Non ha l'aria di una domanda, è più un'affermazione o un ordine perché non faccio neanche in tempo a rispondere che si gira e senza lasciarmi il polso si fa strada tra la gente. Non oppongo resistenza.
Blake è molto più alto rispetto a me, resto vicino alla sua schiena perché mi sento più protetta. Mi sta facendo letteralmente da scudo con il suo fisico e raggiungiamo con facilità il posto da cui è entrato poco fa, sposta la tenda e dopo qualche metro apre una porta che richiude alle mie spalle lasciando libera la mia pelle. Noto sulle nocche del sangue fresco.
La stanza è piccola, c'è un lavandino con uno specchio e una finestra dove entra la luce fioca della luna, in penombra questo ragazzo sembra ancora più bello se è possibile, mezza faccia illuminata dalla luna e mezza all'ombra in un contrasto perfetto. Mi sta fissando e non riesco a decifrare il suo sguardo mentre io al contrario abbasso gli occhi al pavimento ma provo lo stesso a parlare.
<<Grazie, non so cos'avrei fatto.>> Dico esitante.
<<Sei venuta sola?>> domanda secco e rimango interdetta di fronte tanta freddezza.
<<No, sono venuta con la mia compagna di stanza e il suo amico Jace. Non so come mi sono ritrovata avanti e non li ho più trovati>> ammetto sincera. La tensione del caos accumulata di pochi istanti fa inizia a sciogliersi, ma il cuore non ne vuole sapere di rallentare il suo battito che ho paura si possa anche sentire.
Blake non risponde, muove contrariato la testa e si infila una maglietta nera, prende un giubbetto di pelle e un mazzo di chiavi.
<<Andiamo>> si dirige verso la porta alle mie spalle ma prima di aprirla si gira a guardarmi perché non mi sto muovendo.
<<Andiamo? Dove? E poi neanche ti conosco>> mi affretto a dire, dopotutto è la verità.
<<Sono Blake. Ora ci conosciamo>> il suo volto adesso sembra meno teso ma è difficile a dirsi visto le sue risposte sempre molto misurate.<<Io sono Alyssa. Ma questo non significa conoscersi sappiamo semplicemente i nostri nomi, potresti essere un perfetto serial killer e..>> vengo interrotta dalla sua risata breve, un attimo bastato a sentire questo suono gutturale da volerlo conservare dentro me. Un suono così profondo e primordiale da custodire come un segreto, un suono così sincero quanto innocente che puoi solo memorizzare. Ne rimango incantata.
<<Be non sono un serial killer anche se saresti stata un'ottima preda>> si ferma per un istante a guardarmi dall'alto in basso <<piccola.. ingenua.. carina..>> arrossisco <<se lo fossi stato già mi sarei approfittato di te, vista la fatica che ho fatto per prenderti>> gira la maniglia ed esce dalla stanza senza aggiungere altro.
Rimango spiazzata da quest'ammissione, certo non è passato in mezzo alla folla per caso visto che sarebbe stato molto più comodo andare via, ma sentirlo dire da lui è un'altra cosa. Mi affretto a seguirlo, non voglio di certo rimanere sola in questa stanza semi buia senza neanche conoscere la via d'uscita.
Ci dirigiamo verso una porta laterale che affaccia all'esterno dove parcheggiata di fronte a noi c'è una moto, aspetto che continui a camminare invece si ferma e sale in sella.
<<Mettiti questo>> mi passa il casco nero che aveva legato sul manubrio ma invece di fare come ha detto lo tengo tra le mani.
<<Che c'è?>> mi chiede confuso con la mandibola contratta.
<<Non sono mai salita su una moto. Non mi ispira per niente fiducia, la velocità mi fa paura e non mi sento al sicuro lì sopra>> ho detto tutte le motivazioni per cui non salirò su questa cosa o ne ho tralasciata qualcuna?
Blake pare che stia bilanciando le mie frasi nella testa perché non risponde subito e guarda altrove, ma poi posa lo sguardo su di me.
<<Andrò piano. Anche se non mi conosci lì dentro quando ti ho presa ti sei sentita al sicuro, qui sarà lo stesso basta che ti tieni a me come hai fatto prima. Non permetterei mai succedesse qualcosa>> parla lentamente e le sue parole sembrano essere sincere e ancora una volta troppo soppesate.<<Chi ti ha detto che prima mi sono sentita al sicuro?>> Ho perfino ammesso di aver paura di lui.
<<Il tuo corpo.>> Risponde senza timore <<Quando ti tenevo il braccio prima che ti girassi eri rigida, e tesa. Quando ti sei voltata verso di me e mi hai visto invece hai buttato fuori tutta l'aria che stavi trattenendo e hai rilassato il braccio. Quando stavamo camminando non hai esitato a seguirmi e quando eravamo chiusi in quella stanza da soli il tuo respiro si è regolarizzato e il tuo sguardo si è rilassato. Il tuo corpo dice molto più delle tue parole, e ora mettiti questo casco>> termina la frase come se ha il pieno controllo e la consapevolezza di tutto che sta dicendo.
Non so come replicare, forse perché si è avvicinato alla verità più di quanto sia disposta ad ammettere. Così faccio come dice e salgo dietro di lui che si gira appena e accenna ad un mezzo sorriso arrogante poi mette in moto e parte.——————-
Ciao come vi sembra questo capitolo?
Spero la storia vi stia piacendo, aspetto i vostri commenti! ☺️
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(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.
RomanceAlyssa è una ragazza che ha lasciato vincere le proprie paure e non si è più ritrovata. Alyssa è giovane ma ha un peso sulle spalle insostenibile. Alyssa ha fatto una promessa, ecco perché sceglie di allontanarsi dalla propria vita per ricominciare...