Rotture

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Si sentì un urlo di stupore provenire dal dormitorio dei dream.
Jisung aveva appena rivelato il suo intento, riguardo alla sua carriera, agli altri membri e qualcuno in particolare l'aveva presa molto male.

"STAI SCHERZANDO?!
MA CHE TI SALTA IN MENTE?!" urlò incredulo Chenle.

"Non ho intenzione di privarmi della mia vita per continuare a fare un lavoro che ormai non mi dà più soddisfazioni." rispose tranquillo Jisung, seduto sul divano a braccia incrociate.

"MA SEI SCEMO? E A NOI NON CI PENSI?!"

"PENSI CHE SIA UNA SCELTA FACILE PER ME?" infastidito, iniziò ad alzare la voce anche Jisung.
Sembrava che nessuno capisse la sua decisione e che fosse solo un atto egoista, ma lui stava veramente male e non aveva intenzione di continuare a dover essere infelice, solo per qualche capriccio.
Se ci tenevano seriamente e volevano accettare le sue decisioni, lui era bel felice.

"Scelta facile o difficile, sei solo un egoista."

Jisung abbassò la testa e sospirò solamente.
Già il suo umore non era dei migliori, Chenle non aiutava. Dopotutto non si aspettava una reazione del genere da parte dell'amico.
Teneva molto a lui, nonostante i continui dispetti, era veramente un amico d'oro.
Tuttavia, dopo quel momento, iniziò a pensare che forse si stava sbagliando. Forse quell'amicizia non era destinata a durare ancora per molto.

"Sapevo di non dovervelo dire." finì sospirando nuovamente.
Si alzò e uscì dal dormitorio.
Aveva bisogno di stare solo, lontano da qualsiasi responsabilità.

"Che idiota.
Non ci posso credere." disse Chenle passandosi una mano tra i capelli.

"Lele, la vita è sua.
Deve decidere lui cosa fare." disse Jeno mettendo una mano sulla sua spalla.

"Non dirmi che stai dalla sua parte."

"Jeno ha ragione, non possiamo fare altro che sostenere le sue scelte." si intromise Jaemin e tutti gli altri annuirono, dandogli ragione.

"Pensatela come volete, io non sono d'accordo."

Uscì anche lui per starsene per conto suo.
Voleva scaricare la tensione e qualche tiro a canestro lo avrebbero aiutato.

Mi alzai dalla scrivania facendo scivolare fogli di carta volanti dalla mia testa.
Il pomeriggio passò in fretta, tra ricerche, tazze di caffè e pisolini vari.

Non riuscii a trovare nulla di nuovo.
Sempre le solite cose; controllo dell'auto perso di proposito, suicidio.
In alcuni giornali addirittura si parla di svariati tentativi di suicidio prima dell'ultimo.
Ridicolo il modo in cui i giornalisti interpretino a modo proprio una morte, definendo la persona malata mentale, piena di psicofarmaci da prendere.

Persa tra ulteriori ricerche sentii bussare la porta.
Neanche il tempo di alzarmi dalla sedia che mi trovai la figura di Seojoon venirmi incontro, urlando di avere qualcosa di importantissimo da dirmi.

"Conosci qualche hacker?" chiese esaltato.

"Eh?"

Cosa intendeva e dove voleva arrivare?
In risposta uno sbadiglio grande quanto la mia faccia si fece presente.

"Qualcuno che sa usare bene i computer?"

"Forse Renjun, perché?" chiesi sbadigliando nuovamente.

"Ti sei riposata?" chiese notando le mie occhiaie, il mio aspetto terribile e tutti i fogli per aria.

"Ogni tanto crollavo e mi facevo un pisolino." risposi strizzando gli occhi.

Fashion style || park jisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora