Whyte Wyrm

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È in ritardo. Cazzo. Suo padre la ucciderà. Ne è sicura. Maledizione.
Swamy si trova a correre attraverso le strade bagnate e logore del Southside in direzione del Whyte Wyrm. Le cinghe del suo giubotto di pelle nera tintinnano sbattendo le une contro le altre. E i suoi stivaletti col tacco non l'aiutano nell'impresa di battere il tempo e arrivare alla riunione prima del suo inizio.
Quando finalmente scorge la sagoma del locale verso cui è diretta, tira un istintivo sospiro di sollievo accelerando se è possibile ancora di più il passo.
Una volta varcata la soglia, l'odore pesante di alcool e fumo le inebria totalmente le narici. Si piega sulle ginocchia per riprendere fiato. Ce l'ha fatta. Non è ancora iniziata. Sente di doversi congratulare con se stessa.

"Un whiskey liscio, grazie Sweet Pea."

Il ragazzo in questione le sorride, dandole le spalle per afferrare il liquore richiesto. In questa posizione Swamy non può evitare di lasciare che i suoi occhi vaghino su di lui, a partire dai capelli scuri che arrivano giusto al tatuaggio a forma di serpente che ha sul collo, scendendo sempre più giù, accarezzando il suo giubbino di pelle su cui è inciso il nome della loro gang, Southside Serpent. Si sofferma forse più del dovuto sui suoi glutei, ma non è necessario che qualcuno lo sappia.

"Così mi sciupi, fiorellino," la punzecchia il ragazzo girandosi verso di lei e porgendole il drink richiesto. Si conoscono da che ne hanno memoria. Sono praticamente cresciuti insieme. Migliori amici, fratelli da una vita. Quasi ogni prima esperienza l'hanno avuta insieme.

"È colpa tua Sweetie, il tuo corpo è irresistibile," sussurra lei divertita, mentre affera il bicchiere e se lo porta alle labbra.

Lui si sporge oltre il bancone, verso di lei. Swamy sente indistintamente il suo inconfondibile odore di dopobarba alla menta e alcool. Le sposta un ricciolo biondo dall'orecchio e si avvicina ad esso per poterle sussurrare semplicemente: "Più tardi, casa mia?"
Il sorrisetto malizioso che colora il viso della ragazza è una pratica affermazione alla sua domanda, ma Sweat Pea preferisce attendere le sue parole.

"Che ne dici del bagno al piano di sopra, appena finisce la riunione, Sweetie?" Si guardano complici per qualche istante, poi Sweet Pea è costretto a lasciarla sola per andare a servire un altro cliente.

È proprio in quel momento che il padre della ragazza, Paul Karden, fa il suo ingresso trionfale nel Whyte Whyr. Il nero ha sempre risaltato i suoi muscoli e i suoi lineamenti e la giacca dei Seprent lo rende temibile come pochi. Swamy ha preso da lui solo alcune cose a dire il vero, forse solo una: gli occhi, dello stesso azzurro profondo, così espressivi da riuscire ad incutere timore con un solo sguardo. Per il resto sembrano totalmente diversi. Suo padre ha i capelli scuri, mentre i suoi sono biondi, unica eredità di sua madre. Poi ci ripensa. Anche il tatuaggio dei Serpents è qualcosa che li accomuna.
Suo padre saluta tutti con un sorriso e dopo aver incrociato il suo sguardo inizia a parlare.

"Come sapete, è da un po' di tempo che i Ghoulies stanno portando problemi ai Serpent." Un boato di approvazione si eleva nel locale."Devo chiedervelo," continua Paul spostando gli occhi su tutti i presenti. "Qualcuno di voi ha a che fare con lo spaccio di Jingle Jangle?" Un sonoro No si alza nel locale e solo a quel punto l'uomo continua. "Mi fido ciecamente della vostra parola. Quindi è ovvio che i Ghoulies hanno iniziato a spacciare questa nuova droga, di recente messa in commercio. E se non li fermiamo subito, ben presto lo sceriffo verrà a cercare tutti noi. Ci ritiene direttamente responsabili."
Swamy rotea gli occhi al cielo. Vengono sempre presi di mira dai northsiders. Anche quando sono innocenti. È incredibile. Questa è ingiustizia. Solo perché sono del Southside e fanno parte di una gang non vuol dire che sono dei malavitosi. Probabilmente lo sono molto di più i perfetti galantuomini del Northside.

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