Chiacchiere tra le lenzuola

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"Ho questa curiosità da un po'." Swamy non presta grande attenzione alle parole di Jughead continuando a fumare tranquillamente. "L'altra volta dicesti che Hiram Lodge c'entra con i tuoi problemi… ma perché?"

"Se te lo dicessi," inizia dopo aver aspirato una boccata di fumo fissando il soffitto. "Dovrei ucciderti poi" conclude puntando gli occhi in quelli del ragazzo.

Jughead accenna un sorriso e si sporge verso di lei, afferrando la sigaretta dalla sua mano e portandosela alle labbra. La biondina può giurare di esserne stupita: non si aspettava che il capitano della squadra di football fumasse.

"Dipende." La nuvoletta scura che lascia la sua bocca mentre parla, lo fa in maniera lenta sgusciando fuori ad ogni lettera. "Come intendi farlo?"

La sua voce si è abbassata appena, diventando più roca e profonda, sensuale.

Swamy si bagna il labbro superiore con la lingua e osserva il ragazzo stesso accanto a lei nel letto.

Sono entrambi nudi, ma a nessuno dei due sembra importare più di tanto. Alla fine la giovane principessa dei Serpents aveva mantenuto la parola data e non era scappata quella sera di qualche giorno prima.

Era rimasta con lui e avevano parlato, principalmente di quanto secondo lei fosse sbagliata tutta quella storia, mentre Jughead continuava a ripeterle che forse non sempre la cosa che sembra giusta è la scelta migliore.

Poi lui era tornato a casa e lei sentiva i sensi di colpa in ogni centimetro del suo corpo, almeno fino a quando lui le aveva scritto È stato bello.

In quel momento, era diventata una semplice diciassettenne, una di quelle normali, senza gang o fazioni opposte, una ragazza che aveva fatto sesso con un ragazzo, niente di più normale.

Aveva pensato che avevano fatto un patto, erano una sorta di scopamici e non c'è nessuna legge non scritta che dice che due persone di fazioni contrapposte non possano fare sesso.

Alla fine, Swamy non intendeva metterci nessun sentimento. Quindi il giorno dopo non aveva ignorato Jughead né tantomeno aveva finto che non fosse successo nulla.

Chiacchieravano, litigavano in continuazione e lei lo minacciava di morte una volta sì e l'altra pure, ma la sera poi, lui si presentava alla sua roulotte e si ritrovavano sempre nel suo letto. Swamy si era convinta che era solo una sfida tra di loro e andava bene così.

Forse dargli il beneficio del dubbio le risulta ancora difficile, ma fare sesso le piace. E farlo con Jughead ha qualcosa di speciale che la fa sentire stranamente a posto con il mondo. C'è qualcosa nel loro modo di toccarsi, bramarsi, volersi che va oltre tutto quello che lei può immaginare.

È sbagliato, Swamy lo sa, ma ogni volta che lui la tocca, c'è qualcosa in lei che si accende e non può essere spento in nessun altro modo. Forse il brivido di sapere che è un errore glielo fa piacere ancora di più. O forse semplicemente quel ragazzino dagli occhi verdi e il perenne cappellino grigio in testa le ha fottuto la testa. Questa è una possibilità a cui la ragazza non vuole affatto pensare.

Ed è per questo che si ripete che è solo un gioco, una sfida, l'ennesima, a chi cede prima, a chi per primo infrange quello strano rapporto che si sono imposti, chi per primo fa un passo falso. È solo un gioco, ma si sa. Chi gioca con il fuoco prima o poi si brucia.

"Come vuoi essere ucciso, Jones? Sono magnanima, lascio decidere te."

Swamy riprende la sigaretta quasi finita dalle sue mani e gli sale a cavalcioni sopra. Lo guarda dall'alto ondeggiando appena il bacino, mentre con una mano appoggiata sul suo petto, lo inchioda al letto.

Jughead si morde il labbro inferiore, mentre la guarda: sopra di lui, così fiera, libera, forte, estremamente sexy.

"Se mi guardi così, potrei morire subito." Le fa l'occhiolino e lei scoppia a ridere.

Butta il mozzicone di sigaretta ormai finita nel posacenere sul comodino lì accanto e appoggia anche l'altra mano sul petto di lui.

"Cosa vuoi sapere di Hiram Lodge?" gli chiede poi cambiando discorso, mentre inizia a baciargli il collo.

"Quello che vuoi dirmi tu, no?"

Gli occhi del ragazzo sfarfallano appena quando lei inizia a lasciare una scia di baci infuocati sul suo petto, sugli addominali.

"È una sorta di mafioso," risponde tornando su. Inizia a baciare una porzione della sua gola. "Veronica dice che parte da lui il contrabbando di droga in città." La sua lingua si muove circolarmente sulla pelle inumidendola. Jughead le accarezza la schiena nuda, mugugnando ogni tanto qualche parola. Gli occhi chiusi e le labbra semiaperte. "Ha comprato il terreno della Southside high e ora l'ha trasformata in un magazzino che produce droga."

Inizia a torturarlo con i denti, mordendo e succhiando con molta cura quella porzione di carne.

"Perché è un tuo problema?" biascica lui, stringendo leggermente i suoi capelli nella mano.

"È il mio territorio, casa mia," spiega Swamy staccandosi dal suo collo e guardandolo. "Non può produrre della cazzo di droga qui."

Jughead apre gli occhi e la fissa. Le sue guance sono un po' arrossate e i suoi capelli totalmente scombinati. L'unica cosa che riesce a pensare è che è dannatamente bella.

"Cosa intendi fare?" le domanda mentre con un colpo di bacino inverte le posizioni portandola sotto di sé e iniziando a dedicarle lo stesso trattamento che poco prima lei gli aveva riservato.

"Denunciare lui è quasi impossibile," spiega lei stringendogli appena i capelli quando la lecca intorno al capezzolo facendola fremere. "Quindi mi limiterò a… fargli chiudere i battenti nel Southside."

"Come?" domanda ancora sollevando lo sguardo mentre le bacia la pancia.

"Pensavo ad un paio di foto del loro laboratorio," sospira appena quando lui la morde leggermente su un fianco. "E poi un giro in commissariato."

Jughead annuisce, poi si avvicina al suo viso e le scosta i capelli.

"Vuoi uccidermi ora che me l'hai detto?" sussurra contro il suo orecchio, facendole scorre una scossa di brividi lungo la schiena.

Swamy apre gli occhi e lo guarda. Il suo sguardo è indecifrabile. Poi accenna un sorriso e si lecca il labbro inferiore.

"Se non fai immediatamente qualcosa, sì" lo minaccia.

E Jughead sorride. Si sente felice. Stranamente quella ragazza che rappresenta tutto quello da cui dovrebbe stare lontano, tutto quello che gli hanno sempre insegnato ad odiare e temere, lo rende felice. E forse, qualcuno direbbe che è giovane e da giovani è normale fare degli errori.

Altri direbbero che è solo una sciocchezza, ma il giovane Jones, in quel momento, mentre punta i suoi occhi in quelli della biondina, sente che è tutto esattamente al posto giusto, come dovrebbe essere.

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