Parte 28.

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Adesso che mi è davanti vorrei tanto parlargli. Potergli raccontargli di come senza neanche saperlo in poco tempo ha aiutato una ragazza a fidarsi di nuovo delle persone, che quella ragazza è proprio davanti ai suoi occhi.
Vorrei potergli dire di come per la prima volta dopo troppo tempo mi ha fatta sentire viva come mai prima, vicino a lui, di come non abbia mai provato emozioni così potenti e contrastanti allo stesso solamente con un suo tocco o un semplice sguardo.

Vorrei raccontargli che so come ci si sente ad essere così e capisco cosa spinga le persone ad essere costrette a spegnere l'unica cosa che le fa sentire vive davvero e lo so che fa male. Che se una parte di lui vorrebbe tornare indietro non può rischiare di distruggersi completamente senza avere una certezza dall'altro lato. Ma vorrei dirgli che ci si può salvare dal buio che lo circonda, che si può trovare un ancora di salvataggio ed intravedere la luce infondo al tunnel anche se sembra impossibile, ma è così.

C'è speranza per tutti, qualcuno ha creduto tanto in me in passato quando non lo facevo neanche io e mi ha aiutato a capirlo prima che scomparissi nelle mie stesse paure e vorrei tanto che anche lui lo sappia.
Vorrei prendergli la mano e farlo tranquillizzare, vorrei poter essere la sua forza. Fargli capire che il vero mostro che deve combattere non è il suo passato o il suo presente, non è nelle persone che lo circondando, che l'unico mostro che deve sconfiggere è dentro sé.
È questo l'unico demone che deve affrontare.
È la convinzione di non meritare nulla, la certezza di essere sbagliato, e vorrei potergli sussurrare che essere indifferente alla vita che scorre davanti non è l'unica soluzione, che c'è sempre una scelta e anche se è quella che fa più paura non è detto che sia per forza quella sbagliata.

Vorrei potergli far guardare intorno con occhi esterni per fargli vedere che è circondato da persone che gli vogliono bene e lo sostengono, che se guarda davanti a lui in questo momento c'è una ragazza disposta a rischiare anche sé stessa e tutto quello che è riuscita a ricostruire piano dopo che le avevano portato via tutto, che è disposta a rischiare tutto per poterlo aiutare anche se ciò significa riaffrontare ancora una volta il passato e i propri demoni solo per farlo guarire dai suoi.

Vorrei dargli speranza, essere la sua di speranza.

Vorrei mostrargli che se la vita lo ha colpito in passato può ancora avere il suo riscatto. Potergli far vedere che può guarire, che c'è una via di fuga e che un giorno potrà guardarsi indietro e tornare a sorridere perché ne uscirà dalla prigione che si è creato con le proprie mani. Vorrei urlargli che sì fa male, che è un processo lungo e doloroso, che non è semplice, che ci saranno giorni in cui il passato tornerà a spaventarlo ancora di più e giorni che invece lo manderà al diavolo, ma che può farcela.

Vorrei illuminarlo perché c'è ancora un cuore che batte sotto la sua armatura, che a volte spogliarsi delle proprie corazze può servire per trovare il proprio posto nel mondo, che se il suo passato lo ha ferito non deve per forza essere così anche per il suo futuro.
Vorrei poterlo stringere e rassicurarlo, sussurrargli che può abbattere i suoi muri perché non è solo, ma non posso.
Non posso aiutarlo se lui non è qui con me.
Gli occhi che ho davanti sono muri di cemento, e non posso abbatterli da sola se lui non vuole. Le mie parole in questo momento sarebbero inutili, non posso convincerlo a lottare se prima non trova la sua convinzione in sé.

Vederlo così mi spezza, osservarlo arrendersi al proprio destino è un dolore anche per me perché lo capisco più di quanto possa immaginare, ma non posso fare niente per impedirlo. Non posso essere io a trovare la sua motivazione, la sua ancora nel mondo, solo lui potrà farlo quando sarà pronto ma fino ad allora io mi devo mettere da parte per me stessa. Se non sarà troppo tardi io ci sarò, sarà difficile anche per me ricordare il mio passato per mostrargli la guarigione dal suo, ma lui adesso non c'è più ed io non posso permettermi di farmi tirare giù perché a quel punto non ci sarà più speranza neanche per me.

Lo guardo un'ultima volta negli occhi prima di lasciarlo andare, gli accarezzo il viso e sento le lacrime pizzicarmi gli occhi.
Prometto in silenzio che lo aspetterò. Abbiamo entrambi tanti problemi alle spalle e solo quando saremmo disposti ad affrontarli potremmo iniziare a conoscerci, fino a quel momento però non possiamo stare vicini rischiando che le sue fiamme bruceranno anche me. Ci faremmo solo del male.
Spero che anche lui abbia provato qualcosa nei momenti che abbiamo condiviso, spero di avergli scaldato un po' il cuore come lui lo ha fatto con il mio, di avergli fatto provare una sensazione diversa da quelle a cui è abituato. Spero riesca a trovare la sua luce e che guarisca, con o senza di me.

Sorrido debolmente pronto a lasciarlo annegare nel suo male, levo la mano dal suo viso e la metto nel palmo della sua. Blake abbassa gli occhi e comincia a disinfettarmi i tagli prima della mano destra e poi la sinistra soffermandosi a guardare il polso circondato dai lividi prima di uscire dalla stanza.
Guardo il soffitto per impedire alle lacrime di uscire, non posso permettermi di piangere ancora.

Dopo un paio di minuti esco dal bagno e lo vedo indossare il suo giubbetto di pelle mentre Nathan appoggiato allo stipite della cucina segue ogni suo movimento con lo sguardo teso.
<<La riporto al dormitorio>> afferra le chiavi ed esce senza aggiungere altro, portandosi dietro di sé anche un po' di me.
Mi avvicino all'uscita e solo ora Nathan sembra accorgersi della mia presenza, i suoi occhi sono spenti, quasi avesse perso anche lui la speranza di riportare il suo amico in salvo.
Ci guardiamo per alcuni secondi senza dire altro, poi mi abbraccia e lo sento sospirare contro la mia spalla.
<<Grazie Alyssa, pensavo ne sarebbe uscito e mi dispiace ti abbia coinvolto, non meriti questo trattamento>> mi lascia andare e si scusa sincero con lo sguardo per il comportamento di Blake.
<<Lo speravo anch'io Nathan, davvero>> sorrido amaramente prima di richiudermi la porta alle spalle.

Arrivo al dormitorio dopo dieci minuti circa e Blake non ha incrociato neanche per un secondo i miei occhi, neanche ora che siamo parcheggiati costretti a dirci addio. Lo ringrazio mentalmente per essere riuscito a farmi ritrovare alcuni pezzi di me che avevo perso nel mio viaggio. Per avermi mostrato quanto l'elettricità tra due corpi possa essere così forte da lasciarti condurre verso posti inesplorati e spaventosi per quanto siano allo stesso tempo inebrianti.
Osservo un'ultima volta il suo profilo rigido ma perfetto, ne intravedo la corazza del suo cuore tra quegli occhi che adesso sono rinchiusi dietro le sue barriere.

<<C'è un cuore che batte forte dentro te Blake e io ho avuto la fortuna d'incontrarlo>> sono le uniche parole che dico prima di scendere dall'auto senza voltarmi.

Non aspetto una risposta che non arriverà.
Attraverso il parcheggio lentamente, ha cominciato a piovere e sembra che anche il cielo stia piangendo insieme a me. Le lacrime salate si mischiano alle gocce della pioggia incessante e non posso far altro che lasciarmi andare alla triste consapevolezza che Blake potrebbe non ritornare mai più.

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Ciao ragazze🦋
Come state?
Ecco il nuovo aggiornamento, l'ho scritto davvero a cuore aperto e spero vi sia piaciuto.

Sarà davvero la fine?

Grazie per le letture e per continuare a seguire ogni capitolo, anche nei vostri impegni non smettete di leggerci e di questo io vi sono davvero grata.
Venerdì ci sarà il nuovo aggiornamento, mettete una stellina se ci sarete.
A presto. xx

(Ri)trovarsi, quando da soli non bastiamo.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora