Parte 29.

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Sono passati diversi giorni dal mio ultimo incontro con Blake, da quando ha deciso di respingermi per l'ultima volta.
Non l'ho più visto nei corridoi dell'università o nella sala pranzo, ogni traccia di lui sembra essere scomparsa da quella sera e così ho smesso di cercare i suoi occhi in quelli degli altri studenti. Ho tentato di tenermi occupata con lo studio per distrarre i miei pensieri in questi giorni eppure non sono riuscita a liberarmi della sua immagine sofferente che, come un tarlo, mi ricorda quanto non potrà esserci mai niente tra noi se non un semplice contatto fisico.

Nonostante tutto non riesco ad avercela con lui, mi aveva avvertito di andarmene prima di baciarmi e non l'ho voluto ascoltare perché credevo che ricominciare a seguire il mio istinto fosse la cosa più corretta da fare in quel momento.
Gli ho permesso di riportarmi sulle vette del piacere senza chiedere il permesso, ho lasciato che prendesse di nuovo tra le sue mani la mia irrazionalità e ne facesse quello che sa fare meglio.
Ci siamo usati per non pensare, per fuggire dalla realtà che non ci lascia vivere come dovremmo, per lasciarci trasportare in un pianeta lontano dove saremmo potuti esistere diversamente. E mentre ci consumavamo a vicenda ho avvertito il cuore cominciare a vivere e la terra iniziare a tremare, ho sentito scorrere nelle vene un sentimento sconosciuto che è sfuggito al mio controllo e si è annidato nei miei pensieri.

È successo che non ho avuto più così paura del mondo al suo fianco ma è stata solo un'immaginazione e Blake mi ha catapultato velocemente alla realtà che mi ha sempre mostrato senza filtri: la sua anima dannata non concede altro se non il suo corpo.

Così mi sono ritrovata a dover scegliere tra il farmi consumare da una fiamma che rischiava d'incenerirmi o scappare prima che fosse troppo tardi, eppure sento una pressione all'altezza del petto bloccarmi il respiro quando ripenso a ciò che ho lasciato. Anche adesso che ho appena terminato di compilare il test di storia dell'editoria non posso fare a meno di domandarmi se qualcosa poteva cambiare se fossi rimasta a combattere per lui.
Guardo Isaac che si sta alzando a sua volta dal banco e dal suo sorriso deduco che sia andato tutto bene anche per lui.

<<Dobbiamo festeggiare>> mima uno stappo di bottiglia appena esco dall'aula qualche secondo dopo.
<<Non dovresti avere la giornata programmata?>> Domando mentre superiamo la porta d'ingresso trovandoci così nell'ampio cortile verde dell'università.
L'aria inizia a farsi più fresca e vengo subito pervasa da brividi che mi costringono a stringermi nella mia felpa.
<<Si ma oggi farò uno strappo, domani viene Isabel quindi possiamo evitare Skype>> continua a camminare tranquillo mentre io mi blocco alle sue spalle.
Avevo completamente scordato che domani verrà a trovarlo la sua ragazza e che gli avevo promesso una cena insieme, non posso annullare sapendo quanto lui ci tiene.
<<Va bene allora, andiamo al bar del campus?>> Le parole escono troppo velocemente e senza che riesca a fermarle, prima di ricordarmi che in quello stesso locale avevo incontrato Blake e i suoi amici.
Decido di farmene velocemente una ragione, prendere le distanze da lui non comporta evitare tutti i locali che frequenta, d'altronde è una settimana che non viene all'università e nonostante sia venerdì potrebbe non esserci. Mi sforzo di autoconvincermi miserabilmente mentre ci dirigiamo al bar.

Dalle vetrate esterne intravedo la maggior parte dei tavoli occupati da studenti che come noi festeggiano un test e altre che semplicemente festeggiano il termine delle lezioni della settimana e l'arrivo del weekend. Ci accomodiamo su l'unico tavolino appartato disponibile e ordino il mio amato frappuccino al cioccolato con doppia panna ottenendo uno sguardo di disgusto da parte di Isaac che si limita ad ordinare una porzione di pancake al burro di arachidi e una tazza di latte.
Siamo quasi gli unici in questo posto ad aver preso qualcosa di non alcolico anche perché il locale è rinomato per la sua fama di non chiedere le carte d'identità ai ragazzi, me l'aveva rivelato Becka quando qualche giorno fa mi ha proposto di andarci per staccare un po' dallo studio.
C'è un tavolo particolarmente rumoroso poco distante dal nostro che attira le occhiate della maggior parte degli studenti, compresa me, dove riesco a scorgere per lo più chiome di ragazze che ridono in modo troppo forzato e vestite provocanti anche nel pieno pomeriggio e alcune voci maschili che non riesco però a distinguere.

L'arrivo della cameriera con i nostri ordini mi riporta con la mente ad Isaac.
<<A che ora arriverà Isabel domani?>> domando per tenere i pensieri occupati dalla curiosità di rivolgere ancora lo sguardo verso quel tavolo dove spero non esserci anche Blake. Non ho riconosciuto il suo timbro lì in mezzo ma ho imparato che qualsiasi cosa si avvicini ad un gruppo di belle ragazze e tante occhiate di altra gente ha a che fare con la sua presenza.

<<Per l'ora di pranzo dovremmo essere nel mio appartamento. Ho prenotato un ristorante per la cena qui vicino, ti passo a prendere per le 19.30>> smetto di ascoltare quello che mi sta dicendo perché la mia attenzione viene richiamata dal ragazzo dai capelli corvino e il fisico possente che si sta alzando dal tavolo e non ho bisogno che si giri nella mia direzione per riconoscerlo.
Il mio cuore inizia a battere velocemente quando vedo che al suo seguito si alza una ragazza dai capelli rossi lunghi fino alle spalle. Indossa un tubino nero che le fascia tutte le forme sinuose e a malapena copre il sedere, si aggrappa al suo braccio tatuato che invece tiene rigido lungo il corpo senza nessun interesse.
Nello stesso istante vedo Nathan che mi sta guardando dispiaciuto dalla situazione, c'è anche John vicino a lui ma è intento a scrivere al cellulare e non si accorge della mia presenza. Faccio finta di nulla e sorrido nella sua direzione. L'altro giorno ho visto la delusione nei suoi occhi mentre guardava il suo migliore amico uscire di casa e perdersi in sé e non posso essere arrabbiata o dispiaciuta con lui in nessun modo per una cosa che nessuno dei due può controllare.
Solo in questo momento Blake segue la direzione dello sguardo del suo amico fino a che non incrocia i miei occhi e ne rimane immobilizzato. I tagli sul suo volto sono quasi scomparsi e lasciano spazio alle occhiaie imponenti che assomigliano al violaceo ancora visibile dello zigomo colpito. C'è un filo di barba nera a contornare i suoi lineamenti duri che lo rende più grande dell'età che ha e sottolinea la stanchezza del suo aspetto.
I suoi occhi sono rossi e dilaniati, sorpresi di vedermi di nuovo.

Interrompe velocemente il contatto visivo tra di noi mettendo un braccio intorno la spalla della ragazza che gli sussurra qualcosa all'orecchio facendolo annuire, dopodiché escono dal locale da soli mentre io ricevo un pugno allo stomaco restando totalmente immobile a fissare la porta richiudersi alle loro spalle.

Sento la tensione crescere dentro di me e un forte senso di nausea farsi spazio nel mio stomaco
<<Alyssa stai bene? Sei diventata ancora più bianca di quanto già sei>> Isaac mi sventola una mano davanti la faccia per riportare l'attenzione a lui.
<<Sì scusa mi sono appena ricordata che devo fare una cosa urgente>> fingo cercando le chiavi nella borsa <<devo proprio andare adesso. Ci vediamo domani allora>> gli rivolgo un sorriso fugace e mi alzo velocemente senza aspettare una sua risposta.
Non riesco a rimanere qui dentro con questo senso di agitazione che mi sta opprimendo pronto ad uscire.

Sono arrabbiata, furiosa.

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Ciao ragazze 🦋
Ecco il nuovo aggiornamento, Blake è ritornato ad essere.. il solito stronzo. Ma a noi piace per questo, no?😇

Nel prossimo capitolo scopriremo qualcosa in più di Alyssa, contente?

Grazie per essere arrivate fin qui, come sempre. Vi voglio bene.💙
A martedì. xx

(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora