Capitolo trentaquattro: distruzione

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Blair
Non riesco a credere che tutto ormai vada avanti con una lentezza disarmante, fosse per me avrei già ucciso il governatore e dato fuoco a Woodbury così da ritornare alla normalità di questo nuovo mondo.

Viviamo costantemente nel terrore che tutto quello che abbiamo costruito possa crollare da un momento all'altro e questa sensazione di impotenza mi fa infuriare perché tutto potrebbe finire in un istante e solo con un semplice proiettile.

"Secondo te la consegnerà?". Lancio un'occhiata a Juli che indirizza il suo sguardo verso Michonne.

Ieri è avvenuto l'incontro con il governatore che ha proposto uno scambio, la vita della donna per quello di tutti noi ma sono certa che poi eliminerebbe ogni membro del mio gruppo.

Gli uomini come lui sono fedeli solo a loro stessi, egocentrici e privi di morale e sanità mentale. Noi, con il nostro attacco, abbiamo sicuramente messo in dubbio la posizione che si è creato nel tempo e adesso vuole ucciderci per vendetta.

"Non ti deve importare". Borbotto spostando lo sguardo dalla bambina a l'uomo sorridente che si avvicina.

Giuro che non sopporto più Merle Dixon, mi sta attaccato come un viscido polpo e riempie le mie giornate con le sue orribili battute a sfondo sessuale. Vorrei tanto staccargli la testa a morsi ma Daryl ne soffrirebbe ed io... Non voglio essere la ragione del suo malessere nonostante sono consapevole che la mia futura decisione manderà in tilt il gruppo.

"A cosa ti riferisci piccoletta?". Domanda Merle e Juli confessa ogni cosa senza prendere in considerazione bla mentalità del suo interlocutore.

"Ball, vai da tua sorella. Subito". Ringhio facendola scattare il più lontano possibile da noi.

"Quindi potrebbe esserci una speranza e nessuno vuole fare niente?!". Scuoto le spalle consigliandogli di dimenticare quello che ha sentito.

Uno come Merle rovina sempre tutto quello che tocca e Daryl è la prova vivente della mia affermazione.

"Perché non sei minimamente interessata a quello che sta succedendo? Sembra che tu non faccia parte di questo fottuto gruppo". Lascio andare un sospiro e guardo di sfuggita il mio interlocutore per poi tornare a concentrarmi sullo spazio erboso davanti a noi.

"Oh... Ho capito". Con la coda dell'occhio noto che si posiziona meglio sulla panca e poi ridacchia come un idiota.

"Daryl lo sa?".

"Della proposta del governatore?! Certo". Borbotto facendogli scuotere la testa.

"Sa che andrai via?".

Chi l'avrebbe mai detto che Merle, cocainomane, Dixon sarebbe arrivato così in fretta alla conclusione esatta.

"Sì". L'altra giorno, Daryl, mi ha posto mille domande ed io non ho fatto altro che mentire pur consapevole che lui non mi ha creduto minimamente. È stato il luccichio di delusione, che ha preso il sopravvento nei suoi occhi, a confermarmi che Daryl aveva capito ogni cosa.

Sono convinta, però, di averlo fregato quando abbiamo parlato della falda relazione tra me e lo sceriffo, dovevo allontanare l'arciere il più in fretta possibile e quest'ultimo mi ha servito l'opportunità su un piatto d'argento.

"Ipocrita". Borbotta lasciando andare questo giudizio insieme ad uno sbuffo.

"Ti auguro di finire tra le zanne di un fottuto zombie". Le mie labbra si piegano in un ghigno divertito non appena realizzo che mi ha indirizzato la mia frase per ferirmi.

"Ho passato dieci anni tra le mura di una prigione. A fasi alterne pensavo che sarei morta dentro la mia cella e invece sono sopravvissuta... Adesso rieccomi qui con la consapevolezza che tutto andrà a puttane". Immergo i miei occhi scuri nei suoi chiari che osservano ogni mia mossa.

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