Vertigini

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Prendemmo l'ascensore per salire sulla sommità della torre.
Avevo solo un problema, l'altezza.
Ho sempre voluto salirci, ma non avevo tenuto conto di questo piccolo particolare.
Poiché avevo proposto io di salirci, non potevo cambiare idea dal nulla, quindi eccomi qui, nell'ascensore che porta ad un'altezza spropositata, mentre mi sto cagando sotto.
Appena l'ascensore partì, spaventata, mi avvicinai a Jisung e mi aggrappai alla sua maglia tirandola leggermente.
Lui si accorse che qualcosa non andava e mi guardò confuso.

"Tranquillo, va tutto bene" dissi interrompendo quegli attimi di silenzio per niente piacevoli, che sembravano durare secoli.
Dopo quell'interruzione, il silenzio tornò a regnare.
Arrivammo sulla sommità e davanti a noi si aprì un panorama immenso, era sera e la città era ancora più affascinante.
Se solo non fosse per il fatto che io mi stia per pisciare letteralmente sotto.
Ci fermammo ad ammirare per un po' il panorama, io ancora attaccata alla sua maglia e lui con la testa altrove.

"Dimentica ciò che ti avevo detto prima..." finalmente sento la sua voce.

"Eh? Perché dovrei?"

"Sono stato troppo frettoloso e insomma, pensavo di piacerti." i suoi occhi iniziarono a diventare luicidi.
"Ma devo essermi sbagliato.
Mi dispiace ho frainteso tutto e non avrei dovuto chiederti quella cosa dal nulla.
Sicuramente avrai ben altro a cui pensare, o magari ti sei già trovata qualcuno e mi scuso immediatamente, non volevo mettermi in mezzo.
Sarà meglio smettere di veder-"

Non lo feci finire di parlare e lasciai da parte le vertigini. Questa volta, non gli tirai leggermente la maglietta da dietro, ma lo presi per il colletto e lo tirai verso di me facendo combaciare le nostre labbra.
Quando ci staccammo lo vidi con gli occhi sgranati e la bocca socchiusa.

"Io voglio continuare a vederti! Voglio continuare a parlarti, voglio continuare a stare con te, ad uscire, a fare qualsiasi cosa, anche togliere la cacca di Coco dal divano!
Sì. Mi piaci Jisung." dissi tutto d'un fiato, ma almeno riuscii a dirgli qualcosa.

A quelle parole rimase impalato per tutto il tempo con gli occhi che tra un po' gli uscivano fuori dalle orbite e la bocca socchiusa. A stento riusciva a reggersi in piedi, infatti, stava per cadere all'indietro. Fortunatamente riuscii a prenderlo in tempo, solo che dovevo reggerlo o mi cadeva addosso.

"Jisung pesi..."

Scosse la testa e si riprese quel po' per riuscire ad alzarsi.

"Oddio scusa, credo di aver messo su qualche chilo"

"Non intendevo-"

"Allora, prendiamo l'ascensore e torniamo giù?" fece per andarsene, ma lo bloccai

"Ma hai sentito cosa ti ho detto prima almeno?! Quello disinteressato qui a me sembri tu!" sbuffai incrociando le braccia.

"Allora non era un miraggio..."

"Certo che no! Io mi dichiaro e tu cosa fai?!" iniziai a picchiarlo

"Ehi ehi!" si rannicchiò per ripararsi dalle botte.

Continuai a picchiarlo e lui dopo un po' mi prese i polsi per fermarmi.
Cercai di liberarmi dalla presa, ma lui strinse ancora di più i polsi.

"Ehi fai male!"

"Questo non fa male" disse lasciandomi un bacio veloce sulle labbra, per poi lasciarmi i polsi.

"Vomitevole"

"Almeno non sono un camionista come te"

"Simpatico.
E comunque...possiamo tornare giù?"

"Di già?"

Fashion style || park jisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora