Un padre di troppo

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Mi svegliai di colpo e con il fiatone.
Stavo sudando e avevo il viso completamente rosso.

Jisung stava ancora dormendo, come un ghiro, accanto a me.
Cucciolo dev'essere distrutto.

"A che ora sei tornato ieri?" chiesi sussurrando.
Non volevo una risposta, e neanche la aspettavo.
Volevo solo sapere se stesse bene.
Ultimamente sembra sempre stanco, infelice e insoddisfatto di sé stesso.
È sempre stato un tipo molto insicuro e non voglio che si chiuda in questa sua insicurezza.

Non so cosa stia cercando di dirmi la mia mente, ma l'incubo di prima mi ha fatta veramente spaventare.
Jisung non era con me.
Io non ero con lui.
Io ero con mia madre.
A guardare Jisung steso a terra in lacrime.
Io invece ero accanto a lui, ma non riusciva a vedermi o sentirmi.

Misi sulla stampella l'ultimo vestito, prima di portarli in camerino, e ricevetti un messaggio da parte di Renjun.

"Quando finisci di lavorare, vieni in dormitorio che abbiamo scoperto cose interessanti"

Finì la frase con una di quelle faccine di cui ho sempre ignorato l'esistenza, ma ero curiosa di sapere cosa avessero scoperto.

"Ha fatto un ottimo lavoro." si complimentò il mio capo, consegnandomi lo stipendio.

Lo ringraziai inchinandomi.

"Mi chiedo come abbia fatto il tuo vecchio capo a licenziarti."

"Ormai non sono più cose che mi riguardano." risposi inchinandomi nuovamente, questa volta per salutare.

Andai di corsa al dormitorio.
Seojoon era già lì assieme a Renjun davanti al computer.

"Allora?" chiesi poggiando la mano sullo schienale della sedia di Renjun.

"Mentre voi due rammolliti ieri sera siete crollati dal sonno, io mi sono fatto le mie ricerche." rispose.

"Ma se da poco siamo riusciti a trovare qualcosa" si intromise Seojoon.

"Sta di fatto che voi rimanete dei rammolliti!" esclamò facendoci roteare gli occhi.
"Comunque!
Leggi qui." disse poi indicando una strana chat con la freccetta del mouse.

Quella chat conteneva tutte le cose peggiori che mia zia potesse fare.
Mi chiedo ancora perché così tanto odio nei confronti di mia madre.
Forse non era neanche odio.
Forse era solo egoismo.
Forse aveva paura delle conseguenze se avesse tenuto le sue responsabilità per sé.
Sta di fatto che non ho intenzione di lasciare la cosa in sospeso.
Voglio andare fino in fondo a questa storia.
Voglio che sia fatta giustizia a mia madre.
Una povera donna di campagna con tanta voglia di vivere che viene schiacciata dal lato peggiore dell'uomo.
L'unico suo desiderio era quello di vedermi felice, magari con un marito, una famiglia e un lavoro che mi rendesse fiera di me stessa.

Scorrendo i messaggi, uno in particolare attirò la mia attenzione.
Venne mandato poco prima della morte di mia madre.
Precedentemente l'uomo con cui stava parlando mia zia voleva a tutti i costi un contatto dal vivo.

"Mi pare di averle dato tutto il tempo che aveva a disposizione, sono stufo dei suoi continui rimandi, o mi fa avere un contatto dal vivo oppure saremo costretti a venire noi da lei.
Le assicuro che non è una buona scelta la seconda."

"Mi dia solamente un'ora, sarò lì da lei."

Furono quelli gli ultimi messaggi.
Esattamente un'ora prima del decesso.

Mentre ero intenta a leggere quella schifosa chat tutto attorno a me era sparito.
Qualsiasi tipo di suono il mio cervello decise di non percepirlo.
In quella stanza c'eravamo solo io e quel caso.

Fashion style || park jisungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora