, non lo so. Morirono dieci persone innocenti." I quattro northsiders trattengono il fiato a quello. Un silenzio spesso quanto una muro di cemento armato cade nella stanza. "Andai da lui, gli dissi che era colpa sua e che l'avrei denunciato, che avrei denunciato lui, il tizio da cui prendeva la droga e se fosse servito, avrei accusato anche me stessa. Non so cosa successe poi, o meglio... andai davvero alla polizia a denunciare tutto, ma... nel giro di due giorni lo sceriffo venne a dirmi che la colpa ricadeva solo su di me: né il ragazzo che mi dava la roba, né quello che la dava a lui erano in alcun modo colpevoli. Qualcuno aveva fatto arrivare alla polizia delle foto che raffiguravano me e solo me a spacciare." Dalle labbra della bionda esce una risata sarcastica, di quelle che non dimostrano nessun tipo di ilarità. "Sapete, i soldi comprano tutto. Anche la giustizia." Ed ecco da dove viene il tuo odio per i northsiders, pensano gli altri, ma non lo dicono. "Mi arrestarono e ci fu un processo, uno di quelli che mi avrebbe sbattuto in carcere per minimo cinquant'anni," continua a raccontare come un automa senza prestare molta attenzione a ciò che sta dicendo. "Ma almeno, anche se ero del Southside e non potevo comprarmi praticamente niente, mi lasciarono il diritto di trovarmi un avvocato." Swamy accenna un sorriso ironico. "Mio padre e gli altri Serpents si erano ingegnati in ogni modo possibile per tirarmi fuori dai guai e qui entra in gioco Penny Peabody, una Serpent e un avvocato. Si fa chiamare l'ingannatrice di serpenti: sa come parare il culo a chiunque." Swamy si appoggia contro la spalla di Sweet Pea, che le stringe una mano. "La mia fu una condanna molto leggera: sei mesi di lavori socialmente utili. Dopodiché quella storia si chiuse per sempre. Io non tornai nel Northside e nessun Bulldogs venne più nel Southside." La biondina si morde un'unghia e sorride appena, lanciando un'occhiata ai Serpents. "I miei amici, però, mi convinsero a prendermi una piccola vendetta sul ragazzo che mi aveva fatta finire nei casini." Jughead e Archie non possono impedirsi di pensare a quando Reggie dovette tenere il gesso per quasi tre mesi e non potè giocare a football per sei. "Da quel momento ho odiato i northsiders, i Bulldogs e tutto quello che li circonda." Swamy conclude la storia e finalmente solleva lo sguardo sui northsiders. Li trafigge con i suoi occhioni azzuri e loro si sentono stranamente a disagio in quel momento.

"Era Reggie?" Jughead spezza così il silenzio, con un nome. Lei non dice nulla, annuisce e basta.

"Ora sapete perché non dovete fare nulla e lasciare tutto com'è. Finirete nei guai in caso contrario e io posso assicurarvi che accadrà." Detto questo la ragazza si alza dalla poltroncina su cui è stata seduta fino a quel momento e prima che qualcuno possa fare qualsiasi cosa, è già uscita dal Pop's Chock'lit Shoppe.

Purtroppo, però, per lei i casini sono appena cominciati e lo sa bene. Il pezzettino di carta che riposa nella tasca anteriore dei suoi jeans brucia come lava incandescente.

Youth || RiverdaleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora