Parte 15.

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Dopo circa mezz'ora parcheggiamo la moto in una strada sterrata, di fronte a noi c'è un'intensa vegetazione formata solo da alti alberi.
Blake mi ha prestato il suo giubbetto di pelle dove mi sono rifugiata per tutto il tragitto e avvolta dal suo profumo non ho pensato ad altro. Ho approfittato della vicinanza dei nostri corpi per stringermi al suo corpo e ripararmi dal resto del mondo che stranamente non mi ha fatto poi così paura.
Non so dove mi sta portando e non glie l'ho chiesto ma sento che sono al sicuro, avrebbe potuto fare qualsiasi cosa avesse voluto stanotte e invece, a differenza di quello che dicono sul suo conto, non mi ha neanche sfiorata.

Camminiamo per un po' tra la vegetazione e l'erba bassa senza parlare, faccio fatica a seguire le sue falcate lunghe con le mie gambe ma quando inizia a rallentare capisco che siamo arrivati e mi guardo intorno.
Ci troviamo alla fine di quello che sembrerebbe un bosco, gli alberi s'interrompono qualche metro prima di questa distesa di prato immensa di verde dove ci siamo solamente noi e il rumore del vento. È un paesaggio bellissimo, ne rimango incantata come una bambina che per la prima volta sta vedendo il mondo con i propri occhi. Le piccole margherite creano un gioco di colori nel verde affascinante, puntigliando come cristalli di neve questo piccolo paradiso, mentre il suono degli uccelli proveniente dagli alberi alle nostre spalle ne fa da cornice perfetta.

<<È bellissimo qui>> riesco soltanto a dire non trovando parole migliori che ne rendano abbastanza giustizia, e credo che i miei occhi hanno iniziano a brillare di fronte questo spettacolo.
<<Benvenuta nel mio posto preferito>> lo vedo sorridere sinceramente per la prima volta mentre mi guarda.
Si trova a suo agio qui, nel suo posto, con le spalle rilassate e gli occhi felici privo di ogni maschera mentre si abbandona per terra appoggiato sui gomiti e m'invita a fare lo stesso.

Siamo abbastanza vicini da sfiorarci e sento ricomparire tra di noi questa scossa sconosciuta a cui non so dare un nome ma che risveglia dentro me uragani distruttivi di emozioni.
<<Cosa ci facevo stamattina nel tuo letto Blake?>> domando per liberarmi finalmente da questo peso nello stomaco e mi giro verso il suo profilo perfetto per soppesare l'effetto che le mie parole hanno su di lui.

Blake sembra essere tornato sovrappensiero con la mascella contratta e gli occhi incupiti, quasi assente da questo luogo e da me, sto per ripetere la domanda quando apre la bocca per parlare.

<<Non dovresti bere così tanto, soprattutto quando sei sola>> risponde troppo seriamente prima di posare anche lui i suoi occhi su di me.

Cosa? Non è quello che ho domandato.
Ho capito da stamattina che si sono dei tasti dentro lui che lo inducono a cambiare di umore solo sfiorandoli, e ho la sensazione di averne appena innescato uno.
<<C'erano con me Becka e i suoi amici, non ero sola>> rispondo intimorita dall'improvvisa freddezza dei suoi gesti.

<<Non eri sola..>> s'interrompe e fa un sorriso amaro che mi fa vibrare anche le corde dello stomaco <<ma quando eri con Jace, Becka dov'era?>> ora è nervoso, si passa una mano tra i capelli e si alza in piedi di scatto.

Sono sorpresa da questo suo atteggiamento, i suoi occhi in questo momento mi ricordano quelli di mio fratello e mi rendo conto allora che i suoi demoni sono più vicini a lui di quanto voglia darlo a vedere o sia pronto ad ammettere anche di fronte a sé stesso.
<<Blake..>> provo a dire ma un movimento della mano mi blocca le parole che muoiono in gola.

<<No Alyssa, non puoi capire>> si ferma e chiude gli occhi cercando di rilassare i nervi tesi
<<ero con Zoe quando ti ho vista da lontano. All'inizio non ci ho fatto caso, pensavo ti stessi divertendo con quello stronzo anche se mi sembrava strano che una come te fosse interessata ad uno come lui. E poi ti ho vista improvvisamente difficoltà>> si passa una mano tra i capelli e con un movimento meccanico serra le mani a pugno.
<<Così mi sono avvicinato e non ho solo visto che eri contrariata, ma eri totalmente terrorizzata e stavi piangendo cazzo, eri in panico>> ora si ferma e mi guarda finalmente negli occhi
<<se solo io non fossi stato lì, neanche riesco a pensare lucidamente ad una cosa del genere. Se solo non ti avessi vista da lontano e quel verme fosse riuscito nel suo intendo.. cazzo mi viene voglia di tornare indietro e finire quello che ieri ho cominciato!>> Il suo tono di voce si è alzato e ora tutto di lui trasmette rabbia, dagli occhi alla postura, dalle mani serrate al muscolo della mandibola che guizza velocemente sotto la pelle.

Rimango con l'aria sospesa nei polmoni per paura che anche un piccolo gesto potrebbe essere fuori luogo e il cervello ritorna alla visione di mio fratello mentre tentava di combattere contro sé stesso per ritrovare la lucidità un anno fa, proprio come lui in questo momento.

<<Tu adesso mi chiedi cosa ci facevi a casa mia, ma come potevo lasciarti sola dopo averti visto così?>> a queste parole faccio una cosa che mai mi sarei aspettata di fare, mi alzo in piedi e lo vedo.
Vedo nei suoi occhi la sincerità di queste parole, la rabbia ma soprattutto la paura e la confusione. Riconosco la preoccupazione per un'altra persona, un sentimento estraneo a chi è tanto che non la prova perché intoccabile dalle emozioni.

Questo è un segnale e lui sembra essersene accorto dallo sguardo smarrito che ha ora.
La paura è il peggior nemico di noi stessi ma è anche qualcosa di più.
È un sentimento, è un'emozione, è la possibilità di ricominciare a vivere, la possibilità di cambiare e di migliorare, la possibilità di abbattere tutti i muri e far riemergere la propria persona. La paura ti fa sentire qualcosa dentro, ti smuove anima e corpo, la paura ti può far morire ma ti fa sentire allo stesso tempo vivo.

Chi non ha paura non è pronto a ricominciare, vivere senza paura significa in un certo senso lasciarsi un po' morire, spegnere tutte le emozioni e sopravvivere.

È difficile tornare indietro quando sei arrivato a toccare il fondo, è difficile provare qualcosa di diverso dopo che il fuoco non brucia più da troppo tempo dentro te, dopo che il mondo è stato spento dalle tue stesse mani e non trovi una ragione di rinascere. Ed uscirne è la cosa più dolorosa che si possa affrontare, perché quando spegni le tue emozioni e non ti lasci più colpire dalla vita non hai più motivo di avere paura di niente, e ti scordi come quel pulsante possa essere tirato di nuovo in su.

Ma se hai paura di qualcosa, se senti la rabbia crescere dentro significa che allora il primo passo lo hai già fatto e che adesso sei pronto ad abbattere tutti i tuoi muri.

Mi avvicino e gli tocco la mano con la punta delle dita, non mi faccio intimorire e risalgo fino al gomito.
Riconosco la confusione in quell'oceano smeraldo per uno sprazzo di tempo indefinito, ma come se fosse appena ritornato in sé ritorna a padroneggiare il suo mondo, mi blocca, mi prende per la vita e mi tira a lui tenendomi per i capelli.

Ci baciamo come se fosse l'unica cosa da fare, come se questo gesto fosse un ancora di salvataggio per entrambi. Ci baciamo come se fosse la cosa da fare per ricominciare a respirare.
Si aggrappa al mio viso con forza, come se avesse timore di perdermi sotto al suo tocco, come se potessi scomparire tra le dita.

Infilo le mie mani dentro i suoi capelli e li tiro leggermente, lo sento ansimare, ma questa piccola libertà dura poco perché Blake ha altri piani per me.
Con un gesto fulmineo mi solleva da terra, incrocio le gambe intorno la sua vita e non dividiamo le nostre lingue neanche quando prende a camminare e mi appoggia con la schiena contro una corteccia di un albero.
Faccio fatica a respirare per la bramosità dei suoi baci che non riservano alcuna dolcezza, affamati di desiderio e mossi selvaggi da un impulso più profondo.

Sono ancora aggrappata a lui e, mentre Blake comincia a mordicchiare e succhiare la base del collo facendomi ansimare, io non posso far altro che abbandonarmi a questa sensazione di puro piacere.

Inarco la schiena per andare incontro al suo corpo, per sentirlo ancora più vicino, percependo la sua eccitazione ben evidente contro il mio ventre.

Non mi sono mai spinta oltre con nessuno prima d'ora, non mi sono mai fidata abbastanza di nessuno da affidargli una parte così importante di me, così intima. Mai nessuno mi aveva fatta sentire così desiderata come lui in questo momento. Non ho incontrato lontanamente nessun uomo che mi abbia fatto provare sensazioni del genere, non prima di adesso.

Blake mi fa venire voglia di fidarmi, sento che non potrebbe mai farmi del male davvero, e l'elettricità che c'è tra di noi quando siamo vicini è talmente potente che mi spinge a volerlo sempre di più.
È una sensazione che può essere calmata solo soddisfacendola.
Sarei disposta ad andare oltre con lui in questo esatto momento, all'aperto in questo angolo di paradiso e sarebbe, comunque perfetto.

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Ciao ragazze!
Lo so, vi avevo promesso diverso 😜 ma oggi sono uscite altre parole che spero apprezziate ugualmente.
Per farmi perdonare il capitolo è solo rimandato a domani comunque.😉😏
Siamo arrivate a 1k di letture e io ve ne sono davvero grata. 🥰🙏🏻
Lasciate una stellina se volete il continuo domani e scrivetemi la parte che vi è piaciuta di più per adesso.⭐️ ✍🏼
Vi abbraccio.🤗

(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora