Parte 37.

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Mi giro per appoggiare la colazione al tavolo e lo trovo a fissarmi appoggiato allo stipite della porta in tutta la sua bellezza, indossando solamente una tuta e una felpa nera. Rimango a fissarlo con il piatto sospeso in aria e mi pento di non aver indossato un paio di shorts sotto la maglietta che mi lascia intravedere tutte le gambe dove il suo sguardo si è soffermato
<<Pensavo non la finissi più di sbattere quelle uova>> dice sorridendo con una scintilla nello sguardo mentre si mette seduto sullo sgabello davanti a me.

Appoggio i pancake nel tavolo che ci divide e mi verso un bicchiere di latte tremante, sono sicura di essere arrossata e per quanto mi sforzi non posso nascondere l'effetto che Blake mi fa soltanto guardandomi.
<<Non puoi fare così>> dico addentando un morso e incastrando i suoi occhi.
<<Così come?>> mi imita senza togliersi quel ghigno divertito di dosso avendo capito benissimo a cosa faccio riferimento.
<<Lo sai>> rispondo arresa all'idea che anche questa volta l'avrà vinta.
<<Se lo sapessi non te lo chiederei, Alyssa.>> Sta masticando lentamente e non distoglie lo sguardo neanche quando si versa da bere.
<<Oh andiamo>> dico deglutendo a fatica <<lo sai benissimo l'effetto che fai se mi guardi in questo modo.>> Non so come riesco a mantenere il contatto visivo tra di noi mentre ammetto ad alta voce il controllo che esercita sul mio corpo senza neanche sfiorarlo.
<<Bè, mi piace.>> Si limita a dire semplicemente con un'alzata di spalle, distendendo lo sguardo soddisfatto della mia risposta.

<<Ti piace vedermi imbarazzata?>> Rispondo sbattendo le palpebre confusa mentre il mio cuore perde un battito ascoltando le sue parole.
Non dovrebbe piacere una ragazza che rischia d'inciampare nei suoi stessi passi soltanto per la sua vicinanza, o che rischia di soffocare perché non ha il controllo di sé stessa ad ogni sua provocazione.
Non è sexy una persona che non riesce a nascondere i propri sentimenti.
<<Mi piace vedere l'effetto che ho su di te e ancora di più il fatto che la tua trasparenza renda impossibile anche nascondere le tue emozioni.>>
Piega la testa di lato e sorride debolmente, come se dovesse dire qualcosa in più ma che resta intrappolato nel silenzio.

Rifletto sulle sue parole e capisco che Blake mi ha appena mostrato un pezzo del suo mondo.
Non è un gioco. Non vuole mettermi in imbarazzo per divertimento o perché vuole dimostrare che riesce ad avere il potere sul mio corpo senza neanche toccarlo, capisco che quando ha bisogno di certezze le prende in questo suo modo strano e che probabilmente potrà essere sbagliato ma che è l'unico che conosce.
Adesso che intravedo un pezzettino della sua anima mi rendo conto di quanto sia difficile comprendere i suoi gesti fraintendibili senza conoscerne la vera ragione.
<<Mi piacerebbe poterti leggere dentro. Sapere ogni volta che ti isoli come adesso la direzione dei tuoi pensieri>> ammette serio riportandomi a lui.
<<Non riesci a mascherare le tue emozioni ma allo stesso tempo sei così brava a tenermi distante da tutto ciò che pensi>> conclude fissandomi dritto negli occhi con una tale intensità che ho paura possa leggerci dentro la verità.

Non ho mai riflettuto su di me sotto questo punto di vista.
Sono sempre stata convinta che riuscire a raccontare il flusso di coscienza a cui siamo continuamente sottoposti da noi stessi fosse una cosa troppo intima, perfino più del sesso. Spogliarsi dei propri pensieri, mettersi a nudo delle proprie opinioni e tirare fuori ogni traccia di riflessione di fronte un'altra persona è uno stadio che supera di gran lunga il semplice contatto fisico.
Quando si arriva a questo livello è perché c'è di base un rapporto di fiducia solido e puoi decidere di concedere all'altra persona di entrare completamente nella tua vita, senza filtri.

Sì, completamente.

È proprio a questo punto infatti che le paure vengono a galla, le fragilità emergono e le insicurezze più grandi si raccontano. È proprio da questo momento che diventi esposto anche nelle tue parti più deboli, diventando così lo specchio del tuo spirito.
Ho sempre avuto difficoltà a lasciarmi andare mentalmente a qualcuno per paura che tutto il mondo che avrei raccontato si sarebbe ritorto contro me stessa colpendo tutti i miei delicati equilibri, centrando dritto le mie debolezze e facendomi crollare.
So che è sbagliato, che bisognerebbe potersi raccontare in tutta la nostra totalità, non essere schivi alle persone che entrano nella nostra vita per rimanere e non per ferire. Ma non è mai stato così per me.
Non ho mai saputo distinguere la veridicità della gente che mi sono trovata di fronte, capire chi fosse per me o chi fosse con me, ed è per questo che ho sempre guardato tutte le persone più vicine con un velo di dubbi che non mi hanno mai portato a farmi legare a nessuno in modo del tutto profondo.

Ha ragione Blake quando dice che lo respingo dai miei pensieri ma non conosco altro modo per tutelarmi dalla paura di essere nuovamente rotta.
Ma lo vorrei.
Vorrei così tanto poter urlare tutto ciò che penso, tutti i miei turbamenti, il panico che ho dovuto affrontare e l'ansia che cerco di dominare se ripenso al mio passato. Vorrei potermi affidare e lasciarmi andare senza paura, poter fare qualcosa, ma la verità è che non posso. Non posso e non voglio forzare questo processo così interiore. Sono convinta che prima o poi verrà fuori senza preavviso alla persona che sarà destinata forse a prendersi cura della mia anima.

Credo nel destino delle persone, credo che ognuno di noi sia destinato ad un'altra metà che lo completi e lo rafforzi, che gli mostri la bellezza di essere in due.
Non bisogna cercare la propria persona, quando l'avrai davanti non dirai subito di averla trovata, ma lo scoprirai.
Lo saprai perché inizierai a non temere più di essere sola, i tuoi più grandi incubi faranno sempre meno paura e vedrai la forza nella bellezza delle cose di tutti i giorni. Ti riscoprirai come persona e scoprirai il mondo in una nuova prospettiva.
Credo nell'incrocio delle strade e quando avrò trovato la mia allora entrerà nei miei pensieri e nel mio mondo in tutta la sua pienezza in modo involontario, veloce e irruento come una tempesta o lentamente e in punta di piedi. Ma sarà spontaneo.

<<Hai ragione ma non è facile per me fidarmi delle persone e di conseguenza lasciarle entrale nel mio mondo. Anche per te è così non è vero?>>
Il suo sguardo vacilla tra me e i suoi pensieri, incerto su cosa fare o cosa dire.
Lo riconosco lottare contro i suoi muri come la prima volta che mi ha baciato, in difficoltà per non lasciarsi piegare dai suoi demoni.
Sembra un angelo oscuro in questo momento, a cui è stata strappata la possibilità di volare con gli altri, a cui è stata negata la capacità di essere sé stesso.
E come la prima volta sento questo dannato bisogno di voler alleggerire il suo animo e di allontanare le sue paure. Vorrei condividere le sue sofferenze per alleviarlo dai suoi mostri, ma prima che possa fare qualcosa, inaspettatamente, mi anticipa.

<<Cambiati e andiamo ti devo portare in un posto>> dice freddo, e riesco ad incrociare i suoi occhi incerti di fronte a questa scelta.

(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora