Capitolo nove: CCM

235 20 5
                                    

Blair
Dovevamo raggiungere il centro controllo malattie per provare ad aiutare Jim tuttavia, dopo un giorno di viaggio, siamo stati costretti a fermarci per lasciare l'uomo a godersi gli ultimi attimi di vita sotto l'ombra di un albero perché continuare il tragitto per lui era troppo doloroso.

Subito dopo abbiamo continuato per la nostra strada consapevoli che dovevamo lo stesso provare a raggiungere il CCM, non nascondo che un barlume di speranza si annida dentro di me ma si alterna con la vocina nella mia testa che sostiene che non devo essere un illusa.

Sospiro e guardo le bambine che dormono tranquillamente al mio fianco, posiziono meglio la giacchetta sulla spalla di Juli e poi mi lascio andare sul sedile mentre Dixon continua a guidare senza proferire parola.

"Mi dispiace per tuo fratello". Non so perché ho deciso di esordire con una frase così infelice ma ormai è troppo tardi per tirarsi indietro.

"Ti dispiace perché non l'ho trovato o per averlo picchiato?". Spalanco gli occhi voltando la testa verso di lui, Rick mi aveva rassicurato che l'uomo al mio fianco non sapeva cosa fosse successo su quel tetto e invece si è completamente sbagliato.

"È stato il cinese a dirmelo".

"È coreano". Borbotto maledicendo il mio amico dalla bocca grande, non riesce proprio a non farsi sfuggire qualcosa.

"Comunque mi dispiace solo che non l'hai trovato. Si è meritato ogni colpo che gli ho inflitto, era fuori controllo". Piega le labbra in un sorriso, il primo che vedo formarsi sul suo viso coperto da una barbetta chiara e incolta.

"È un coglione ma è mio fratello". Ammiro la sua sincerità, poteva benissimo difendere Merle o vendicarlo trattandomi male e invece è così consapevole di quanto il comportamento di Dixon sia malsano da non provare neanche a difenderlo.

"Pensavo lo stesso di mio padre, solo adesso mi rendo conto di come sia riuscito a rovinarmi la vita o comunque a condizionarla". In fondo non posso dare a lui le colpe di tutte le scelte sbagliate che ho preso in passato.

Mi ha insegnato a drogarmi di adrenalina, il pericolo era l'unica cosa che riusciva a farmi sentire viva e così sono finita nei guai.

"Siamo arrivati". Il pickup si ferma davanti ad uno spiazzale, la situazione che si presenta ai nostri occhi non è per nulla rassicurante.

Carri armati abbandonati, morti distesi sull'erba, zone barricate e affascinanti corvi neri appollaiati su alcuni corpi.

"Almeno un tappeto rosso potevano metterlo". Borbotto prima di svegliare
le bambine, le avverto di non allontanarsi da me e così scendiamo dall'auto.

Impugno la pistola e con gli altri iniziano ad avvicinarci verso l'imponente struttura dalle serrande abbassate, il sole sta calando per dare spazio alla sera e come per magia ecco che iniziano ad arrivare i primi zombie.

Ben presto arriviamo alla conclusione che al CCM non c'è nessuno, lo sceriffo continua ad urlare e a battere le mani sulla serranda fredda mentre Daryl inizia a scoccare dardi in testa agli zombie che si avvicinano.

"Basta Rick! Dobbiamo andare via!". Esclama Shane trascinando il suo amico che non sembra volersi allontanare perché crede di aver visto la telecamera, posta sopra la porta, muoversi.

Non sarebbe la prima volta che vede cose non vere ma quando mi volto verso l'oggetto in questione mi metto ad urlare anch'io.

"Ha ragione! Si muove! Avanti stronzo abbiamo dei bambini. Non puoi ucciderci". Urlo venendo strattonata insieme allo sceriffo ed ecco che, quando avverto la morte di tutti vicina, la serranda si apre lasciando intravedere una luce di speranza.

Il nuovo mondo / The walking deadDove le storie prendono vita. Scoprilo ora